23 gennaio 2024
NECESSE EST
Non tutto il male vien per nuocere
Necesse est enim ut veniant scandala. (“È infatti necessario che avvengano scandali“) (Matteo18.7). Questo mi è venuto in mente la settimana scorsa mentre la cronaca milanese ci informava dell’attività della Procura che aveva preso di mira alcune operazioni immobiliari in città che, a vario titolo, sembravano comportare reati penali.
Chi dall’oggi al domani si trova coinvolto in queste faccende non passa certo dei momenti sereni e fintanto che la vicenda non si concluderà vivrà in una sorta di incubo che non finirà mai completamente, anche se si è prosciolti per non aver commesso il fatto, con una sentenza definitiva.
Uno strascico comunque resta nella memoria anche remota: il tuo nome è comparso sui giornali e non certo per farti complimenti. A vicenda felicemente conclusa ti accorgerai che la legge che prevede il tuo diritto ad una rettifica di pari evidenza di quella che ti ha tirato in ballo, i giornali o se ne fanno un baffo oppure la rettifica comparirà in un trafiletto di nessun rilievo.
Su queste questioni se ne dibatte quasi quotidianamente sui giornali tra nuove leggi bavaglio e divieto di pubblicazione delle intercettazioni ma nella maggior parte dei casi si tratta di iniziative a tutela dei condannati.
Una parte della classe politica si agita molto chiedendo che venga sanzionato una volta per tutte il magistrato che ha dovuto prosciogliere o assolvere un imputato risultato innocente in tutti i gradi di giudizio, ma se nell’attesa arrivasse una norma che ristori a carico dello Stato l’accusato palesemente innocente questo sarebbe già qualcosa.
Pur con la delicatezza dell’argomento che rischia di lasciare a molti una bocca amara, io ritengo che in questi casi sia opportuno che scoppi uno scandalo: potrebbe portare finalmente ad un riesame della questione urbanistica che tanta parte ha avuto nella vita di Milano.
Si sta ancora parlando di una disciplina, l’urbanistica, oggi monca, non in grado di assolvere con gli strumenti e le conoscenze attuali i problemi che quotidianamente si affacciano alla città e sembra poca cosa ora provare ad affiancarla alla sociologia, senza vedere la mole dei cambiamenti e delle innovazioni rispetto alle quali si può essere compiaciuti ma anche impauriti.
Ora tutti siamo in attesa di conoscere il nuovo Piano di Governo del Territorio per valutarne la bontà.
Oggi il PGT in vigore dall’ottobre del 2019, è quello che ha approvato il nuovo Documento di Piano, la variante del Piano dei Servizi, comprensiva del Piano per le Attrezzature Religiose e la variante del Piano delle Regole.
Il documento più recente pubblicato nel settembre del 2023 è il DOCUMENTO DEGLI OBIETTIVI PER LA REVISIONE DEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO MILANO 2030.
Si tratta di un documento complesso e articolato, ricco di dati e di tabelle che nell’insieme rappresenta bene la realtà milanese di oggi ma, come sempre, sembra essere un elenco di buone intenzioni che dovremmo veder rispecchiate nel nuovo PGT.
Il Comune ha anche prodotto un piccolo video per chi ha molta fretta, 7 minuti.
Nel documento scritto avrei voluto trovare anche altre cose ed in particolare dei riferimenti sull’impronta ecologica ed il relativo massimo sostenibile.
Avrei voluto anche trovare la densità abitativa nella Milano costruita e non solo sulla superficie del territorio comunale. Quale sarebbe la massima densità ammissibile sul territorio comunale costruito?
Quale è l’affollamento rispetto al costruito?
Del lavoro fatto in questo documento di ben 64 pagine tra testo e tabelle, che troverete allegato (qui), riproduco una parte delle premesse: “Tuttavia, il profondo processo di cambiamento di Milano, nei termini sopra accennati, fa emergere alcuni nodi critici e questioni irrisolte, soprattutto a partire dall’inizio del conflitto in Ucraina, momento che ha segnato un ulteriore cambio di scenario globale. Nell’ultimo periodo post pandemico assistiamo all’accentuarsi di alcuni contrasti: una frenata nella crescita demografica, che fatica a superare le 1.400.000 unità, il divaricarsi della forbice dei redditi, dai più alti ai più bassi, una maggiore percezione di insicurezza, e soprattutto, il forte incremento dei valori immobiliari, che raggiunge circa il 40% nei prezzi di vendita e il 28% nei canoni di affitto negli ultimi 4 anni. L’innalzarsi dei valori immobiliari di vendita e la sostanziale inaccessibilità all’affitto per la classe media e per le giovani generazioni si accompagnano con dinamiche del mondo del lavoro post-pandemico ancora da decifrare compiutamente, ma senz’altro da considerare con la massima attenzione.”
In questa premessa mi hanno colpito due frasi: “ che fatica a superare le 1.400.000 unità” e la lunga notazione che riguarda la crescita dei valori immobiliari che rendono impossibile l’acquisto di una casa per i meno abbienti.
La crescita della popolazione è un obiettivo? Perché? Cosa si è fatto negli ultimi anni per contenere il costo della casa? Come gestiamo il problema di chi ha un reddito talmente modesto da non poter nemmeno prendere in considerazione di destinarvi un parte seppur minima del suo reddito? Come rispondiamo a questi interrogativi?
Uno studio di Franco Mostacci ci dice che un quarto dei contribuenti milanesi ha un reddito lordo inferiore a 10 mila euro, come dire un lordo di 833 euro al mese, il netto ancora inferiore. Come pensiamo di dare la casa a questi contribuenti?
Quando leggo tutte le analisi fatte con sondaggi ma soprattutto con consultazioni di cittadini, ammesso che i consultati riflettano esattamente l’intera cittadinanza, avrei voglia di fare, se io potessi, un sondaggio sul loro livello della loro felicità/infelicità.
Mi viene in mente la Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America (4 luglio 1776) dove leggiamo che «tutti gli uomini sono creati uguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, tra questi diritti vi sono la Vita, la Libertà e il perseguimento della Felicità».(*)
La felicità dei cittadini è un problema dibattuto anche dagli antichi e nei documenti che leggiamo ora non se ne fa mai parola. Oggi, guardandosi intorno si ha l’impressione che la maggioranza dei cittadini sia prevalentemente infelice e le proteste si susseguono anche sotto forma di comitati.
I milanesi hanno diritto alla felicità?
Luca Beltrami Gadola
* per chi fosse interessato al tema della felicità dei cittadini suggerisco un breve saggio di Donatella Cesarini dal titolo: Il diritto al perseguimento della felicità.
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