12 gennaio 2016

PRIMARIE MILANESI: CONSIGLI PER GLI ACQUISTI


Per il momento le tappe principali della vera campagna delle primarie a Milano le abbiamo viste all’Elfo Puccini il 7 gennaio con Giuseppe Sala & Co., poi Sala e Majorino al Cinema Anteo venerdì scorso e ancora Francesca Balzani all’Elfo Puccini sabato scorso il mattino; lunedì Sel ha fatto l’ultimo tentativo di ricompattare la sinistra: esito deludente. Meglio lasciar da parte le facili ironie sulla riunione di Sala con i sei assessori, il primo caso nella storia delle campagne elettorali milanesi, e non solo, di un candidato sindaco che candida se stesso e una sua Giunta, vicesindaco compreso: siamo alle candidature collettive. Operazione rischiosa perché se è vero che ogni assessore ha un suo gruppo di sostegno è anche vero che si porta appresso inimicizie in città.

01beltrami01FBNel 2006 alle primarie andarono a votare in 82.00, nel 2010 se ne aspettavano 100.000 e ne arrivarono 67.000: come andrà quest’anno? Difficile a dirsi. Forse questi scontri tra candidati e loro supporter che dilagano soprattutto nei social media e una stampa che, come si dice, ci tetta dentro, spingeranno i milanesi alle urne delle primarie. Possiamo dunque sperare che la disaffezione non la faccia da padrona e che si arrivi a 70.000 elettori.

Quanti voti prenderà il vincitore? Giuseppe Sale, a sentire i sostenitori e i loro sondaggisti pubblicamente taciturni, potrebbe arrivare al 60%. Io non lo credo perché i candidati sono 3 (+1?) e potrebbero abbassare di molto i voti necessari per vincere, persino il 33,33 …% più uno. Se comunque il vincitore avesse dietro di sé il 60% degli elettori delle primarie – diciamo 42.000 voti – e i 257.000 milanesi che nelle amministrative del 2011 portarono alla vittoria Giuliano Piasapia tornassero tutti alle urne per votare il candidato del centrosinistra, voterebbero quello scelto da uno su sei di loro. Forse poco. L’ultima volta i milanesi si trovarono un sindaco eletto dal 26% di tutti gli elettori milanesi un consenso modesto e lo scrissi nel settembre scorso.

Veniamo ai consigli per gli acquisti. Difficile darne perché i programmi dei candidati li conosciamo a pezzi e bocconi e la famosa “visione” della città stenta a prender corpo: sola Francesca Balzani ha rimesso la palla al centro dicendo che il programma lo farò da qui al giorno del voto alla primarie con l’apporto di chi, tra i suoi sostenitori, vorrà collaborare al suo formarsi.

Allora, per chi alle primarie vota con la testa, non resta che prendere una strada diversa: non aspettare che i candidati sfornino il loro programma ma ciascuno deve farne uno suo, elaborando la sua “visione” della città per poi confrontarla con quella dei candidati, sperando che arrivi e quando arriverà. Ognuno potrebbe farsi la sua scala delle priorità: meglio un chilometro in più di metropolitana o sistemare qualche migliaio di case popolari? Meglio volere verde di prossimità affidato alla cura dei cittadini o nuovi parchi periferici a cura del Comune? Meglio un pezzo di pista ciclabile lastricata di granito in centro o dieci volte tanto in semplice asfalto in periferia? In somma “dal cucchiaio alla città”, come diceva E.N. Rogers. Non solo lo dovremmo dire in materia di edilizia e urbanistica ma anche di politica sociale ed economica a livello urbano: le piccole cose e le grandi cose.

Il nostro fai da te, utile anche solo per riflettere, lo potremo confrontare col programma dei candidati, e allora forse sapremmo chi scegliere.

Ma temo non andrà così: molti arriveranno alle urne delle primarie e delle successive amministrative votando di pancia, in molti casi votando contro e non a favore o, nel peggiore dei casi, non andando del tutto alle urne.

Chi si è fatto il suo “fai da te” avrà solo perso tempo? Assolutamente no. Dovrà guardarsi intorno per riconoscere chi ha fatto come lui, trovarlo, confrontarsi, mettersi insieme con altri e darsi da fare perché non accada il peggio: che chi ha vinto col voto di pancia non la faccia da padrone. Milano anche questo sa fare e non è poco.

 

Luca Beltrami Gadola



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