27 luglio 2009
“Perché è uno dei luoghi più incantevoli di Milano, e con la stagione dei concerti diventava la nostra piccola Woodstock! (che dite, avrò esagerato?) E perché è vero che a Monluè ci si innamorava…
Perché ci ho fatto l’addio al celibato, suonavano i Figli di madre ignota e nella calca ho perso pure un amico. Poi ritrovato.
Perchè è uno dei pochi spazi storicamente e artisticamente dignitosi della nostra città!!!”
Cascina Monlué, nel corso degli ultimi 15 anni, è diventato un luogo importante delle vita culturale di Milano. La sua programmazione progressivamente sempre più ricca e diversificata ha rappresentato il crescere ed il raffinarsi del gusto e della cultura musicale di tantissimi giovani milanesi sia come pubblico sia come artisti. I suoi festival dalla Notte di San Lorenzo a Mediterranea, La festa della Musica , Show Case, East is West , i suoi concorsi per giovani band e giovani artisti come Pagella Rock, Cantautori e Scorribande hanno segnato l’epoca della ripresa della musica a Milano e della crescita di una grande generazione di nuovi artisti e tendenze . Un laboratorio vivo di socialità, di conoscenze, di musica e di coesione culturale e sociale.
Non abbiamo perso le speranze di restituire questo spazio concreto e simbolico ai suoi frequentatori.
La nostra associazione rappresenta una delle reti più vissute e partecipate nella metropoli milanese con le sue esperienze di autorganizzazione sociale e culturale e la sua estesa ramificazione diffusa soprattutto nei territori sensibili della città ( vedi sito: www.arcimilano.it) assume una particolare funzione di animazione culturale della comunità che integra e risolve la non sempre presente attività istituzionale.
Maggiormente in Monluè questa nostra vocazione e competenza ha sempre assunto un significato di servizio e di dono che arricchiva l’estate milanese di presenze artistiche di alto livello e di variegate tendenze, accessibili ad un grande pubblico e basso costo, rianimando una località preziosa altrimenti destinata al lento e inarrestabile degrado, rei inventandola come luogo vivo di socialità, di convivenza e di cultura transgenerazionale e transculturale. La Cascina Monluè come Bene Comune, della collettività, come spazio di utilità sociale, rimedio spesso alla solitudine e al degrado personale e collettivo. Noi non rinunciamo alla visione di una città aperta, colta ed umana, progressiva e responsabile che sa vivere il proprio tempo e le opportunità che esso propone arricchendole e moltiplicandole per la comunità intera.
Per questo il 17 Luglio abbiamo presentato a Palazzo Marino, due proposte per provare a riaprire di fatto la Cascina l’Estate prossima.
La prima è un progetto di messa in sicurezza acustica degli abitanti del borgo (qualche decina), facilmente attuabile, relativamente poco costoso, circa 60 mila euro, che possa mantenere alta la qualità dell’ascolto dei concerti e nello stesso tempo rispettare i limiti imposti dalla Asl. Una proposta capace di tenere in equilibrio il diritto di pochi al riposo con quello di tanti alla fruizione culturale e all’aggregazione.
La seconda invece è una proposta più ambiziosa, molto più costosa, è un progetto di ristrutturazione della Cascina ( che oramai lasciata al degrado sta rovinosamente crollando in alcune sue parti), che nel rispetto della sua storia la trasformi in un Centro di Ricerca e Documentazione sulle culture musicali del Mondo. Un progetto complesso, ma che renderebbe giustizia ad una città come Milano, capitale della Musica almeno in Italia, priva di un centro del genere, a differenza di molte altre città europee e mondiali. C’è l’Expo in arrivo c’è un dibattito sul lascito, sull’eredità che questo evento dovrebbe lasciare alla Città e noi abbiamo provato a mettere in campo un’idea. E’ il compito anche di un’associazione di promozione sociale e culturale quale noi siamo.
E le oltre mille persone che hanno partecipato al Monluè Social Party, la sera stessa del 17, ci dicono che le proposte vanno nella direzione giusta.
Vedremo…..
Emanuele Patti