8 maggio 2013

LA GRECIA NON È SOLO CRISI: MILANO INCONTRA IL PONTO


Venerdì 19 aprile presso il Caffè Letterario dell’Università IULM di Milano si è tenuto un interessante incontro sulla realtà culturale e politica del Ponto da titolo Il Ponto: una realtà ‘danzante’ tra storia e tradizione. La madrina è stata la professoressa Giovanna Rocca, ordinaria di Linguistica presso l’Ateneo e appassionata di cultura e danze del Ponto, che ha ideato l’evento al quale hanno collaborato il Consolato Generale di Grecia e il Centro Ellenico di Cultura di Milano.

I saluti introduttivi sono stati del Preside della Facoltà di Arti, Turismo e Mercati il professor Angelo Turco, il quale ha ricordato come ogni minoranza etnica si riconosce e fortifica nella lingua e nella religione, e specificatamente la minoranza greca pontica in Turchia ha mantenuto con forza e passione le proprie danze tradizionali, che sono diventate forse più ancora della lingua e della religione l’elemento di riconoscimento (la sphragís dicevano i Greci antichi) dell’intera etnia. A lui sono seguiti i saluti del Console generale di Grecia a Milano, Georgios Papadopoulos, il quale con una nota di commozione ha raccontato la propria origine di greco pontico della diaspora, dicendo che “non c’è famiglia pontica che non abbia un lutto risalente al genocidio greco [degli anni Venti del sec. XX perpetrato dai Turchi di Atatürk]”. Al discorso del genocidio greco si è riallacciato il saluto di ringraziamento del Presidente del Centro Ellenico di Cultura di Milano, Nikolaos Velissiotis, ricordando come di tutti i genocidi del sec. XX quello pontico degli anni Venti sia stato il più dimenticato e facendo appello “a non dimenticare” ha concluso ringraziando l’Univeristà IULM per l’accoglienza.

Il primo dei due interventi principali è stato della professoressa Rocca, la quale partendo dall’esperienza autobiografica della philoxenía (ospitalità) del Ponto ha proseguito la relazione enucleando alcune altre ‘generosità’ del Ponto nella lingua e cultura italiana (e non solo), come le ciliegie portate in Italia nel sec. II a.C. dal generale romano Licinio Lucullo durante una spedizione militare in Ponto; il nome del re pontico più famoso Mitridate, che è diventato famoso per la sua assuefazione ai veleni (da cui l’italiano mitridatizzare, ‘rendere immune da una sostanza’), ma anche per la sua poliglossia (si racconta che fosse capace di parlare la lingua di ogni regione del proprio regno, che erano ventidue); oppure ancora il nome della città pontica più importante, Trapezunte (in italiano Trebisonda), da cui l’espressione italiana perdere la trebisonda, cioè ‘perdere la bussola/l’orientamento’, dal momento che Trebisonda era il porto più facilmente raggiungibile da tutte le rotte nel Mar Nero.

Il secondo intervento (avvenuto in greco, con la traduzione simultanea di Margherita Vissaris) è stato del maestro di danze greche Ioannis (abbreviato Giannis) Eufraimidis di Atene, il quale ha descritto la geografia etnografica del Ponto attraverso le sue danze, descrivendo per esempio come gli abiti e il ‘molleggiare’ sulle gambe (in greco sousta) siano più morbidi sulle coste e isole pontiche perché ricorda l’onda marina, mentre siano più fascianti e rigidi nell’entroterra per la più dura vita di montagna. Al suo intervento ha fatto seguito il seminario pratico di danze pontiche, intervallate da istruzioni di natura storica ed etnografica del Maestro, al quale tutti i partecipanti dell’evento (studenti dello IULM, grecisti e Greci della comunità milanese e appassionati) hanno preso parte con grande interesse, attenzione dando effettiva dimostrazione di quello di cui parlava il Maestro Eufraimidis: “ena megalo Emeís, ohi ena Egó, eínai stous Pontiakoús horoús” (un grande Noi, non un Io, c’è nelle danze del Ponto).

Domenico G. Muscianisi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



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