5 aprile 2022

L’EDUCAZIONE CIVICA NELLE SCUOLE

È ora di dare piena dignità alla materia


sodano (1)

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Da settembre 2020 l’Educazione Civica è una disciplina trasversale che interessa tutti i gradi scolastici, a partire dalla scuola dell’Infanzia fino alla scuola secondaria di II grado.

L’insegnamento ruota intorno a tre nuclei tematici principali: la Costituzione, diritto (nazionale e internazionale), legalità e solidarietà, lo Sviluppo sostenibile, educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio, la Cittadinanza digitale.

Pochi addetti ai lavori hanno compreso la grande portata innovativa di queste disposizioni al momento in cui sono entrate in vigore. La materia, lungi da costituire argomento di chiacchiera tra studenti più o meno consapevoli, è da considerarsi, invece, fondamentale per l’educazione per i bambini e gli adolescenti dal momento che i nostri ragazzi hanno bisogno, oggi più che mai, di valori cui indirizzare il loro percorso istruttivo ed educativo. 

Non a caso su temi come l’ambiente o la sostenibilità sono stati gli stessi adolescenti ad avere orientato le loro scelte culturali facendo addirittura da traino rispetto agli adulti. Si pensi al caso dell’attivista svedese Greta Thunberg nota per le sue manifestazioni tenute davanti al Riksdag a Stoccolma con lo slogan Skolstrejk för klimatet («Sciopero scolastico per il clima») e ormai conosciuta in tutta Europa, tanto che il nostro presidente del consiglio, Mario Draghi, ha sentito il bisogno di incontrala, di recente, nel contesto delle giornate youth4climate di Milano. 

Questa domanda “verde” dei giovani può (e deve) essere approfondita ed assecondata, magari proprio attraverso l’insegnamento della più cenerentole della materie, l’educazione civica appunto.

Di fatto l’entrata in vigore della nuova disciplina in materia di educazione civica ha coinciso con la sviluppo della pandemia ed ha sostanzialmente rimandato nelle scuole la sperimentazione di questa grande innovazione legislativa. Complici, in questo, gli enti territoriali (che nulla, o quasi, hanno approntato su questo versante) la materia è ancora considerata negli istituti scolastici una materia di serie B ed è difficilmente valorizzata.

Quali i nodi da sciogliere per far decollare finalmente questo grande ed innovativo insegnamento? 

Secondo quanto più volte segnalato dal Ministero dell’Istruzione e reiteratamente affermato nelle Linee Guida la materia deve essere insegnata in prevalenza dall’insegnante di diritto, ove esistente nel percorso di studi dell’Istituto scolastico, oppure, può essere gestita in maniera collegiale da più insegnanti sia del gruppo letterario (italiano, storia, filosofia) che di quello scientifico (scienze, chimica, matematica).

La necessità di un coordinamento fra professori dotati di così diversi background è quindi innanzitutto una priorità. 

In secondo luogo appare assolutamente fondamentale procedere ad un’adeguata e approfondita formazione del personale insegnante al fine di sensibilizzarlo all’acquisizione dei necessari rudimenti tecnici degli argomenti. 

La qualità dell’insegnamento non può essere lasciata al caso ed ancor meno alla buona volontà di pochi.  

Maria Rosaria Sodano

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