19 febbraio 2013

Scrivono vari 20.02.2013


Scrive Valentino Ballabio a Ugo Targetti – Le tue interessanti osservazioni mi sembrano complementari all’appello ai candidati sulla legislazione regionale (e nazionale) in materia urbanistica, sopratutto nel senso di legare le normative specifiche (analogo discorso riguarda la altrettanto scottante tematica sociosanitaria) a una ridefinizione dell’assetto istituzionale regionale e sub-regionale. Purtroppo, anche in questa campagna elettorale, non se ne parla proprio: non appartiene all’orizzonte cognitivo della classe politica, candidabile e ricandidabile fin che si vuole ma tutta senza eccezione impermeabile al problema dei mezzi istituzionali e amministrativi coi quali conseguire gli scopi proclamati (territorio e ambiente, occupazione e crescita, salute e welfare, giovani e anziane senza dimenticare le donne, ecc.). Esaurita la sbornia “federalista”, variamente aggettivata anche a sinistra, nonché la smania “abolizionista” delle province – dopo che si era andati vicino a un moderato e sensato riaccorpamento – prevale uno scrupoloso riserbo. Ad esempio, nello stesso numero di “ArcipelagoMilano” Arturo Calaminici definisce “sgorbio” il fallito decreto Monti, che in effetti conteneva accanto alle luci (la riproposizione della città metropolitana coincidente con la relativa area) pesanti ombre (oscuri e inefficaci organi di governo di secondo grado). Ma in alternativa il centro sinistra, dopo i disegni di legge dei senatori Besostri (2001) e Pizzinato (2002) – presto abbandonati al loro infausto destino – cosa ha proposto al riguardo in questo decennio? E le istituzioni da esso amministrate (la Provincia dal 2004 al 2009 e il Comune di Milano attualmente)?



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