16 novembre 2009

MILANO: LA PORTA SUD


Tante volte ci si chiede com’è possibile vedere mediocri progetti come risultato finale di Piani Particolareggiati a lungo attesi e collocati in zone dalla valenza urbanistica particolarmente significativa.

È quello che succede in viale Famagosta dove un P.P. dell’Amministrazione Comunale completa e integra un esistente Parcheggio di Interscambio con la MM2 dotando il sito dei servizi necessari e di aree commerciali e uffici tali da trasformarlo in un moderno Centro di Interscambio.

Le responsabilità del banale progetto finale si devono innanzitutto ricercare nella mancanza di una corretta identificazione urbanistica del sito, da parte degli estensori del P.P.; individuato come “area d’integrazione tra le frange urbane e il Parco Agricolo Sud Milano” mentre esso si poneva invece come entrata della città e precisamente LA PORTA SUD DI MILANO.

Già da questa sottovalutazione dell’importanza del sito nascono: la rinuncia all’ampliamento del parcheggio d’interscambio oggi insufficiente e volumetrie di modesta altezza. L’edificio più alto è di 45 metri, appena una decina di più degli edifici circostanti, altezza del tutto insufficiente a creare l’effetto “Punto Cospicuo”, necessario all’identificazione, del Centro di Interscambio per chi proviene dall’Autostrada Milano-Genova e dalle zone circostanti di Milano. Il superficiale approfondimento della ricerca che ha portato a questo planivolumetrico ha condotto, tra l’altro, l’edificio più rappresentativo ad avere un problematico accesso carraio direttamente sullo svincolo autostradale.

Questa insufficiente interpretazione del sito nasce probabilmente dalla datata predisposizione del P.P. studiato più di dieci anni addietro quando il cosiddetto Rinascimento Urbanistico di Milano non era ancora decollato. Anche se, comunque, la sua particolare posizione doveva suggerire qualcosa di più di “una integrazione delle frange periferiche col Parco Agricolo” come si legge nella relazione Tecnica dello stesso P.P. Però all’anzianità del P.P. si poteva ovviare, perché, soffrendo tutti i Piani Esecutivi di Milano di tempi di attuazione molto lunghi, nelle Convenzioni allegate agli stessi Piani, l’Amministrazione ha inserito una clausola che prevede la riformulazione delle volumetrie ai nuovi indirizzi urbanistici nel frattempo emersi, fatte salve la SLP, le destinazioni e le aree destinate a Standard.

E qui nasce il secondo e definitivo errore. All’operatore, che ha acquistato il terreno di proprietà Comunale, è mancata l’accortezza di capire che la città stava cambiando e doveva dotarsi d’interventi significativi e identificativi delle nuove funzioni strategiche che dovevano assumere molte parti di Milano tra le quali questa. E così il progetto presentato si appiattisce sulle proposte volumetriche di un P.P. ormai obsoleto, che avrebbe dovuto essere ripensato non tanto nei bassi edifici che affiancano la funzione del Centro di Interscambio, quanto nella creazione del “Punto Cospicuo” al posto dell’edificio di 45 metri previsto in adiacenza all’Autostrada.

L’edificio a uffici oggi proposto, dalla tipologia in linea tanto alto quanto largo, non interpreta la funzione oggi auspicabile e ottiene anzi l’effetto opposto a quello voluto, con la sua banale tipologia in linea (come gli edifici circostanti) “Respinge” invece di “Accogliere”, creando un effetto “Muro” piuttosto che “Porta” per chi arriva in città. Eppure un’attenta e preventiva ricerca su queste tipologie progettuali, avrebbe scoperto che sulla stessa autostrada A7 si potevano riscontrare due interventi analoghi, uno più lontano nel tempo ed uno recente, dove l’interpretazione della funzione Porta della Città è ben riuscita. E mi riferisco all’edificio-torre Genovese chiamato “Matitone” e alla Torre del nuovo quartiere di Milano-Fiori Sud a Rozzano.

Il “Matitone,” realizzato ormai diciassette anni fa dalla S.C.I., è un vero “Punto Cospicuo” non solo da terra ma anche dal mare per la sua forma semplice a pianta centrale ottagonale e abbastanza alto da prevalere sui circostanti edifici a uffici del Centro Terziario di San Benigno, che adottano invece tutti la tipologia del corpo in linea. Progettato dallo studio americano Skimore-Owens-Merrill, interpreta al meglio la funzione di Porta Nord di Genova.

Ma anche il progetto dell’elegante torre del nuovo insediamento di Milano Fiori Sud a Rozzano, collocandosi all’incrocio tra Tangenziale e Autostrada Milano-Genova diventa invece, grazie alla sua tipologia, un’eccezionale “Punto Cospicuo” a segnalare l’entrata per Milano.

Il progetto di Famagosta andrebbe quindi riformulato utilizzando al meglio le possibilità di variazione previste dalla Convenzione e indirizzando la tipologia verso forme più adatte a interpretare la funzione urbanistica oggi richiesta.

Il nuovo progetto planivolumetrico si adeguerebbe così al Rinascimento Milanese creando quel Centro di Interscambio identificabile come PORTA SUD DI MILANO che la posizione territoriale richiede.

 

 

Famagosta

 

Gianni Zenoni



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