19 marzo 2014

MUNICIPI E CONSIGLI DI ZONA: ACCELERARE IL FUTURO GUARDANDO IL PRESENTE


Faticoso, decentrare. Lo stato dell’arte del processo che dovrebbe trasformare i Consigli di Zona in Municipalità potrebbe essere raffigurato come un quadro dell’astrattismo, in cui si può afferrare il tutto e il niente, se non fosse che, in realtà, le cose si stanno muovendo. Lentamente, ma si muovono. Ci sono alcuni segnali che ne danno conto.

08arrigoni11FBIl primo è che il Sindaco, Giuliano Pisapia, da qualche mese ricorda risolutamente e reiteratamente che, nel 2016, anno del rinnovo amministrativo, si voterà per i Municipi. Cosa ovvia, si dirà. Invero, è la frequenza con cui l’affermazione viene fatta che racconta la fase di accelerazione.

Il secondo è la consapevolezza – ora abbastanza diffusa – che va cambiato lo Statuto del Comune, mettendo i Municipi (con relative competenze e organizzazione) al posto delle Zone, e che questo va fatto nel 2014, per far sì che tutto sia pronto nel 2016.

La terza è che, nel frattempo, quelle competenze (manutenzione del verde e delle scuole, in particolare, ma non solo) che la Giunta a fine 2012 aveva affidato alle Zone, devono essere trasferite veramente, attraverso passaggi organizzativi e decisionali certi. Sul tema, della manutenzioni, peraltro, va annotato che la cosa (decisione di indirizzi e interventi) funziona già in alcune Zone, meno in altre, in una dissincronia che va messa in ordine.

Accanto a questo, c’è il percorso verso la Città Metropolitana, in discussione al Parlamento, sul quale l’Anci ha recentemente riproposto un appello alla positiva conclusione. Deve essere chiaro, però che, vadano in porto o meno (meglio certo la prima) le Città Metropolitane, i Municipi, a Milano, occorre farli lo stesso.

A questo punto, occorre cercare di afferrare i passaggi prossimi, e i problemi, che si porranno.

Statuto, anzitutto. Stante la natura (fondamentale) della norma, per le modifiche (come per l’approvazione) si tratta di “procedimento aggravato”. Ossia, voto favorevole di due terzi del Consiglio Comunale o, ove non si raggiunga tale maggioranza, due approvazioni in trenta giorni da parte della maggioranza assoluta dei componenti. Ora, per una modifica di tal genere, ben sarebbe opportuno raggiungere i due terzi, e quindi coinvolgere maggioranza e opposizione. Per partire, giusto mettere una proposta sul tavolo. A parere di chi scrive, utile “copiare”, e, se del caso, poi, “inventare”. Copiare perché ben si può prendere da Statuti esistenti, come quello che delinea i Municipi a Roma. Inventare poiché su quella base – e sull’esperienza svolta – si possono più facilmente risolvere criticità e aumentare l’innovazione. Quindi, primo passo, mettere sul tavolo una proposta chiara e aperta.

A partire dalla innovazione, vanno risolte le criticità delle attuali attribuzioni di compiti alle Zone (manutenzioni verde e scuole, ma anche altro come gli impianti sportivi, gli edifici socioassistenziali, la gestione del demanio zonale, il commercio itinerante, …). Criticità sostanzialmente organizzative, una volta chiaro a tutti che i Consigli di Zona danno gli indirizzi, i funzionari gestiscono sulla base degli indirizzi dati. Ora – per dirla in modo un po’ crudo – molte resistenze della burocrazia vengono non tanto, o non solo, dal fatto di avere più interlocutori (9 Zone) bensì dall’ipotesi di trasferimento in sedi diverse. Dovrebbe essere chiaro, assodata la cornice telematica, che sono le idee, i documenti, anche le parole (se del caso corredate con volti) che si trasferiscono, non le persone. I mezzi lo consentono, occorre che il Comune adotti innovazioni tecnologiche ulteriori (parlarsi e vedersi via web, dettare col programma che scrive, …). Serve un adeguamento di mentalità, che, ad oggi, appare un “atto dovuto”.

Infine, il prossimo bilancio. Qualche segnale va dato. Nel bilancio precedente, era scritto (contando non sfugga, fra le molte pagine) l’impegno a rendere visibili, per le attribuzioni alle Zone, le somme disponibili ad ognuna delle nove. Operazione a costo zero, poiché si tratta di suddividere quanto previsto. Segno piccolo, ma tangibile, della attenzione al percorso.

A cornice del tutto, la ricerca di una partecipazione diffusa al percorso. Il Comune ha attivato un sito che – oltre a documenti utili – si presenta come un forum aperto al contributo. Benché l’argomento non sia leggero, né di immediata concretezza, qualche discussione in più (a partire da gruppi di interesse, associazioni, partiti e movimenti) sarebbe utile: l’argomento è quello di rendere l’amministrazione più efficace e più attenta nella lettura del territorio.

 

Fabio Arrigoni

presidente Consiglio di Zona 1 – Centro Storico



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