18 settembre 2012

MALPENSA – LINATE: DI NUOVO L’INTERVENTO PUBBLICO “PER IL NOSTRO BENE”?


Si riparla di ridurre “ope legis” il ruolo di Linate, per costituire un grande “hub” a Malpensa, come se il passato non esistesse. Per capirne di più, bisogna ricordare alcuni fatti. Il settore dei servizi aerei è in fase di crescente liberalizzazione, per nostra fortuna, nonostante tutti i tentativi fatti dai governi e dalle loro protettissime compagnie di bandiera di rallentare il processo. Malpensa, dopo Oslo, è l’aeroporto europeo più lontano dalla città di riferimento. La domanda business, che è quella che genera i profitti delle compagnie aeree, nel nord Italia è sparpagliata, servita da molti aeroporti locali, e Milano non è la capitale del paese (non un grande difetto, ma le capitali generano molto traffico). Linate avrà presto una costosa linea metropolitana diretta che lo renderà ancora più comodo, oltre che vicinissimo al centro.

Una riduzione forzosa dei voli su Linate genererebbe molti costi certi ai milanesi, a fronte di vantaggi del tutto ipotetici, a meno che si pensasse a un ritorno del monopolio pubblico nel settore, che tanti benefici ci ha dato con Alitalia. Questa riduzione converrebbe solo se i benefici delle le più numerose destinazioni dirette da Malpensa superassero sia le perdite di tempo della maggiore distanza (perdita di tempo fatale per i voli business”dalla mattina alla sera”), sia quelle degli effetti benefici della concorrenza tra i due scali (gli inglesi hanno costretto alla vendita due dei quattro aeroporti di Londra “perché non si facevano abbastanza concorrenza, a danno dei londinesi”).

Immaginiamo ora uno scenario estremo, con Linate chiuso. Gli utenti confronterebbero comunque i maggiori tempi di uno scalo a Parigi o Dubai con le tariffe, e le compagnie che offriranno un volo con uno scalo in più faranno certo tariffe competitive, tenendo conto dei maggiori tempi. Quindi comunque sarebbe ancora il mercato e l’offerta di servizi a decidere, non l’intervento pubblico vincolistico. Poi molte destinazioni intercontinentali minori richiederebbero comunque voli non diretti. E l’utenza business non milanese non si sognerebbe di andare a Malpensa…. a meno che non si pensi di limitare “ope legis” i voli da tutti gli aeroporti del nord Italia. Comunque la sola idea che l’Italia possa sostenere due hub, con Roma molto più vocazionale a questo ruolo data la distanza da altri hub europei come Francoforte o Parigi sembra davvero mal riposta. Formigoni infatti aveva promesso di tenere a questo fine Alitalia a Malpensa, operazione che ne accelerò la costosissima morte (per i contribuenti, non per Formigoni), e neppure riuscì. Comunque erano altri tempi, pur essendo già allora il modello “hub and spokes” (mozzo e raggi) già in via di indebolimento, proprio in quanto legato a compagnie monopolistiche di bandiera.

Si potrebbe obiettare: ma perché Malpensa non potrebbe diventare un grande hub internazionale di puro transito (cioè con relativamente poca domanda locale), per esempio verso il medio ed estremo oriente? Tutto è possibile, ma, come si è detto, la sua localizzazione geografica non è molto favorevole, arriva tardi, e non ha finanze pubbliche illimitate dietro per sostenerne lo sviluppo come gli aeroporti del golfo persico. Comunque dipenderebbe da fattori non controllabili, e legati all’offerta di servizi aerei. Dunque, la riduzione del ruolo di Linate, aeroporto comodissimo per i viaggiatori milanesi, comporterebbe per loro disagi certi e offerta di voli meno concorrenziale, a fronte di benefici dubbi e del tutto ipotetici.

Quando una vera cultura della concorrenza, in un settore privo di valenze sociali di rilievo, approderà anche in Italia? Si venda Linate separatamente, e si ponga finalmente fine al conflitto di interessi del comune, che come proprietario-concessionario dovrebbe cercare di massimizzare le rendite di monopolio, e come rappresentante di chi viaggia dovrebbe eliminarle. Ma nel frattempo gli interessi legati a tali rendite sembra siano riusciti a soffocare in culla ancora una volta l’autorità indipendente di regolazione dei trasporti, pur promossa da Monti, e il cui scopo principale, si ricorda, è la tutela degli utenti contro gli interessi monopolistici.

 

Marco Ponti

 



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