2 luglio 2014

la posta dei lettori_02.07.2014


Scriva Sergio Brenna a proposito di piazza Gino Valle – Apprezzo e condivido il commento di Gianni Biondillo su piazza Valle all’ex Portello posta a confronto con piazza Duomo e la sua storia. In fondo sono le stesse considerazioni che Giuseppe Rovani nel suo “Cento anni” (Milano 1859, cap. X, Garzanti 1975, pp. 604-611) faceva svolgere tra due dotti sfaccendati a proposito dell’ultimazione di piazza Duomo, allora ancora in costruzione, in una notte di festeggiamenti all’aperto tra il 28 e il 29 giugno del 1766, in cui la protagonista del romanzo viene liberata dal suo rapimento. 250 anni fa (150 se vogliamo stare alla data di pubblicazione) e ancora non abbiamo appreso la lezione.

Scrive Renzo Riboldazzi a proposito di piazza Gino Valle – Caro Biondillo, complimenti per il suo articolo. Non ho ancora visitato di persona piazza Gino Valle ma non ho dubbi che sia come lei la descrive. È la condizione della gran parte dei luoghi che ci ostiniamo a chiamare “piazze” nonostante non lo siano praticamente mai.

Scrive Vito Antonio Ayroldi a proposito di piazza Gino Valle – Concordo con l’ottimo Biondillo. Aggiungendo che il parcheggio rinvia obbligatoriamente alla concezione di mobilità che il progetto presuppone. Evidentemente Milano oltre Area C non intende sforzarsi e le scelte poi sono quelle che sono. Ma la committenza avrà avuto un ruolo, delle responsabilità? Chi impone a chi la visione, l’idea che sottende un progetto urbanistico? Anche a queste domande, forse, sarebbe utile dare una risposta.

Il mondo sta andando tutto da un’altra parte ma chi progetta, finanzia, autorizza immagina che i cittadini milanesi e lombardi non potranno che andarci in automobile. È un modo ….

Ho trascorso una settimana nella Capitale dovendola girare in lungo e in largo. La città è conciata in tal guisa che un visitatore non deve fare alcun sforzo per riconoscere quelle caratteristiche tipiche di confusione, rumore, inciviltà che Marziale e Giovenale descrivevano ai tempi dell’antica Roma. Eppure è bellissima. Una cagna in mezzo ai maiali cantava De Gregori. La celebre nuvola di Fuksas ad esempio è circondata da ruderi ancora in piedi, che conferiscono al luogo l’aspetto di una quartiere bombardato tipo Beirut. In realtà è l’Eur, il celebre quartiere fascista voluto da Mussolini, progettato da Piacentini, e costruito in età Repubblicana, sic! Al ritorno in città, Milano mi è sembrata Stoccolma ! Mi consolo con l’aglietto come dicono là. Che al peggio non c’è fine.



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