11 settembre 2013

TRASPORTI MILANESI: LA PAGLIUZZA E I CONTI CHE NON TORNANO


Anche l’amministrazione Pisapia, come quella Moratti, sussidia ATM per circa un milione al giorno (350 milioni all’anno), poi si fa dare in prestito 50 milioni per far tornare i conti del comune, e giustamente promette di restituirli con gli interessi. Cioè si indebita con se stessa con un trucco contabile non nobilissimo, come d’altronde fanno molti imprenditori con le casse delle proprie aziende … ma son soldi loro. Non in questo caso, son soldi nostri. Inoltre per i recenti ulteriori aumenti delle tariffe di ATM (che in sé non sarebbero scandalosi) non vengono presentate alternative: o si aumentano le tariffe o occorre tagliare i servizi ai cittadini.

091013_1452_TRASPORTIMI1.pngOvviamente il tutto è colpa dello Stato patrigno che ha tagliato i sussidi! L’alternativa vera non è nemmeno nominabile, e si chiama fare gare serie, con lotti piccoli, tali da attirare molti concorrenti, come insegnano le migliori esperienze estere. L’amministrazione Moratti, nel silenzio assordante dell’opposizione, aveva fatto una gara per ATM, organizzando le caratteristiche del bando (lotto unico) in modo che ci fosse un solo concorrente (ATM), con il giudice, il Comune di Milano, proprietario proprio di quell’unico concorrente. Indovinate chi ha vinto?

Si sperava che con la nuova amministrazione il vento per i trasporti pubblici cambiasse, ma non sembra così. Il governo regionale di centro-destra promulga un paio di anni fa un’orrenda legge che riduce ancora le possibilità di concorrenza, cioè la possibilità di ridurre seriamente i costi per i comuni, e la nuova amministrazione milanese, invece di scatenare una guerra, vi aderisce con entusiasmo. Errare umanum est … sed perseverare diabolicum. E infatti la stampa in questi mesi riferisce, suffragata da diverse dichiarazioni di amministratori milanesi, che è allo studio la fusione tra ATM e Trenord (l’azienda pubblica per i trasporti ferroviari, scaturita dalla fusione sciagurata e anticompetitiva tra Ferrovie Nord e servizi regionali di FS, fusione fermamente voluta dai “liberali” del centrodestra).

Non ci sono parole: l’unica seria speranza di ridurre i costi senza tagli è fare gare serie, lo sanno tutti. Ci si può invece immaginare quanti concorrenti si presenteranno per la gara dei servizi di un mostro tipo TrenordAtm … espressione indubitabile della ferrea volontà di un soggetto pubblico, che sarà anche giudice della gara, di non avere alcuna forma di competizione reale. L’unica regione che ha messo in gara i servizi ferroviari manifestando una seria volontà da avere concorrenza, il Piemonte, ha fatto uno “spezzatino” dei servizi esistenti, e per questo sono arrivati sei (6) concorrenti internazionali molto forti, si è scatenato il finimondo di “patria in pericolo”, e l’amministrazione “liberale” subentrata in Piemonte ha subito abolito la gara. Anche qui senza opposizione di sorta.

Ma la storia non riguarda solo ATM: notoriamente le infrastrutture per l’EXPO sono in grave crisi, sia per ritardi che per colpa della mancanza di fondi adeguati da Roma (d’accapo …). Ci sono però alcuni dettagli che non si possono nemmeno nominare: quelle infrastrutture non servono all’EXPO, sono altrove e vanno altrove (linee metropolitane 4 e 5, TEM, Pedemontana). Davvero un piccolo dettaglio. Che poi fossero state pianificate correttamente o no (sono tutti aggeggi costosissimi, di durata centenaria, per un evento che dura sei mesi …), non è argomento sollevabile impunemente: la colpa è solo di Roma. Infine, aprire i cantieri senza alcuna certezza di avere i fondi per poter finire i lavori, è proprio una prassi prudente, o ha qualche sottile connotazione ricattatoria, certamente involontaria? (così Roma, o qualcun altro, alla fine dovrà pagare, e senza andare troppo per il sottile …).

“Dulcis in fundo”, la vicenda dell’handling della SEA, 450 milioni di soldi nostri di aiuti indebiti a una società che doveva stare sul mercato in termini concorrenziali. Di chi è la colpa? Non certo delle amministrazioni che hanno erogato quei soldi (nostri), per carità! Nemmeno la nuova amministrazione ha osato sollevare un dubbio sul vero colpevole (che è ovviamente l’amministrazione precedente). Il solo colpevole delle “inique sanzioni”, che ci costringe a restituirli, è la perfida Commissione Europea, e occorre essere solidali tra amministrazioni pubbliche, ci mancherebbe che qualcuno rompesse il fronte …. .

 Tutto questo non ha un suono tristemente familiare?

Marco Ponti



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