9 luglio 2014

AMBROSIANEUM: EXPO, LA REALTÀ (CRITICA) E LE SPERANZE


Esistono diversi validi motivi per cui i milanesi – e non solo loro – dovrebbero leggere il Rapporto sulla Città – Milano 2014 dedicato a “Expo, laboratorio metropolitano cantiere per un mondo nuovo“. Il primo sta nel fatto che il Rapporto, pubblicato dalla Fondazione Culturale Ambrosianeum in collaborazione con diverse università cittadine grazie al contributo di Fondazione Cariplo ed edito da Franco Angeli, punta i riflettori a tutto tondo – per la prima volta – sulla manifestazione che nel 2015 tenterà di promuovere la nostra città a fulcro di un discorso inedito su modelli di sviluppo e lotta alle diseguaglianze: partendo dal tema “alto” con cui Milano si è aggiudicata Expo 2015 -“Nutrire il pianeta. Energia per la vita” – la scommessa vorrebbe infatti essere quella di rendere la città più inclusiva, operosa e pioniera, anche per rispondere alla domanda di “nuovo umanesimo” (parole del cardinale Scola), che si leva da più parti a fronte di evidenti segni di disagio nel tessuto sociale.

04rozzi26FBNon che le cose, sul fronte Expo, siano fin qui andate per il meglio. Ma se la crisi economica, i ritardi, i problemi di governance e di assetto dei suoli, i progetti via via ridotti in base a finanziamenti sempre più scarni (aspetti, questi, ben indagati dal Rapporto), e soprattutto le inchieste giudiziarie (delle quali, invece, il Rapporto non dà conto) hanno per molti versi costretto a ridimensionare le ambizioni connesse alla manifestazione, restano tuttavia aperti margini di speranza. Quegli stessi margini indicati dal presidente Ambrosianeum Marco Garzonio nella Prefazione al volume, dove attraverso un articolato esalogo giocato tra “purificazione” e “vigilanza”, “chiarezza” e “responsabilità”, “deserto e perseveranza”, si propone uno scatto d’orgoglio in senso etico, offrendo alcuni punti fermi “per chi vorrà approfondire, personalmente e in un confronto comune, uscire dal contingente, riprendere a volare alto, a sognare”.

Perché, ha spiegato Garzonio alla presentazione del Rapporto, il senso vero della manifestazione potrà venire solo “dal far slittare il motto di Expo, in origine basato sulla nutrizione e sul suo pur imprescindibile aspetto materiale, verso una dimensione culturale, morale ed etica. Solo se ci si nutre di idee, di valori, di responsabilità e di impegni, Expo 2015 sarà un successo. Altrimenti resteremo schiavi degli scandali e delle polemiche. Ma ricordiamoci: Milano, in passato, è uscita dai guai soltanto quando, al di là del ‘fare’, ha saputo preoccuparsi del ‘verso dove'”.

Fin qui lo spirito del volume. Quanto ai contenuti, spaziano a 360 gradi attorno a una manifestazione ancora forzosamente alla ricerca di una propria fisionomia definita, mettendo in luce alcuni nuclei tematici forti, supportati da dati inequivocabili, in grado di offrire efficaci spunti di riflessione a chi voglia metter mano, nei mesi che restano, al “senso” di Expo 2015.

Ecco allora il fronte occupazionale, su cui tanto si era scommesso: rispetto alle aspettative, numeri alla mano, la rassegna ha finora creato poco lavoro, e quel poco flessibile, in un settore – per adesso le costruzioni, più avanti servizi, turismo, industria e made in Italy – dove i rapporti sono per loro natura a termine. Vero è che un bilancio definitivo si potrà tracciare solo a manifestazione conclusa, ma resta il fatto che i dati di Camera di Commercio, Società Expo 2015 e Ipsos convergono. Con l’aggravante, si spera momentanea, della relativa sfiducia con la quale le imprese milanesi guardano alla manifestazione: solo il 3% delle imprese cittadine è infatti direttamente coinvolta in Expo, solo il 14% crede che ne trarrà vantaggi di fatturato, e solo il 12% conta su nuovi business con l’estero.

Strettamente connessa al tema portante di Expo, ecco poi la questione del diritto al cibo e della povertà alimentare, ormai pressante a Milano e nel territorio, come testimoniano i dati del Banco Alimentare e di Caritas Ambrosiana, che dipingono una città sempre più povera, più affollata di bisognosi, più esigente in termini di aiuti alimentari (76% di assistiti in più dal 2008 al 2013).

Infine, tra spunti sull’agricoltura periurbana, status di “smart city“, food safety (in città dovrebbe nascere una Scuola di Alta Formazione internazionale), impegno del mondo cattolico (il Refettorio ambrosiano promosso dalla Diocesi) e molto altro, dal Rapporto emerge prepotente la questione della “legacy” di Expo, ovvero di quel che resterà alla città e ai suoi abitanti una volta chiusi i cancelli della manifestazione. “Un tema, questo, non ancora esplorato a fondo, ma assolutamente fondamentale – spiega la curatrice Rosangela Lodigiani, ricercatrice di Sociologia della Cattolica – Ne è un esempio virtuoso la Fondazione Cascina Triulza, con i suoi 40 e più soci che animeranno il padiglione della società civile destinato a restare alla città a Expo conclusa”.

 

Alessandra Rozzi

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Il volume è attualmente in vendita alla Fondazione Ambrosianeum al prezzo scontato di 20 euro invece dei 27 di copertina, da settembre sarà in distribuzione in libreria. Per informazioni: info@ambrosianeum.org



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