23 gennaio 2013

teatro


LA MERDA

di Cristian Ceresoli con Silvia Gallerano

ina produzione di Cristian Ceresoli e Marta Ceresoli dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia con il supporto di The Basement (Brighton, UK)

Producer Marta Ceresoli Acting director Silvia Gallerano

 

Non mi era mai capitato di andare a una “ultima” di lunedì e trovare una fila di almeno venti persone in lista d’attesa, salvo in casi di grandi polemiche/pubblicità mediatiche, come era successo l’anno scorso per la Raffaello Sanzio. È vero che il Teatro I ha pochi posti, ma – evento abbastanza raro – i biglietti per La merda erano finiti già da parecchi giorni; e il sold out c’era stato anche l’anno scorso, per la prima nazionale sempre al Teatro I, e pure a Edimburgo al Fringe Festival, dove lo spettacolo ha vinto il premio più prestigioso, il Fringe First Award.

Silvia Gallerano accoglie il pubblico già sul palco, nuda, parlando con gli spettatori e esortandoli – con una voce che fin da subito sembra “strana” – a sedersi, a togliersi i cappotti e a spegnere i cellulari. Quando lo spettacolo inizia la voce cambia, e poi cambia ancora, si alza, si abbassa, si distorce e diventa immediatamente la protagonista assoluta della messa in scena: la Gallerano ci gioca, non solo dando parola con grande abilità tecnica ai personaggi della storia che racconta (la protagonista, il padre, la madre, la segretaria al telefono, il ragazzo handicappato), ma trasformandola in materia quasi tangibile, in grado di occupare spazi, creare dinamiche e guidare una partitura corporea di grandissima espressività.

Peccato però che sfugga completamente la necessità del nudo integrale, ormai così vecchio nel suo essere il residuo di un avanguardismo morto e inflazionato, che ci sarà da gridare allo scandalo quando in uno spettacolo che vuole darsi un’aria underground gli attori resteranno tutti vestiti dall’inizio alla fine.

La storia raccontata è un grottesco cliché dell’Italia contemporanea: una ragazza brutta e grassoccia che vuole avere successo nel mondo dello spettacolo (in questo caso recitare in una pubblicità progresso sull’anniversario dell’Unità d’Italia) e – fra un padre che si butta sotto al treno e un’amara esperienza di sesso orale con un ragazzo handicappato – scopre di essere disposta a tutto per ottenerlo, perfino a mangiare i propri escrementi il giorno prima del provino, per assicurarsi di essere abbastanza grassa. Qualcuno la troverà una spietata fotografia dell’Italia contemporanea, qualcun altro un furbo tentativo di dare al pubblico una sensazionalità spicciola strabordante di cliché.

Tutte le critiche che si potrebbero fare, però, vengono messe in secondo piano dalla prova eccezionale di Silvia Gallerano che, dopo un’ora di talento selvaggio mescolato a un’incredibile tecnica vocale, nell’ultima scena canta anche una bellissima versione storpiata dell’Inno nazionale italiano, una chicca che rimarrà in mente a lungo al pubblico, almeno quello che è riuscito a entrare.

Teatro I dal 16 al 21 gennaio

 

In scena

Al Piccolo Teatro Strehler fino al 6 febbraio La modestia di Rafael Spregelburd, regia di Luca Ronconi.

Al Teatro TF Menotti fino al al 27 gennaio Anima errante di Roberto Cavosi, regia di Carmelo Rifici.

Al Teatro Elfo Puccini dal 22 al 27 gennaio Guerrai di Lars Noren, regia di Marinella Anaclerio.

 

 

questa rubrica è a cura di Emanuele Aldrovandi

rubriche@arcipelagomilano.org



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