25 luglio 2012

UN ANNO CON PISAPIA


30 maggio 2011 inizia una nuova fase della mia esistenza. A volte i casi della vita regalano sorprese inaspettate. Mi sono lanciata nella Milano Civica a sostegno del Sindaco Pisapia e sorprendentemente vengo eletta. Dalla società civile vengo catapultata nel mondo della politica. Una nuova avventura segnata da momenti di grandi emozioni e ricchi di nuove esperienze. Il primo ingresso a Palazzo Marino. Il saluto sull’attenti dei Vigili all’ingresso del Palazzo. Le gambe tremule. Il vestito elegante. L’avvio verso la grande scalinata, il tappeto rosso che ti invita a salire al primo piano verso l’ufficio del Sindaco. Rimango abbagliata dalla bellezza del luogo. Pare essere a una gita di scolaresche, mi guardo intorno, alzando lo sguardo verso gli affreschi affascinata da tutto. Il primo appello nella Sala del Consiglio, gremita di giornalisti e pubblico, vede tutti gli eletti, il Sindaco e gli Assessori in pompa magna. Si ode la potenza dei battiti del cuore dei nuovi eletti, che pompano a un ritmo accelerato per l’emozione da “primo giorno di scuola”. Tutto riflette l’animo e la voglia del cambiamento che insieme stiamo cercando di portare a Milano.

Non avevo idea di cosa mi aspettasse come Consigliera Comunale. Sicuramente non immaginavo un impegno così importante anche in termini di tempo. Un impegno, però, molto intenso, stimolante, entusiasmante, bello e ricco di sorprese.

La prima bella sorpresa è stata avere conferma di quanto già pensassi, a differenza di quanto facesse l’ex ministro Brunetta, sull’impegno lavorativo dei dipendenti pubblici. La lentezza e lungaggine dei lavori è dovuta alla burocrazia, alla mole di lavoro, alla scarsità di personale a volte. Gli impiegati pubblici lavorano mettendoci anima e passione. Non ci sono orari. Spesso le riunioni iniziano alle 19, per permettere ai lavoratori esterni (come i genitori presidenti dei collegi scuola/ o i rappresentanti delle commissioni mense) di partecipare al dialogo con l’istituzione. Sedute notturne che vedono la presenza di commessi, funzionari e dirigenti. Incontri di sabato e domenica. In un anno non ho mai sentito uno sbuffo o una lamentela.

La burocrazia, però, a volte uccide. Alcuni passaggi istituzionali sono lunghi. La grandezza della macchina comunale, i ruoli molteplici, i problemi da affrontare sono talmente tanti, gli intrecci tra assessorati sono vari, le abitudini a seguire sempre gli stessi iter e meccanismi sono difficili da modificare, che inevitabilmente i processi sono rallentati. E su questo campo vedo e sento la vera nuova sfida di questa amministrazione. Cambiare le abitudini, rivedere i percorsi prestabiliti. Ragionare con il pensiero laterale. Far dialogare gli uffici. Far sì che chi imbianca le aule sappia coordinarsi con chi deve abbattere o costruire le pareti. Un atto intelligente fatto da questa Giunta è stato quello ad esempio, di unificare la manutenzione scolastica ordinaria a quella straordinaria. Oggi si dialoga tra chi si occupa di edilizia scolastica e l’assessorato all’educazione, le zone e i dirigenti scolastici. Tutti insieme definiscono le priorità e i lavori da fare. Buon senso per tutti noi cittadini. Nuova organizzazione, mentalità e impostazione politica per il Comune.

Buon senso. Mi piace soffermarmi su questo concetto. Quanto mi ha mosso fino a oggi. Quello che ritrovo nel nostro Sindaco. Sono, un anno dopo, ancora entusiasta di questa avventura insieme a lui e alla sua Giunta. Buon senso o meglio, senso civico, pensare alla città per la città e non per un tornaconto personale, di potere, di voti. Valori che ritrovo in lui e in molti Assessori e Consiglieri.

Obiettivi e buon senso, però, non riescono a fare miracoli. Sono fiduciosa e ottimista che si riusciranno nei prossimi quattro anni a sbloccare le tante pratiche ancora ferme dentro ai cassetti e si riusciranno a realizzare tutti i sogni. Anche se i tempi del Comune / del pubblico, non si sposano per nulla con i tempi delle persone, con i tempi all’esterno. Il mondo si muove a due velocità diverse, una dentro e una fuori palazzo. Non per cattiva volontà ma per procedure, iter e impostazioni diverse, come detto prima. Capisco la durata del mandato di cinque anni.

Nel primo anno sono state fatte moltissime cose, allego una brochure con un elenco di quanto si è fatto, anche se non tutto, ma moltissime devono essere ancora portate a termine. Questo primo anno è servito per conoscere e fare il punto, Per sbloccare. Per iniziare a progettare.

Un semplice esempio. Negli ultimi venti anni nessuno ha mai fatto una mappatura degli edifici pubblici, una fotografia sulle classificazioni energetiche delle scuole, nessuno sa quanto consuma una singola scuola, non è mai stata effettuata una mappatura sulla presenza dell’amianto, né tantomeno messe a bilancio costruzioni per delle nuove scuole materne, nonostante un terzo siano da oltre venti anni giunte a fine vita essendo prefabbricati degli anni ’70. Ora ci vogliono come minimo quattro anni per abbatterle e ricostruirle, tra bandi prima per l’abbattimento, dopo per la costruzione ecc. Il piano delle opere pubbliche ragiona su tempistiche triennali, se sei dentro e trovi i fondi si procede altrimenti si attende ancora altri tre anni. Per programmare tutti gli interventi bisogna avere delle fotografie complete della città. Questa amministrazione per la prima volta dopo anni, ha cominciato a effettuare delle mappature sugli edifici, delle mappature sulle proprietà demaniali, che sappiamo in parte vuote, ma non sappiamo quante.

Mi è stato inoltre chiesto di raccontare come sia cambiata la mia vita. Credo che questa esperienza sia bellissima. Piena di esperienze positive e stimolanti, di crescita. Credo che tutti dovrebbero provarla, almeno una volta, un po’ come fare il rappresentate di classe, è utile per tutti. Ho conosciuto una Milano diversa, nuova. Ho l’opportunità di incontrare tantissime persone, di ogni tipo, nazionalità, età. Esperienze di vita completamente diverse dalla mia, che mi permettono di crescere un po’. Ho scoperto luoghi sconosciuti. Ho imparato molto e molto ho ancora da imparare. Una ricchezza umana, culturale, di contenuti che è un’opportunità e il vero privilegio che tutti dovrebbero vivere.

Da un altro punto di vista posso dire che la mia vita personale è forse un filo peggiorata. Se penso solo al mese di giugno, cinque notti e tutte le sere fino a mezzanotte in Consiglio Comunale. Un mese senza pranzare e cenare con la mia famiglia. Per fortuna ho un marito paziente e figli grandi. Altrimenti sarebbe stato di difficile realizzazione e un massacro economico di baby-sitter. Altro che privilegi della casta. Il vero privilegio invece è stato poter partecipare al concerto straordinario alla Scala organizzato per il Papa ed essere presente al suo discorso, o vivere il Consiglio e salutare personalmente il Dalai Lama, oppure potermi confrontare direttamente con il Sindaco e gli Assessori.

L’impegno del Consigliere va ben oltre le sedute del Consiglio. Si partecipa alle Commissioni Consiliari. Nella Milano Civica siamo solo due Consigliere. Ci suddividiamo quindici commissioni in due. Per fortuna con la Consigliera Anna Scavuzzo siamo in sintonia. Abbiamo gli stessi valori, sogni e desideri per la città. Crediamo nella stessa idea di civismo, rispetto delle regole, modo di governare, modo di vivere e muoversi in città. Riusciamo a suddividerci i compiti.

L’impegno è enorme. Prepararsi, documentarsi, confrontarsi con la società civile, ascoltare, condividere e capire i problemi e le soluzioni, sono la parte migliore, più interessante e entusiasmante di questa esperienza. La più ricca di stimoli e quella che ti permette di lavorare nella consapevolezza e nella speranza di poter contribuire anche per un solo piccolo cambiamento e miglioramento.

 

Elisabetta Strada

Consigliera Comunale della Milano Civica x Pisapia

 



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