7 gennaio 2015

AREA CALCHI TAEGGI: COME PREMIARE I FURBI


La vicenda dell’area Calchi Taeggi, ancora nelle mani della magistratura, sta subendo una svolta determinata da scelte dell’Amministrazione comunale, che lasciano sconcertato il cittadino. Sono in ballo diritti edificatori per gli oltre 123.000 mq di superficie pavimentata che furono approvati per quell’area nel 2007. La convenzione che regolava l’accordo relativo a quel P.I.I. vincolava i due proprietari, soggetti attuatori, alla bonifica dell’area, nota per essere stata per trent’anni una ex-discarica incontrollata di rifiuti. Il Comune, che per decenni non aveva fatto nulla per risolvere la vicenda di quella bomba ecologica, scelse la soluzione di approvare il massiccio piano edilizio nella speranza di nascondere sotto il cemento di un nuovo quartiere un passato imbarazzante, che tra l’altro aveva visto la società municipale di raccolta delle immondizie contribuire a colmare l’ex-cava di ogni genere di rifiuti.

10pennacchietti01FBDopo aver ottenuto i permessi di costruire, i proprietari dell’area presentarono un “piano di bonifica” che, richiamando i dati di caratterizzazione dell’area risalenti al 2003 (quattro anni prima dell’approvazione del Piano edilizio!) e riconfermando le linee operative già in precedenza condivise dagli enti di controllo (dicembre 2005), dichiarava l’impossibilità di procedere alla bonifica (costi eccessivi, difficoltà di spostare 1.800.000 metri cubi di rifiuti depositati…) e proponeva di operare sostanzialmente con una semplice “messa in sicurezza” dell’area (copertura con telo…). Questo progetto fu approvato dagli organismi incaricati.

A questo punto però, a sconvolgere i piani del Comune e dei proprietari, è intervenuta la magistratura (novembre 2010) che ha valutato illegale il procedimento. Ora scopriamo che è stata inserita nel nuovo PGT una norma transitoria fatta su misura per i proprietari di Calchi Taeggi, una norma, come si dice, “ad personam”: il comma 7 dell’art. 31 (Piano delle regole). In questo comma, che riguarda la delocalizzazione delle volumetrie, oggetto di piano o programma approvato alla data di adozione del presente PGT, si riconoscono i diritti edificatori, spostabili in altre aree, anche in forma frazionata, … qualora vi sia un’impossibilità effettiva e riscontrabile di ripristino ambientale… a patto che l’area venga messa in sicurezza e ceduta gratuitamente o asservita all’uso pubblico.

Non sappiamo chi abbia inserito quel comma nel PGT. Sappiamo solo che non c’era nel PGT adottato (luglio 2010); mentre compare nel PGT approvato (maggio 2012). E non sembra essere frutto di una delle oltre 5000 osservazioni al PGT presentate tra le due date sopra indicate. Risultano evidenti le furbizie dell’operazione.

Si acquista a prezzo di saldo un’ex-discarica, posta in una zona urbana appetibile, si stipula una convenzione con il Comune che prevede un succulento piano edilizio a patto che la si bonifichi “secondo le leggi vigenti”, e poi non lo si fa, dichiarando che le condizioni dell’area (che pure erano conosciute da molto prima) non consentono la bonifica. Poi, quando interviene la magistratura, e ancora prima che il giudice abbia emesso la sentenza, si viene premiati con il comma sopra citato, che non solo pone di fatto le premesse per giustificare la mancata bonifica; ma riconosce senz’altro ai proprietari i diritti edificatori che non hanno utilizzato in quell’area, perché possano spenderli in altre aree o magari, chissà, venderli sul mercato immobiliare.

Noi cittadini invece riteniamo che i due soggetti attuatori non siano titolari di diritti edificatori acquisiti, trasferibili automaticamente su altre aree. Capiremmo che si procedesse per chiedere i danni a chi non ha rispettato i termini della convenzione, non capiamo invece perché chi ha acquistato consapevolmente un’ex-discarica per tentare una vergognosa speculazione edilizia non solo non venga obbligato dalla legge italiana a metterla in sicurezza, senza contropartite di sorta, ma sia anzi, come in questo caso, generosamente premiato.

E chi pagherebbe il generoso premio? Naturalmente chi non ha alcuna colpa in questa brutta vicenda, ossia i cittadini, che rischiano di perdere altre vitali aree verdi, in cambio di un’area di cui ora i proprietari vogliono evidentemente disfarsi e che, seppur messa in sicurezza, sarà sempre soggetta a costose manutenzioni periodiche col rischio reale che si aggravino le condizioni dell’inquinamento dei terreni e della falda sottostante.

Sergio Pennacchietti

Comitato Calchi Taeggi



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