6 maggio 2015

IL PARTITO MUNICIPALISTA AMBROSIANO


27 maggio 2011: con la vittoria di Giuliano Pisapia nasce il “partito del centrosinistra”. 3 maggio 2015 con la manifestazione civica “Nessuno tocchi Milano” nasce il “partito della città”. Se nella serata dei due arcobaleni in Piazza Duomo la “rivoluzione arancione” democratica e civica mostrava di essere a un passo dal raggiungimento dell’obiettivo sintetizzato dallo slogan “Giuliano libera Milano”, le decine di migliaia di milanesi scesi in piazza senza simboli di partito e con convinzioni politiche differenti fra Piazza Cadorna e la nuova meravigliosa Darsena richiamati dal Sindaco e dalla sua amministrazione hanno reso palese che i principi del senso civico, dell’autonomia e dell’appartenenza a una comunità che affronta senza ideologismi ma con grande pragmatismo ogni situazione sono tornati a essere un valore per tutta Milano e non solo per una sua parte, maggioritaria o minoritaria che fosse.

02dalfonso17FBQuattro anni fa una situazione come quella determinatasi con le devastazioni dell’1 maggio avrebbe provocato una contrapposizione parolaia, inconcludente e pericolosa che avrebbe visto schierati partiti ed esponenti politici su virulente posizioni antagoniste che avrebbero finito per trascinare anche i cittadini in una spirale di contrapposizione poco sensata e utile.

Oggi abbiamo la prova del fatto che è tornata la convinzione che il “bene comune” non è la somma del bene individuale, più spesso delle fortune e delle furbizie personali elevate a sistema e che termini come progetto, programmazione, buona amministrazione non avevano quegli aspetti plumbei e occhiuti che la destra dei condoni ripetuti strilla a ogni piè spinto ma sono parte di un progetto di vita comune della comunità ambrosiana.

Eppure questi quattro anni sono trascorsi sopportando la fatica di governare, superando le prove di dover amministrare una città incrociando le speranze e le promesse indotte dalla grande cavalcata della primavera arancione con una crisi irreversibile, fra le altre, del modello della finanza pubblica locale instauratosi con la Repubblica Italiana; né sono state poche le misure impopolari e anche controverse che l’Amministrazione Pisapia ha dovuto più che voluto adottare, scontentando prima di tutto fasce importanti del proprio elettorato di riferimento.

Il sindaco Pisapia è riuscito a recuperare dignità e onore all’istituzione che guida e al contempo a ripristinare un clima di collaborazione istituzionale a tutti i livelli: la coesione civica della manifestazione dei giorni scorsi ha dimostrato che la “rivoluzione arancione” ha vinto politicamente anche su questo piano.

Non ho sbagliato a usare il termine di “partito” per indicare la vittoria della politica di centrosinistra contro l’antipolitica prima che contro il centrodestra e per definire l’emergere chiarissimo di un municipalismo milanese orgoglioso protagonista delle giornate di apertura di Expo e delle tante realizzazioni giunte a conclusione in questi giorni e pronto a rispondere ai tentativi di ferirne l’animo e rovinarne l’immagine operato dai lanciatori di bottiglie incendiarie e dagli incendiari della parola e del comunicato stampa.

Gli elettori e i sostenitori del centro-sinistra hanno avuto fin dall’inizio il proprio riferimento tanto per le critiche quanto per il sostegno e l’adesione nel Sindaco e nella Giunta che guidavano la maggioranza uscita dalle urne, non certo nei partiti o nei gruppi che facevano parte di una coalizione che nessuno ha mai percepito come somma di distinte individualità, ma come un’entità unica più che unitaria. I cittadini milanesi di diverso credo politico o semplicemente senza credo politico che hanno riconosciuto nel Sindaco e nella Giunta che si è stretta intorno a lui nel corteo della Darsena i difensori dei valori civici di Milano, hanno indicato una chiara priorità: quella dell’autonomia politica e culturale.

Siamo in piena continuità ideale e politica con la storia della sinistra riformista milanese e con il suo pragmatismo saldamente ancorato a principi condivisi, che si sostanzia nell’affrontare innanzitutto i problemi più importanti che non sono tali perché a priori o in teoria qualcuno ha deciso che siano così, ma perché imposti dalla realtà dell’intera comunità e non di una parte, per quanto composta possa essere da amici e sostenitori della prima ora.

In tutta evidenza non esiste ancora coincidenza fra “forma partito” e “sostanza di partito”, anche se abbiamo imparato ad adattarci e a stare lontani dalle tipiche beghe fra gruppi e sigle della sinistra italiana. Il sindaco Giuliano Pisapia ha supplito ancora fino a ieri a questa carenza, annullando di fatto le distanze e le difficoltà di rapporti fra le diverse formazioni e movimenti.

Con l’annunciata rinuncia al secondo mandato Pisapia ci chiama, consapevolmente o meno, a superare lo iato esistente fra forma e sostanza. Il partito municipale, civico e riformista, deve imparare a camminare da solo.

Franco D’Alfonso



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