21 novembre 2012

CASA IN PROPRIETÀ, CONSUMO DI SUOLO, TRASPORTI


Sembrano del tutto condivisibili le argomentazioni di Marco Romano sui nessi storici, ma anche attuali, tra cittadinanza, integrazione sociale, e disponibilità della casa. Da economista devo anche ricordare che esistono ben poche leggi certe dell’economia (mentre moltissime sono ritenute tali solo dai più ideologizzati e rozzi della categoria…). Ma una di queste è che se rendo una cosa più scarsa, cioè se metto dei vincoli alla sua disponibilità, il prezzo di questa cosa cresce. Per il “bene casa”, questo fatto assume connotazioni sociali rilevanti, e negative, nel senso che i prezzi alti colpiscono molto più i poveri dei ricchi.

A riprova della realtà di questo fenomeno, e della sua capacità di orientare le scelte dei cittadini al di là di tutti i tentativi di contenerlo per via normativa, la dispersione territoriale delle abitazioni continua in tutta Italia, come dimostrano anche dei recenti dati dell’ANCE.

In Lombardia il fenomeno è percepibile forse più che altrove, anche semplicemente guardando giù dall’aeroplano: nonostante ogni sforzo pianificatorio, cioè di mettere vincoli all’uso del suolo, la “fuga dalla rendita” delle famiglie che non possono permettersi abitazioni in aree centrali e ben servite, continua (ma questa fuga vale ovviamente anche per le attività commerciali e produttive).

Il problema è che questo fenomeno, fisiologico per un economista, genera gravi problemi se connesso alla casa in proprietà, che è di gran lunga il modo dominante in Italia di fruire del “bene casa”. Infatti cambiare casa, quando è in proprietà, in Italia è molto complesso, e fiscalmente molto costoso: una doppia operazione di compravendita. Il mercato delle case in affitto è invece asfittico, con fenomeni sia di esclusione sociale per i lavoratori extracomunitari che di eccessive tutele degli inquilini insolventi (i due fenomeni ovviamente sono strettamente correlati).

Come risultato, è difficilissimo cambiare casa. I gravi problemi economici che questo genera sono evidenti: da un lato ne soffre il mercato del lavoro, che per nostra fortuna non è più “tayloristico” (casa – fabbrica – casa per una vita intera): il lavoro, nel bene o nel male, è terziarizzato, ed evolve rapidamente nello spazio e nel tempo. La rigidità della residenza danneggia contemporaneamente i lavoratori, che fanno fatica ad accettare occupazioni migliori ma più “lontane”, e i datori di lavoro, in un mercato che non si basa più sull’operaio-massa, ma sulle qualità (“saperi”) dei lavoratori.

Il secondo problema, simmetrico, è “l’eccesso di mobilità”: entro certi limiti, i lavoratori si sobbarcano viaggi più lunghi e scomodi, se non possono cambiar casa quando cambiano lavoro, con ovvi costi, oltre che per gli individui, anche per la collettività, in termini di congestione, inquinamento, o sussidi ai trasporti pubblici.

Un riferimento essenziale è quello del “modello americano”, nel quale il cambio di residenza è frequentissimo per “inseguire” lavori migliori, e i costi del cambio sono molto bassi sia per le case in proprietà che in affitto. Gli effetti sulla produttività complessiva del mercato del lavoro sono tali che il recente premio Nobel Krugman ha dichiarato che una delle peggiori conseguenze della crisi dei mutui “subprime” (che moltissime famiglie a basso reddito non riescono a pagare) è la paralisi del mercato del lavoro che ne è seguita: le case sono divenute “invendibili”.

In questo spirito, a Milano l’assessore Boeri aveva proposto un interessantissimo piano per migliorare l’incontro domanda-offerta per le case in affitto, ovviamente di validità del tutto generale. Sarebbe urgente riprenderlo, invece che pensare a nuovi vincoli che ingessano ulteriormente il mercato edilizio e alzano i prezzi. Tutto ciò ovviamente per “salvare il sacro suolo dell’agricoltura”, attività inquinante, che vive quasi solo di sussidi, cioè con i soldi dei contribuenti, e occupa pochissime persone.

 

Marco Ponti



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali




Ultimi commenti