29 maggio 2013

PENSIONI, L’INSOPPORTABILE EGOISMO DEI DIRITTI ACQUISITI


Gli attuari, in occasione della manifestazione dedicata alla Previdenza, che si è svolta a Milano il 17 e 18 maggio nella sede della Borsa Italiana, hanno evidenziato che: “Anche dopo la Riforma Monti-Fornero il sistema pensionistico non può essere considerato finanziariamente sostenibile”. L’anticipo al passaggio con un sistema di calcolo contributivo, l’eliminazione delle pensioni di anzianità hanno migliorato la situazione in un’ottica di sostenibilità, rimangono però aperte le problematiche legate ai posti di lavoro, all’andamento economico e alla demografia. I problemi si acutizzeranno perché la prospettiva che abbiamo davanti è di una forte diminuzione del tasso di occupazione, di una riduzione dei redditi, con un aumento del costo per le pensioni dovuto all’allungamento della vita media.

La diffusione di carriere basse e di lavori discontinui, insieme a PIL vicini allo zero, al PIL è legata la rivalutazione annuale dei montanti, cioè per semplificare gli interessi, fa prevedere pensioni sempre più inadeguate. Ma i futuri pensionati avranno anche altri problemi connessi al rischio salute e all’autosufficienza, amplificate da famiglie mononucleari o con un figlio solo, che non potrà destinare risorse per i genitori. Inoltre ci sarà il rischio anzianità, legato alla perdita del lavoro o alla necessità di ridurre l’attività lavorativa nelle età avanzate ma non ancora coperte dalla pensione.

In Italia ci sono anche pensioni da migliaia di euro al mese che non hanno alcuna relazione con i versamenti effettuati, pensioni d’oro e baby, frutto di scelte elettoralmente vantaggiose ma deprecabili finanziariamente e moralmente. Ma come si sa su queste cose ci si scontra con la Corte Costituzionale e il principio dei diritti acquisiti. Dopotutto abbiamo la costituzione più bella del mondo. Molte lettere che arrivano ai giornali, sono di cinquantenni che sottolineano come si sono trovati, dall’oggi al domani, l’età pensionabile spostata a 67 anni, mentre ci sono pensionati che da trenta percepiscono pensioni pari al loro stipendio, pur essendo andati in pensione a un’età molto vicina ai 50 anni, per costoro il concetto di diritto acquisito è di difficile comprensione.

Forse si dovrebbe avere il coraggio di parlare anche di “doveri acquisiti” verso le giovani generazioni. Questo generale disinteresse probabilmente è dato dal fatto che pochi si sentono genitori, o per lo meno non intendono la genitorialità come responsabilità verso i figli.

Comunque il Ministro Giovannini, che è stato Presidente dell’Istat, e dal Governo Monti aveva avuto l’incarico “studiare” il taglio dei costi della politica, ha dichiarato.”Sulle pensioni d’oro il governo sta verificando la possibilità di adottare misure volte ad attenuare il divario tra i trattamenti pensionistici attualmente erogati, compatibilmente con i principi di equità e di solidarietà”. Speriamo.

La Fornero anche con la riforma 92/1912 “Riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita”, ha contribuito in parte ad aggravare ulteriormente la situazione occupazionale, soprattutto nelle piccole imprese e negli studi professionali. Ha allungato i tempi di intervallo tra un contratto a termine e l’altro, senza garantire la stabilizzazione dei lavoratori, aumentando il fenomeno di turnover tra gli stessi. Ricordiamoci che a Milano, molte nuove imprese sono spesso composte da due giovani soci e un apprendista. La rigidità in uscita serve solo alle grandi imprese coinvolte nella revisione dell’art.18. Per non far perdere la faccia a Fiat e CGIL si penalizza la PMI.

È vero che per competere ci vuole massa critica, grandi multinazionali, ecc, ma per il momento abbiamo anche il piccolo, anche a Milano. Forse chi nel centrosinistra vuol rappresentare questo paese dovrebbe ricordarselo, se no, non stupiamoci se perdiamo qualche milione di voti.

 

Massimo Cingolani



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