9 novembre 2009

PRIMARIE “HAPPY DAYS”


La tentazione è per ora solo latente, s’intravede dietro qualche ghigno di imbarazzata euforia repressa dei meno avveduti, ma il rischio che i 3 milioni di votanti alle primarie diventino qualcosa di simile agli 8 milioni di baionette di antica memoria esiste, eccome! Intendiamoci, il successo è assolutamente indiscutibile, ma prudenza vuole che lo si valuti bene, al di là della giusta enfatizzazione promozionale perché ogni successo ha due volti .

Considerando l’obolo di oltre 6 milioni di euro raccolti si può pensare, per esempio, che i cittadini elettori hanno raggiunto la consapevolezza che la politica ha i suoi costi e che se non si vuole che i propri rappresentanti siano sotto scacco di finanziatori leciti o illeciti occorre mettere mano al portafoglio proprio e cercare politici affidabili cui mettere in mano quanto destinato all’impegno civile: un po’ come i sottoscrittori da pochi dollari della campagna di Obama, che ha battuto Hillary proprio grazie alla disponibilità di somme enormi derivanti dalle sottoscrizioni popolari e via Internet che hanno superato quelle dei tradizionali ingombranti sponsor finanziari e industriali. Ma questo dato può anche essere letto come una nuova forma delle solite infiltrazioni esterne e di controllo della politica, non solo a Castellammare di Stabia, attraverso il riciclo di pochi spiccioli.

Valutando la forte presenza di anziani e pensionati ai banchetti di Milano città si può pensare che la sinistra riesce a far nuovamente breccia negli scaglioni di età avanzata, che in città costituiscono da soli quasi la maggioranza di una comunità di “vecchi e ricchi che eleggono a sindaco la più ricca (anche se non la più vecchia) ” e che nei centri anziani come nei salotti con le poltrone di velluto un po’ liso della piccola borghesia di qualche decina d’anni fa ascoltavano con educazione le parole e le sollecitazioni dei candidati della sinistra per concludere poi con “speriamo che’l Segnur ghel’dia la salute al noster Berluscùn, che lavuera asi tant ..” . Oppure, a contrario, si può valutare come il respiro di una sinistra che ha la sua “costituency” principalmente tra pensionati e over 50 non sia ancora tornato a essere così bello e profondo.

Sotto un aspetto più strettamente politico, si può registrare con soddisfazione il fatto che esiste una parte consistente di Italia che vuole un’opposizione e un cambiamento attraverso lo strumento del voto e della partecipazione a un rito democratico piuttosto che non attraverso l’emissione di rauchi improperi di un antiberlusconismo divenuto generico e dimostratosi impotente. Ma forse si deve anche registrare come la volontà di scegliere le persone e i rappresentanti politici è tanto forte da spingere a partecipare anche se non si è troppo “presi” dalle alternative e dal ruolo in campo: come conciliare questa volontà popolare con le liste bloccate e i Porcellum vari, reiterati alle Europee e in agguato dietro l’angolo delle prossime Regionali, casi unici di accordo bipartisan tra signoria del centrodestra e nomenklatura ammaccata del centrosinistra?

Sul piano numerico, tre milioni sono meno dei tre milioni e mezzo dichiarati per il plebiscito pro Veltroni di due anni fa, avvenuto pochi mesi prima della disastrosa sconfitta alle politiche : non sembrerebbe quindi dire così bene. Ma, all’opposto, si potrebbe dire che i comunque tanti dello scorso week end hanno avuto la possibilità di scegliere ed hanno optato per un candidato non privo di memoria storica e di cultura accumulata con fatica e non solo sfogliando gli album delle figurine o guardando “Happy days”.

L’unica valutazione incontrovertibile mi sembra questa: se guardiamo al grado di consapevolezza mostrato dai disciplinati votanti, ci accorgiamo come gli italiani di sinistra fossero da tempo disposti a pagare pur di cacciare Franceschini (e Veltroni) …

Franco D’Alfonso



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