18 dicembre 2013

LICEO ECONOMICO E SOCIALE A MILANO


L’economia e il suo linguaggio hanno conquistato la comunicazione e la vita quotidiana; l’economia domina la politica e ha invaso l’etica e il diritto. Oggi ragioniamo, sentiamo e decidiamo sempre più valutando costi e benefici delle scelte. Piaccia o non piaccia, l’economia é al centro della cultura dei nostri giorni. Eppure in Italia, diversamente da altri paesi europei, di economia non vi é quasi traccia nell’educazione scolastica media e superiore. La “classe dirigente” del nostro paese, quella che dovrebbe prendere decisioni che coinvolgono gruppi più o meno ampi della società, con poche eccezioni é digiuna di conoscenze economiche. L’eccezione é rappresentata da qualche dirigente di aziende private e pubbliche e da qualche professionista. Solo una minoranza di parlamentari ha rudimenti economici, spesso di marketing, eppure legifera frequentemente su tematiche economiche. Per l’uomo politico italiano la politica e i suoi volteggi sono il prius e l’economia ci si deve adattare. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti noi..

11silva44FBL’economia, intesa come area disciplinare di studio, non é una scienza come la fisica e la biologia. Certo l’economia é una scienza diversa da quelle “dure”, ma é un ambito conoscitivo che segue un preciso metodo scientifico – modelli e verifiche empiriche – e studia fenomeni oggi fondamentali. Sulla base di quella classificazione ideologica delle conoscenze, la riforma delle le scuole superiori del 1923 progettò un liceo elitario poggiato sulla cultura classica e storica, e uno aperto alle vere e uniche scienze, il Liceo scientifico. Sotto vi erano le scuole tecniche e professionali. L’economia e le scienze sociali mancavano nei piani formativi con l’esclusione di alcuni Istituti tecnici, dove avevano una funzione strumentale. Finalmente pochi anni or sono con la Riforma Gelmini é stato introdotto il Liceo Economico e Sociale (LES), inserendolo peraltro nella famiglia dei Licei umanistici, ex-magistrali.

Il LES, nel quale sono impartite ore dedicate all’economia e al diritto, e ad altre scienze sociali, si sta diffondendo, molto lentamente. A Milano il numero di classi é ancora esiguo, poco più di dieci. Lo sviluppo non é dettato dall’alto, ossia dal Ministero: la spinta iniziale viene dai presidi delle scuole, ma vi deve poi essere il “concerto” degli uffici scolastici, la cui richiesta passa alla Provincia la quale a sua volta deve chiedere l’autorizzazione alla Regione. Forse il processo decisionale é peggio ora che nel vecchio sistema centralizzato! Comunque tutto parte (o si ferma) in seguito alle pressioni favorevoli o sfavorevoli degli insegnanti e alle richieste delle famiglie, che comunque sono molto poco informate sull’esistenza e il senso del LES.

Questo procedere é troppo lento e inoltre non tocca la famiglia di licei da cui proviene la maggior parte della classe dirigente, e in particolare il Liceo scientifico. I genitori, gli insegnanti, i presidi dovrebbero spingere perché si dia più spazio a questa offerta didattica. Il LES, almeno sperimentalmente, può essere accolto nei licei scientifici. Milano é una città che deve essere sensibile a questo tema: é al centro dell’economia nazionale e dispone di tre buone Facoltà di economia – Bocconi, Cattolica, Bicocca. Vi sono istituzioni nazionali già attive nella promozione del LES e che possono contribuire alla sua modulazione anche nei licei scientifici: sono l’Associazione Europea per l’Educazione Economica (AEEE) e la Società Italiana degli Economisti (SIE). É necessaria un po’ di lungimiranza e di imprenditorialità da parte degli insegnanti e dei Presidi dei licei scientifici milanesi, affinché si attivino per sperimentare nei loro edifici il LES, un corso il cui contenuto é ancora molto in formazione e quindi adattabile a questo tipo di formazione.

Questo breve articolo é un pressante appello in tal senso.

 

Francesco Silva

 



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