10 ottobre 2012

Scrivono vari 10.10.2012


Scrive Franco Strada a Diego Corrado – Mi piace molto il suo articolo che condivido nell’ottimismo che mi è abituale e nella speranza di un futuro migliore peri miei tanti nipoti e per tutti gli italiani. (ho 77 anni)

 

Scrive Salvatore Cabras a Guido Martinotti – L’area metropolitana è un’idea luminosa? È un gran bene che si ricerchino metodi non opportunistici, di respiro quantomeno trentennale, per proporre découpages politico – amministrativi del territorio. Forse una nuova Costituzione dovrebbe prevederne l’avvio automatico della loro revisione ogni, poniamo, cinque censimenti. Fin dalla prima volta che la vidi, 10-15 anni fa, sono stato colpito fortemente dall’immagine satellitare notturna di Milano e della Lombardia. Per rivederla basta digitare su Google <immagini satellitari notturne italia>. Sono fotografie che dicono una verità incontrovertibile: esiste un’area che le cellule della comunità socio – economica lombarda ritengono a torto o a ragione di dover tenere illuminata anche di notte. Tale area ha il centro nella città di Milano e si estende a ovest e a sud per una dozzina di chilometri, ma a nord-ovest contiene Legnano – Gallarate, a nord fino a Monza, a nord-est arriva oltre Bergamo. È un dato bruto, da maneggiare con cura? Probabile. Ma c’è.

 

Scrive Luca M. Pedrotti Dell’Acqua a Guido Artom – Complimenti a Guido Artom per il suo intervento e grazie da parte di un cattolico (che non rabbrividisce sul fatto che la Sinagoga sia luogo della discussione, anzi. Gesù contrastava la mercificazione, come sembra con l’episodio della cacciata, non il dialogo). Buona continuazione,

 

Scrive Alessandro Gargnani a Guido Artom – Bravo Guido Artom, ma Gesù ha scacciato dalla Sinagoga solo chi ci faceva mercato. Non chi discuteva.

 

Scrive Elena Fadini Bettica a Guido Artom – Ho letto con piacere ed emozione lo scritto di Guido Artom. Cattolica praticante, grande amica dell’ADEI-Wizo che fa parte come me del CNDI, Consiglio nazionale Donne Italiane, ho avuto il piacere nel 2006 di partecipare a Gerusalemme al conferimento del dottorato H.C. al Cardinale. Niente di quanto scrive Artom mi era nuovo, ma che fosse tutto ricordato così bene mi fa dire a Guido Artom un grande grazie.

 

Scrive Ferdinando Mandara a LBG – Pur non riuscendo a leggere con continuità “ArcipelagoMilano”, mi sembra che affronti questioni importanti con serietà. Da sostenitore della decrescita mi ha fatto piacere che LBG abbia trattato nel numero 31 il tema “Decrescere per crescere“: mi ha però sconcertato la superficialità con cui – a mio avviso – lo ha fatto. Dare la sensazione che il messaggio di Latouche si riduca a raccomandare “moderazione e parsimonia” è fuorviante, dato che di fatto quello che propone è lo smantellamento del modello di società basato sulla crescita economica.

Nell’articolo c’è anche una grave incoerenza, in quanto prima si dice: “Fortunatamente nella direzione della parsimonia, magari sotto traccia, si sta già andando e forse è meglio così: “faire sans dire“” e più avanti, a proposito del nuovo modello di sviluppo: “La strada è ancora lunga e diventa una lotta contro il tempo: arrivare prima del punto di non ritorno, quando nessun provvedimento potrà evitare una catastrofe.” Se il problema è questo, come in realtà è, oltre che fare quel che si può da subito, non è il caso di gridare il più forte possibile?

E soprattutto capire e spiegare che il modello alternativo non è fatto essenzialmente di rinunce e privazioni, se non alle cose che fanno più male che bene: in breve la rinuncia a mettere tutto al servizio dell’economia fine a se stessa.

Altrimenti si rischia di aggiungersi alla lunga lista di quelli che – per ignoranza o malafede – muovono ai sostenitori della decrescita accuse infondate, come quella di voler tornare al medioevo. E mi spiace di vedere tra questi anche Michele Salvati, quando nell’intervista dice più o meno “Andate a dire agli africani di decrescere…”. Mentre quello che chiediamo è di smettere di sfruttarli e di non trascinarli verso un modello di sviluppo insostenibile e alienante.

Infine, scusandomi per la lunghezza dell’intervento (ma occorre pure argomentare le critiche, per quanto schematicamente) a proposito dell’annotazione sul fatto che “nessuno parlasse seriamente di un nuovo modello di sviluppo” faccio presente che ci sono molti che ne parlano, in Internet e non solo: ad esempio, dal 19 al 23 settembre si è tenuta a Venezia la terza conferenza internazionale sulla decrescita, con circa 700 partecipanti da 60 paesi (il 50% di età inferiore ai 40 anni), che si sono pagati iscrizione, viaggio, vitto e alloggio… Sono distratti anche i mass-media sulla questione, non solo i politici!



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