28 ottobre 2015

ALBERI A MILANO E SCELTE RAGIONATE


Dove mettere alberi a Milano? Quanto ho scritto in un numero precedente di ArcipelagoMilano era finalizzato solo a dedicare un nuovo parco ad Abbado. Ora estendo il discorso a casi grandi e piccoli, per un argomento in cui credo molti possano intervenire positivamente, indicando solo qualche tipo di intervento possibile.

10favole37FBIn una città che ha più o meno, per i dati che conosco, 170.000 alberi più forestazioni in crescita per circa 50.000, per non essere empirici credo sia necessario indicare dei criteri e delle opportunità con qualche esempio (che prendo dalle zone della città che più conosco) senza pretesa di essere esaustivo ma solo propositivo. Mi rendo conto che si tratta di interventi di tipo diverso, di diverso costo e che magari qualche volta possono non essere fattibili (per sottoservizi o altro che non conosco) ma credo servano a dare alcune indicazioni.

1. Gli svincoli e le fasce di rispetto di autostrade e superstrade che sono grandi spazi inaccessibili. Due esempi: la tangenziale ovest (anche se non è tutta in Milano) che ha fasce di rispetto e svincoli per 20 kilometri: possibilità di 10.000 alberi per costituire un parco lineare che mitigherebbe anche il paesaggio che a tratti non è di qualità; lo svincolo tra Comasina e autostrada e i complessi svincoli tra tangenziale est e viale Forlanini: ettari inutilizzati, con qualche albero cresciuto spontaneamente, che potrebbero trasformarsi in boschi. Due interventi attuabili a basso costo con la forestazione, perché sono aree inaccessibili.

2. Tutti i parcheggi a pettine o a spina di pesce che dovrebbero avere un albero in aiuola ogni due stalli (come in Austria, Francia, ecc), e quelli in linea che potrebbero avere un’aiuola ogni uno o due stalli (esempi bellissimi in Svezia). Esempio, via Prampolini, 35 posti a pettine di fronte a un giardino, si perderebbero 9 posti, ma la strada è larga e a senso unico, basterebbe disegnare un parcheggio a pettine anche sull’altro lato con abbondante compensazione e si avrebbe una strada alberata.

Lo stesso vale per il parcheggio in quattro file, tre a pettine e una in linea in via Chianciano, vicino a una stazione della MM gialla, un’area grande da qualificare. (Introduco una nota: i parcheggi a spina pesce vengono disegnati da noi con ingresso a 45° nel senso di marcia con uscita in retromarcia difficoltosa per mancanza di visibilità: in altre nazioni l’ingresso è a 45° nel senso opposto, con ingresso in retromarcia e uscita in avanti, assai più facile e per esperienza diretta lo suggerisco).

3. Le strade alberabili: esempio via Legnone per due isolati larga e a senso unico per cui di giorno e di notte molte auto sostano in doppia fila: basterebbe disegnare un parcheggio a spina pesce, come sopra, su un lato intervallato da alberi e lasciare il parcheggio in linea sul lato opposto, anche qui intervallando un albero ogni stallo: aumento dei posti auto del 20% e strada alberata per due lunghi isolati. Intervento che i francesi chiamano di “civilisation des rues” che vuol dire mettere le strade dalla parte del “civis”.

Esempi realizzati e ben riusciti per i due casi sovraesposti sono quelli di piazza Insubria/via Faà di Bruno e quello di via Mameli, che applica i due principi: un lato parcheggi in linea e sull’altro parcheggi a spina alternati a aiuole con alberi.

4. Densificazioni di alberature nei parterres dei viali già alberati (se si vuole è un po’ un eccesso, ma lo spazio c’è e a me piacciono le alberature fitte). Esempio via Majorana e altre parti della interquartiere nord, che sono sempre ben alberate, ma hanno spazio per interventi ulteriori, e alcuni tratti del viale Fermi, che è uno degli ingressi alberati più belli, ma con qualche lacuna vuota incoerente.

5. Densificazione in piazze e rotatorie: esempio Piazza Libia, che è una bellissima piazza ottocentesca, che manca di alberi nella aiuole est, ovest, nordest, nordovest e sudovest togliendo i parcheggi dalla piazza, peraltro pericolosi perché tutti su curve, recuperandoli nelle strade perimetrali, ribaltando l’intervento di qualche decennio fa.

(una nota informativa: per anni una associazione privata si è fatta promotrice di rinverdire aiuole pagate – costosamente – da sponsor, ma non ha mai piantato alberi per non perdere la possibilità l’anno dopo di piantare altri fiori e avere nuove sponsorizzazioni: per cui molte rotatorie in città sono rimaste senza alberi, cui ora si potrebbe provvedere).

6. I parchi che si presentano in strada o che si rendono visibili: esempio il magnifico parco Lessona potrebbe essere accompagnato sul lato est da un filare esterno lungo la recinzione, su un marciapiede largo, che ne sarebbe la testimonianza oltre il muro di cinta, e una riqualificazione significativa della strada. Il lato sud, via Carolina Invernizio, a fondo cieco, è un parcheggio un po’ disastrato, con quattro file a pettine, che potrebbe essere alberato in tutte le file di stalli e avrebbe coerenza con il parco confinante.

7. Casi puntuali di arredo con alberi: per spiegarmi porto due esempi positivi: la ginko piantata nel triangolo tra le vie Volta e Varese, in Largo La Foppa, e il tiglio piantato a grande richiesta degli abitanti tra le vie Bramante, Guercino, Giorgione per togliere un’aiuola in ciottoli cementificati. Lo stesso si può fare in moltissimi piccoli casi, evitando l’acciottolato. Due esempi: le tre aiuole all’angolo di via Cappuccini con viale Majno e l’aiuola di via Valtellina di fronte a via Arnaldo da Brescia.

8. ………………… . Lascio almeno un paragrafo vuoto, perché penso che tutti i lettori avranno altre indicazioni da aggiungere alle mie, che tutte serviranno al miglioramento qualitativo di Milano.

Per tutti i tipi i Consigli di Zona potrebbero essere coinvolti a fare un censimento e dare indicazioni puntuali: per le risorse ho proposto da anni di “civilizzare” i parterres dei viali, come quelli dei viali delle regioni, con parcheggi numerati, accessi con sbarre e a pagamento (a Parigi molto economici, se ben ricordo 5 euro a settimana o un gettone da 1 o 2 euro a giorno) che garantiscono il posto agli abbonati e risorse ai consigli di quartiere che le gestiscono per alberature nella zona e questo potrebbe essere un altro argomento per ArcipelagoMilano.

 

Paolo Favole

 

 



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