1 giugno 2009

ANNOZERO CINQUE IN CONDOTTA


Santoro questa volta ci ha deluso: non si è proprio capito dove andasse a parare la sua ultima trasmissione. Nel triangolo milanese CityLife – Expo 2015 – Appalti &mafia si è perso anche lui come una sorta di dilettante allo sbaraglio. Nessuno degli intervistati e nessuno degli invitati in studio ha detto cose che già non sapessimo perché ampiamente riportate dalla stampa quotidiana nazionale e locale. Gli ospiti della trasmissione si sono limitati alla solita recita, ognuno con la sua maschera. Nulla di nuovo e nessuno è stato spinto nell’angolo e costretto a rispondere alle domande fatte o sospese nell’aria ma soprattutto a rispondere a quelle che il pubblico da casa avrebbe voluto fare.

 

Il duo Moratti – Stanca ci ha parlato come sempre di un futuro come se già fosse davanti ai nostri occhi, come se avessero le carte in regola e dunque fosse un azzardo dubitare della loro parola. Che cosa dobbiamo ricordare a Letizia Moratti: il telepass? I derivati del Comune? I bisticci sulla Serravalle? L’ATM che ormai conta un’interruzione di servizio il giorno? Fa francamente ridere il tono accorato col quale il sindaco Moratti si è lamentata che la stampa, il nemico pubblico numero uno del Paese e di Milano, non ne celebri i fasti ma solo i guasti. Lo dica al suo vice sindaco, che inonda le redazioni dei giornali con comunicati stampa veri bollettini sulla malavita milanese: una raffica ininterrotta di notiziole – “oggi abbiamo fermato ai semafori due rom intenti a rubare” – che descrivono la città come una gigantesca periferia del malaffare. O forse ci sono notizie cattive buone e notizie cattive cattive? Quelle cattive buone sono le notizie funzionali alla strategia dell’insicurezza e della paura, quelle cattive cattive scoprono le magagne del potere? Sindaco Moratti, dove passa il confine?

 

Nella trasmissione si è detto di tutto senza vere contestazioni. L’onorevole Di Pietro si è trasformato in esperto immobiliarista e si è chiesto perché si costruisca tanto a Milano dove, come dice giustamente Santoro, le vendite sono drammaticamente in calo. La Moratti risponde che certo a Milano si costruisce perché è una grande città, con migliaia di imprese innovative. Ma cosa c’entra? Stavamo parlando di case, magari per chi non ha soldi. Perché non chiederle una risposta vera invece di lasciarla divagare su innovazione ed “eccellenze milanesi”? Perché lasciarle raccontare la favola bella della via d’acqua che oggi c’è e domani no? Una via d’acqua senza senso alla rincorsa di fantasmi leonardeschi, acqua che dovrà andare in salita. Perché l’onorevole Bersani non attacca più duro pur mantenendo quel tono di voce pacato che amiamo?

 

L’onorevole Di Pietro poteva ricordare al sindaco Moratti che il premio Transparency International assegnato al Comune di Milano, da lei vantato, è quello del 2006 mentre l’episodio delle 400 imprese colte in fallo è un’altra cosa: riguarda un recente “riconoscimento” che il ministro Brunetta le ha consegnato al Forum PA di Roma nel maggio scorso, quale premio per la lotta alla corruzione e l’adozione del Patto di integrità, una sorta di autocertificazione di onestà richiesto alle imprese per partecipare alle gare del Comune. Nel Patto di integrità si parla di evasioni contributive, evasioni fiscali, sicurezza sul lavoro e molto altro – mali nazionali – nulla a che vedere con Transparency International. Il sindaco non sa mai bene di cosa parla quando esce dalla generica auto celebrazione. Curioso è che Santoro non abbia chiesto a nessuno dei presenti perché non si occupino dell’altra metà della mela marcia degli appalti. Una metà è tutto quello che precede il contratto – gara d’appalto e dintorni – l’altra metà è quello che succede dopo: lavori, collaudi, pagamenti. Qui la trasparenza si trasforma in opacità totale. L’ultima edizione di Annozero è stata un teatrino tra disinformati.

 

L’unica cosa giusta per lei l’ha detta il sindaco Moratti riferendosi alla trasmissione: ma che servizio pubblico è questo che disinforma? Ma lo lasci dire a noi. Lei vorrebbe un servizio pubblico servo del potere, qualcosa di simile a quello di cui ha nostalgia il presidente Putin: gli altoparlanti agli angoli delle strade come con Stalin, il vero Grande Fratello. Noi, per il momento, abbiamo la possibilità di toglierci il potere dai coglioni “con un semplice clic” e pensare con la nostra testa. Approfittiamone.


 



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