14 dicembre 2009

IL VILLAGGIO GLOBALE DELL’ARTIGIANATO: QUALCHE RIFLESSIONE PER IL FUTURO


L’Artigianato in Fiera, manifestazione organizzata da Ge.Fi – Gestione Fiere in collaborazione con la Regione Lombardia, alla sua 14° edizione impone qualche riflessione non tanto sul successo dell’iniziativa che sembra confermare l’interesse del pubblico per le attività artigianali di qualità, quanto piuttosto sui dati che si possono ricavare dal successo se viene monitorato usando tutte quelle tecniche e metodi che possono assicurarne la veridicità.

L’ingresso del pubblico è gratuito e il controllo numerico di chi visita la fiera viene eseguito, mi si dice, per campioni attraverso calcoli fatti a tavolino riferiti alle superfici di calpestio riprese dalle telecamere. Sono convinto che il dato numerico non sia trascurabile nella sua configurazione scandita nel tempo perché è collegato al sistema dei trasporti in andata e ritorno e a un indotto commerciale rilevante.

Le informazioni ufficiali scrivono di 3000 espositori, 107 paesi del mondo, 140.000 mq di mostra, 54 ristoranti tipici e 3 milioni di visitatori in 9 giorni. Sta bene ma alle 14,30 dell’ 11 dicembre alla stazione metropolitana di Conciliazione non si poteva salire nelle vetture stracariche e nelle stazioni successive si ripeteva il medesimo problema aggravato da chi dalla vettura doveva, con enormi sforzi, scendere.

Alla stazione Rho-Fiera la fiumana dei visitatori, occupando interamente la banchina, travolgeva chi era in attesa della vettura per potervi salire e rientrare a Milano.

Non nascondo lo sgomento nel sentirmi trascinato nella corrente umana senza poter opporre la minima resistenza e senza poter raccogliere la borsa a tracolla che portavo con me impigliata in qualche braccio innocente e mai più ricuperata. Pochi minuti e molte istantanee riflessioni sulla sicurezza, sulla facilità con cui si può cadere ed essere travolti, sui rischi annunciati e forse sottovalutati. Ho cercato all’Ufficio stampa della Fiera di raccogliere qualche dato in proposito dove mi è stato garantito che ATM ha aumentato al massimo il numero delle corse e detto che forse altro non si può fare tenuto conto che vi sono anche autobus di collegamento e parcheggi in abbondanza. Certamente un problema rilevante c’è, forse i 3 milioni di visitatori sono di più, forse gli orari di apertura delle manifestazioni richiedono un’estensione diversa per diluire il traffico, forse ….questo è un tema che va ripreso anche in vista della futura Expo.

Ho fatto una modesta ricerca personale propenso a pensare che la mia fosse una giornata particolarmente sfortunata ma in molti mi hanno riferito di aver rinunciato alla visita alla Fiera dopo aver tentato di usare la metropolitana.

Sono sempre stato un sostenitore dell’Artigianato in Fiera perché sono convinto che l’intelligenza umana abbia risorse inesauribili e che la qualità sia vincente anche nelle piccole cose da un euro che scatenano tenerezza e fantasia. Mi riferisco ai piccoli batuffoli di lana cotta a forma di animale da appendere all’albero di Natale che vengono dal Nepal come pure ai straordinari coltelli fatti uno per uno con i foderi in corno adattati alle lame forgiate a mano. Potrei continuare un elenco interminabile di artigiani valorosi impegnati in molti settori produttivi che, tra l’altro, sanno anche trasformare un bastone di acero in un piccolo capolavoro. Ma da alcuni ho colto l’amarezza di vedere aperta la manifestazione anche alle cianfrusaglie, ai troppi ristoranti che vendono panini pessimi per 5 euro. Forse hanno ragione perché il loro impegno è soffocato dall’erbaccia, la loro fantasia e passione confusa con aspetti esclusivamente commerciali che contano certamente, ma, in questo contesto, non sono tutto.

Riflessioni queste di vario genere dedicate alla sicurezza, ma anche al futuro di un mondo straordinario che va premiato prestando attenzione alla civiltà delle mosche bianche, fiore all’occhiello di questa manifestazione di cui forse sappiamo ancora troppo poco.

Antonio Piva



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