13 dicembre 2010

MILANO DA RAMMENDARE


In una città come Milano, a quali persone, Enti e Istituti statali, regionali, provinciali e comunali, è delegato istituzionalmente il controllo del disegno della scena urbana? Chi ha il compito di rilevare le più gravi anomalie (che nessuno nota più, ma che influiscono negativamente sui visitatori) e ovviare a esse, prima che queste diventino abituali e sconvenienti aspetti della città? Milano ha un patrimonio storico inferiore rispetto alle altre città italiane, anche perché molto ha cancellato, come ad esempio le infrastrutture idrauliche dei Navigli che sono state per quattro secoli essenziali per il lavoro e la vita della città. Per questo sarebbe bene che questi pochi monumenti siano ben inseriti nella scena urbana e valorizzati dalle costruzioni che li circondano.

I delegati al controllo della “bellezza” della città non sono pochi, a partire dal Sindaco che istituzionalmente delega ai suoi assessori questo problema, ma che se fosse più preparata e meglio consigliata, potrebbe far prevalere la superiore sensibilità femminile. Vediamo: Soprintendenza ai Monumenti, Assessorato allo Sviluppo del Territorio, Assessorato all’Arredo, Decoro Urbano e Verde, Assessorato alla Cultura, Commissione Consigliare Urbanistica, Commissione Consigliare Cultura, Commissioni urbanistiche dei nove Consigli di Zona, Commissione speciale per il Decoro Urbano, Commissione per il Paesaggio (ex Commissione Edilizia). A questi si possono aggiungere Enti Culturali come la Triennale e l’Inarch deputati alla ricerca del bello. In tutto decine e decine di persone che dovrebbero essere state scelte per la loro particolare conoscenza della Storia di Milano e come esperti nella delicata disciplina della valutazione della scena urbana.

Ebbene, come è possibile che da questo qualificato consesso, non si levino voci di protesta per l’incivile condizione della scena urbana che perdura nel tratto immediatamente a sud della Basilica di San Lorenzo, fino a via Molino delle Armi, dove case bombardate e frontespizi diroccati delle cortine edilizie di via Pioppette e della stessa via Molino delle Armi si susseguono e fanno da tragico fondale architettonico alla Basilica e al Parco? Si tratta dei resti di semplici case che hanno subito i bombardamenti del secolo scorso, coinvolte in un Concorso di Progettazione degli anni settanta, che avrebbe dovuto trasformarsi poi in un Piano Particolareggiato, del quale nessuno ha più saputo nulla. Il degrado di questo lato ovest del Parco delle Basiliche continua anche a sud di via Molino delle Armi con i frontespizi nudi e spogli delle cortine edilizie di via Vetere e più avanti di retri di case e capannoni di corso Porta Ticinese, non piacevoli da vedere. Tutti inconvenienti dovuti al disegno del Parco, deciso solo a vincolare le aree a verde e senza attenzione ai fondali edilizi che vi si affacciano, che non dovevano essere trascurati in un Parco in pieno Centro Storico.

Certo, a Milano esistono ancora aree deturpate dai bombardamenti, come le vie Palla e Lupetta, via Madonnina e altre, ma questi siti sono nascosti e poco visibili anche se questo non basta a giustificarne il degrado. Situazioni che servono invece a consolidare l’idea che tutto ciò si può sopportare, come nel minuscolo caso di via Madonnina angolo S.Carpoforo, dove le signore residenti si preoccupano della salute del fico nato spontaneamente sulle macerie della casa d’angolo bombardata che non c’è più, e non si lamentano dei due sgraziati frontespizi nudi formati dalla interruzione delle cortine edilizie. Ma il retro di San Lorenzo verso il Parco delle Basiliche è in piena visibilità, e i frontespizi residui dei bombardamenti a fianco della Basilica e sulla vie Molino delle Armi e Pioppette sono una sconcezza non più sopportabile. E poichè al brutto si accompagna spesso l’orrido, basta vedere come sono utilizzati alla sera, e non solo, questi siti storici.

Questa insensibilità collettiva è frutto della “assuefazione” al brutto. Ci si convive, e dopo un po’ non lo si vede più; e allora i turisti e visitatori della città si possono domandare: perché in un parco così centrale, tra due monumenti come San Lorenzo e Sant’Eustorgio, in piena vista ci siano ruderi così sconvenienti che nessuna città europea potrebbe tollerare? Ma potrebbero anche chiedersi se a Milano c’è qualcuno delegato a risolvere questi problemi. Qualcuno? Ce ne sono tanti e ben installati in Enti e Commissioni di cui sopra, peccato che, impegnati a giudicare i nuovi interventi, trascurino le brutture esistenti alle quali evidentemente si sono “assuefatti”. E’ mia opinione che con questa base culturale poco rigorosa, gli addetti a questo delicato compito potrebbero avere anche problemi a giudicare il “Nuovo”.

Gianni Zenoni



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