29 aprile 2015

EXPO 2015: LA CONTABILITÀ DI UN SUCCESSO


Di cosa parliamo quando parliamo di Expo 2015, chi misurerà il suo successo, con quale criterio di giudizio e unità di misura? È una difficile contabilità quella di Expo: il numero dei visitatori, i posti di lavoro creati, le opportunità di sviluppo del territorio, la messa in opera (i cantieri) e in scena (la gestione) della esposizione, la capacità di accoglienza della città, la compiutezza delle infrastrutture, il destino delle aree, l’eredità materiale e immateriale declinata sul tema e non solo. Quali di questi parametri ci interessa di più? In che momento è lecito esprimere un giudizio? Valuteremo l’opera in sé o il meta progetto che si è generato per produrla?

09mattace16FBBisogna che ci si metta d’accordo, di numeri ne sono stati detti tanti e da più parti, a volte contraddittori e la credibilità delle affermazioni ne ha pagato le spese: il caso esemplare, i visitatori attesi e il numero dei biglietti venduti necessari per raggiungere la parità di bilancio. Oscillato senza che mai si avesse ben chiara la cornice di riferimento, o il reale interesse di chi l’affermazione la andava facendo: eravamo uditori clienti o uditori portatori di interessi? Interlocutori passivi di una strategia di marketing o ascoltatori meritevoli di comunicazioni inter pares? Gli oppositori delle Vie d’acqua ancora se lo domandano, e il fatto che l’iter fosse viziato in partenza dalla corruzione non lenisce certo l’amarezza.

Expo in questi anni di gestazione è stata una nebulosa, alimentata dalla ambiguità di fondo tra le aspettative generate dalla retorica del tema e il compimento di quanto previsto dal contratto col Bie, la realizzazione di un parco tematico per famiglie. E al tempo stesso una stella cometa per la città che ha voluto seguirla e concentrato le proprie energie creative per la realizzazione dell’obiettivo.

In questa tensione si registra l’innovazione di Milano al format con l’introduzione dei padiglioni tematici, i Cluster, e del Padiglione della Società Civile (Cascina Triulza) con alle spalle una Fondazione ad hoc che fa riferimento al Terzo Settore. Senza dimenticare l’unicità dell’expo diffusa, la capacità di uscire dal sito espositivo e di coinvolgere la città in un palinsesto di eventi sul modello Fuori Salone che in questo caso si è tradotto in Expo in città, una esplosione di intelligenza creativa che ha portato a riempire un calendario di 17.000 eventi.

Expo in città è in sostanza una piattaforma, sviluppata in un ecosistema digitale E015 che permette a data base di diverse origini di dialogare, creata da Comune di Milano e Camera di Commercio, un open data cui attingere per creare itinerari di senso, stuzzicando la capacità editoriale dei milanesi, di cui certo non fanno difetto. Un lascito non indifferente per una città come Milano che finalmente ha gli strumenti per mettere in comunicazione le sue istituzioni.

Il fatto che si sia così indietro nella definizione della eredità materiale delle aree Expo, rischia di sminuire la vivacità e la ricchezza della sua eredità culturale.

Lo Urban Food Policy Pact:  il Comune di Milano si fa promotore di un patto internazionale che coinvolga il maggior numero di città del mondo nella costruzione di sistemi alimentari centrati sulla sostenibilità e sulla giustizia sociale, un impegno per un coordinamento delle Food Policies che verrà sottoscritto dai Sindaci. Il Patto rappresenta anche uno strumento di politica estera di Milano, a partire dalle reti internazionali cui è già collegata: dalle tante e importanti città con cui è gemellata alla rete C40 – Climate Leadership Group, le 69 grandi città del mondo impegnate nella lotta al cambiamento climatico.

Mentre la UE con la sua partecipazione ad Expo invita a riflettere sul ruolo della scienza nella nutrizione globale e per la sicurezza alimentare, la Carta di Milano, rappresenta la legacy immateriale per volontà del governo, nella figura del Ministero della Politiche agricole, alimentari e forestali che ha coinvolto il Laboratorio Expo della Fondazione Feltrinelli per la sua stesura. Con le parole del Ministro Martina: “promuoviamo la «Carta di Milano», non come documento intergovernativo fra addetti ai lavori, ma come vero e proprio strumento di cittadinanza globale. Per la prima volta nella sua storia una Esposizione universale promuove un atto d’impegno verso i governi, che tutti i cittadini potranno sottoscrivere contribuendo alla definizione di precise responsabilità dei singoli, delle imprese e delle associazioni”.

Expo dei Popoli è il forum internazionale della società civile e dei movimenti contadini che si svolgerà a Milano, alla Fabbrica del Vapore, dal 3 al 5 di giugno 2015 “per rispondere alla sfida di “Nutrire il Pianeta” applicando i principi della Sovranità Alimentare e della Giustizia Ambientale. Obiettivi principali del forum sono quelli di affiancare le voci dei popoli a quelle dei governi e delle imprese transnazionali e di qualificare Milano e l’Italia come una delle tappe della società civile e dei movimenti mondiali verso i due grandi appuntamenti ONU dell’anno: l’Agenda di Sviluppo Post-2015 e l’Accordo globale contro il Cambiamento Climatico”.

The Zero Hunger Challenge la call to action di Onu, che nell’anno della verifica degli Obiettivi del Millennio (di cui l’eliminazione delle povertà estrema e della fame nel mondo era il primo) vede in Expo 2015 l’occasione ideale per promuovere il dialogo e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla sicurezza alimentare e la nutrizione, lo sviluppo rurale e la gestione sostenibile delle risorse naturali, per far capire ai visitatori che “insieme possiamo costruire un mondo in cui tutti hanno accesso a cibo sicuro, sufficiente e nutriente, e si può condurre una vita sana e produttiva, senza compromettere le necessità delle generazioni future”.

Aspettiamo quindi il 16 ottobre, la giornata mondiale per l’alimentazione indetta dall’Onu che sarà festeggiata a Milano a livello mondiale: è quello il giorno in cui la Carta di Milano sottoscritta durante Expo sarà consegnata a Ban Ki-moon, e sancito lo Urban Food Policy Pact, definitiva epifania per Nutrire il pianeta, energia per la vita.

 

Giulia Mattace Raso

 



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