7 giugno 2011

URNE E VACANZE. LA FESTA DELLA MAMMA


Ultimi giorni di scuola per molte famiglie milanesi. Ultimi giorni prima degli equilibrismi che dureranno almeno un mese e mezzo per molte famiglie con entrambi i genitori che lavorano senza nonni che possano dare una mano ad occuparsi dei figli. Quelle stesse famiglie che, tra l’altro, escono provate da questo triplo turno elettorale, che ha scatenato la ricerca delle soluzioni più agili per ben tre inizi di settimana a cavallo tra maggio e giugno, con le scuole chiuse perché sedi del voto amministrativo prima e referendario poi.

La dissennata pratica dello spalmare in giornate elettorali differenti votazioni che potrebbero essere accorpate, incide non solo sulle finanze pubbliche, ma ancora di più su chi ha figli in età scolare, che, sempre quando non sono presenti gli amati e indispensabili nonni, deve ricorrere a supplementi di baby sitter, richieste di permessi, oppure a supplementi di ore tv etc etc …

Perché nel terzo millennio deve essere ancora la scuola a sopportare tutto l’onere dello spazio e del tempo necessario alle operazioni di voto? Perché non si utilizzano altre sedi per il voto (le caserme, ad esempio, ormai sottoutilizzate)? Oppure, se questa strada non è ancora praticabile, e non se ne capiscono però i motivi, perché non si fa un serio programma di utilizzo degli spazi scolastici (nel mio quartiere tre scuole interessate a distanza di 50 metri, ognuna per un piano su tre) meno parziale e più intensivo, che consentirebbe rotazioni nel tempo: una volta si usano le aule di tutta la scuola A, poi della scuola B poi della scuola C? Gli elettori non credo che sarebbero disorientati se l’informazione fosse tempestiva e puntuale sul dove si vota e perché si scelgono sedi differenti ogni volta.

Torniamo alle lunghe vacanze scolastiche: le possibilità per le famiglie milanesi sono molte, con un ventaglio di offerte pubbliche e private differenziate per interessi e portafogli. Se l’offerta pubblica è cresciuta nel tempo, lo ha fatto purtroppo seguendo la tendenza della scuola a gestione comunale degli ultimi anni, cioè in direzione dell’aumento quantitativo di posti disponibili, ottenuto per saturazione delle strutture pubbliche a disposizione o acquistando posti dal privato, e limando al contempo sulla qualità del servizio.

Penso alle case vacanza, dove i bambini possono passare settimane lontano da Milano, al mare o in montagna, a costi decisamente contenuti, alcune delle quali sono state dismesse negli ultimi anni o trascurate al punto da richiedere la chiusura per lunghi periodi di ristrutturazione. Quest’anno le famiglie milanesi ne hanno fatto richiesta per circa 6200 bambini. Le altre soluzioni pubbliche sono le sedi scolastiche con giardini abbastanza grandi, i campus settimanali incentrati su attività sportive o artistiche, organizzati in collaborazione con Enti, federazioni sportive e Musei, e…

Il punto dolente è la tempistica tra iscrizione e assegnazione della domanda, e le liste d’attesa soprattutto per le settimane fuori città. La pubblicazione delle graduatorie definitive prevista per la prima settimana di maggio, e slittata di un paio di settimane, vede ancora un paio di migliaia di posti non assegnati. La programmazione per le famiglie diventa difficile a questo punto dell’anno, quando tutti i centri privati, con differenze di costi notevoli, chiudono a maggio le iscrizioni oppure recitano ‘ad esaurimento posti’. Si cercano soluzioni su Radiomamma ad esempio, un sito di informazioni e servizi per una Milano family friendly che ha reso visibile e accessibili le informazioni sulle diverse opportunità, ma i tempi spesso sono tiranni.

Di queste questioni non di poco conto: ampliamento dell’offerta, tempistica delle graduatorie, e trasparenza delle informazioni, dovrà tenere in gran conto chi gestirà il settore educazione del Comune di Milano, per poter venire incontro alle famiglie con un servizio di qualità. Come dovrebbe tenere conto dell’altro momento critico per le famiglie con figli: il limbo che va dal 31 agosto al 13 settembre, giorno del ritorno sui banchi di scuola. Qualche scuola lungimirante si è già attrezzata, e tiene la scuola aperta anche in quei giorni, con l’aiuto di cooperative che operano sul territorio e a costi contenuti offrono attività ludico-ricreative per i bambini al’interno della loro stessa scuola. Mi auguro che negli anni a venire non siano eccezioni, ma che il Comune incoraggi, supporti e diffonda il più possibile queste esperienze, fondamentali negli equilibri delle famiglie milanesi, e di grande supporto ala conciliazione dei tempi delle donne di questa città.

Paola Bocci



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