30 novembre 2009

PONTI FF.S. IN CITTA’. L’INVASIONE DELLA PUBBLICITÀ


I tracciati delle FF.S. all’interno delle città italiane non solo incidono in maniera negativa sulla predisposizione dei Piani Regolatori, ma influenzano poi negativamente la mobilità pubblica e privata, che trova ostacoli nella movimentazione tra le varie zone della città, separate dalla rete ferroviaria.

Queste infrastrutture, realizzate quasi tutte nella prima parte del secolo scorso, fanno emergere l’indifferenza delle FF.S. verso la corretta pianificazione della città, facendo correre i binari su semplici terrapieni continui con pochissimi passaggi o addirittura, nelle città più piccole, a quota zero con la deprecabile presenza dei passaggi a livello nelle zone urbanizzate.

Nelle nazioni europee più avanti sul piano della cultura della città, nello stesso periodo o anche prima che da noi, le linee ferroviarie venivano posate su veri e propri viadotti in ferro o muratura che garantivano una forte permeabilità tra le zone attraversate.

I terrapieni ferroviari nostrani, con i loro risicati passaggi, hanno contribuito a creare, anche in zone centrali della città, zone intercluse o di difficile accesso, che sono spesso oggetto di degrado o di utilizzazioni con funzione di bassa efficienza, stante la difficoltà dei collegamenti con il resto della città.

Il dialogo tra le Amministrazioni locali e le FF.S. è sempre stato difficile e ha visto sempre perdente l’Ente locale, solo in questi ultimi anni, dato il nuovo assetto societario delle FF.S., si è notata una certa attenzione alle zone interessate dal passaggio della ferrovia, ahimè solo al fine però di sfruttare al meglio le nuove stazioni dal punto di vista commerciale.

L’allungamento dei percorsi e le lunghe soste in colonna, provocate dal superamento delle zone intercluse nell’ambito delle zone urbanizzate, raggiungono livelli che fanno considerare tangibile l’aumento dell’inquinamento atmosferico da loro provocato.

Ma, se tutto questo non bastasse, emerge da questa situazione un aspetto particolarmente fastidioso, infatti i pochi passaggi nelle barriere ferroviarie diventano, per la loro frequentazione e la lentezza di attraversamento, i siti più ricercati dalle Società del ramo Pubblicitario, che si sforzano di fornire ai loro clienti posizioni altamente redditizie.

Ebbene, di fronte alla possibilità di introiti non indifferenti, le FF.S. ricoprono di cartelloni pubblicitari non solo le ripe, ma addirittura le strutture architettoniche, spesso pregevoli, dei pochi sottopassi o ponti.

Di fatto a queste strutture non è dato riconoscimento di architettura, ma solo di supporti della pubblicità, nascondendo così alla città architetture in ferro reticolare o in cemento e mattoni, spesso di buon disegno e, comunque, testimoni di un’epoca.

Oltre tutto le strutture architettoniche dei ponti e dei sottopassi sono da considerarsi emergenti nell’ambito della diffusione di altre tipologie, spesso ripetitive e banali, come le cortine edilizie. Costituendo varianti ambientali che possono caratterizzare i siti dove sono collocati.

Stupisce inoltre, di questi tempi, l’indifferenza dei Comuni e delle varie autorità provinciali, regionali e statali che controllano i valori Ambientali dell’edificato per questa vera e propria maleducazione culturale.

E così vediamo splendidi ponti reticolari ricoperti da cartelloni pubblicitari, sorpassanti corsi d’acqua sui quali si sprecano, invece, i vincoli ambientali per tutte le costruzioni adiacenti.

Perché queste strutture architettoniche non sono protette come gli edifici religiosi, i monumenti o le vecchie costruzioni, tanto più che, per la loro tipologia porterebbero variabili in un paesaggio urbano spesso monotipo?

Probabilmente esistono anche situazioni di diritto che permettono questo scempio, ma anche una buona dose d’indifferenza ai problemi del disegno urbano, e mi domando se è possibile che tra i tanti Parlamentari e Ministri che vengono dalle città più colpite, a nessuno sia venuto in mente di intervenire presso le FF.S.

Giovanni Zenoni

 

 

 



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