25 febbraio 2009

SUV : PERFINO CROCI NON LI VUOLE PIÙ


SUV: “Veicolo automobilistico, originariamente concepito come evoluzione dei Fuoristrada per fornire soluzioni di maggior comfort agli automobilisti impegnati in viaggi di lunga gittata su itinerari disagevoli, e poi impropriamente trasformato in veicolo di uso quotidiano nei contesti urbani”.

Il cambiamento del suo contesto d’utilizzo ha determinato il cambiamento del suo valore d’uso (e il  suo valore di merce ed il suo carattere di “segno”): da necessario strumento di lavoro sulle grandi distanze continentali a costosa rappresentazione urbana, ipertecnologica e simbolica della (supposta) superiorità sociale del suo possessore.

Raramente, un oggetto è divenuto così chiaramente “discrimine” di sensibilità sociali ed appartenenze culturali e quasi, diciamo quasi, si benedice la crisi di questo inizio 2009 pur di toglierselo dalla vista e dai piedi.

Ma davvero, fra qualche tempo, potremo allora parlare dei SUV, come di un’antica specie di abitatori delle nostre strade e città, quasi come dei dinosauri su 4 ruote, che un evento improvviso ha tolto dalla circolazione, riducendoli finalmente al meritato status di fossili, di memorie di un tempo di cui ricordare solo vagamente sbandamenti morali e culturali?

Davvero possiamo sperare che il nuovo clima materiale e morale, generato da una crisi che affonderà i denti nel vivo della nostra società, metterà in mora le premesse prima di tutto culturali e simboliche di un prodotto concepito per rappresentare, in una rara sintesi, arroganza sociale ed insensibilità ecologica?

Qualche speranza è possibile nutrirla, se perfino l’Assessore Croci dichiara la sua intenzione di metterli sulla lista nera dei veicoli non desiderabili, in quanto decisamente fuori scala rispetto alla viabilità cittadina.

D’altra parte non è il solo, anzi arriva ben tardi dopo autorevolissime voci: per Marchionne (… ipse dixit) il SUV è ingombrante, inquinante, pericoloso, del tutto inadatto alla circolazione per le vie delle città italiane.

Non ne dovremmo quindi proprio più parlare se non fosse che il SUV ha generato una sua estetica, quale metafora di un soggetto sociale e di una forma di consumo, rappresentative di un periodo della nostra vita nazionale, gli ultimi dieci – quindici anni,  nel corso dei quali sono divenuti predominanti una cultura da “generone romano” o se si vuole da “cav. brambilla”, e con essa una rappresentazione dell’italiano di successo ricalcata quasi sull’archetipo culturale di certe commedie all’italiana.

Così, nel nostro panorama urbano, il SUV è spesso condotto da una sola persona, non di rado da una agiata signora impegnata nelle compere o da un signore lampadato con telefonino ormai incorporato nei tessuti del suo apparato auricolare: status symbol di “maschere sociali” che devono “esibire” la propria potenza, comunicandola all’universo mondo attraverso un oggetto che ne testimoni inequivocabilmente, più che il reddito, l’arrogante affermazione di distanza, diremmo antropologica, dai valori del “politically correct”.

Assistere ai tentativi di parcheggio del bestione ed alla inevitabile  rinuncia del suo autista è uno dei piccoli piaceri della vita, ma constatare gli effetti di un impatto di un SUV su di un’altra persona o su di un altro autoveicolo è desolante: per questo difficilmente si può trovare nel nostro mondo una testimonianza, altrettanto rozza ed aggressiva, del carattere di classe dichiarato dal SUV.

Una volta si sarebbe detto del SUV come di un’auto da parvenu, ma questo termine, su cui si potrebbe ritornare, è caduto in disuso, con il suo intrinseco connotato di disapprovazione sociale, assieme ai valori antico – borghesi che lo motivavano.

Contro il SUV si stanno muovendo forme larvate di contestazione sociale urbana: si aggirano nelle vie di Parigi, ed ora anche nelle nostre, squadre di “sgonfleur” (sgonfiatori di gomme), forma spiritosa di protesta civile contro la metastasi di una mobilità drogata, a cui va tutta la nostra simpatia ed incoraggiamento.

E’ preziosa questa forma di mobilitazione della sensibilità morale, ma alla fine crediamo proprio che lo Sgonfiamento della Bolla Finanziaria sarà più efficace dell’azione di questi simpatici guastatori urbani, e toglierà, come già sta togliendo, premesse materiali e “giustificazioni” culturali all’uso, almeno, urbano dei SUV: così la scomparsa di questo dinosauro tecnologico, pateticamente inadatto a sopportare i cambiamenti prodotti dal crac di ottobre 2008, potrà essere rappresentata come la metafora del fallimento del neoliberismo irresponsabile degli ultimi 15 anni.

Se poi anche l’Assessore Croci vorrà e saprà prendere iniziative di limitazione dell’uso dei SUV in città, allora potremo dire che la vision democratica avrà saputo imporre una vittoria, micro nelle sue dimensioni ma preziosa nelle sue premesse.

Giuseppe Ucciero



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