9 gennaio 2018

METTERE IN SICUREZZA ED ATTUARE LA COSTITUZIONE

Per non perdere l'orientamento nella bagarre pre-elettorale


Il “patto per la Costituzione e la democrazia” presentato da Anna Falcone, Felice Besostri ed altri (*) sintetizza, in sei punti essenziali, lo spirito della carta fondamentale così distante e contrastante con il pensiero (quasi) unico corrente, adagiato sulla rassegnata ed acritica constatazione che così va il mondo e c’è poco da fare. Pertanto mettere in sicurezza ed attuare oggi la settuagenaria Costituzione diventa un programma alternativo, al limite sovversivo, rispetto alle enunciazioni ed alle pratiche politiche usuali.

07ballabio01FBIl documento citato prende le mosse dall’esito del referendum del 4 dicembre 2016, il quale tuttavia non aveva come oggetto immediato la prima, bensì la seconda parte del testo costituzionale, riguardante l’ordinamento della Repubblica. Andrebbe pertanto accompagnato, senza intaccarne il vigore sintetico ed incisivo, con una proposta attuativa riguardo l’organizzazione complessiva del sistema statuale, in particolare per il Titolo V° che rimane tuttora sospeso, ristretto in una morsa tra la tuttora vigente legge Delrio da un lato e le manovre autonomistiche e particolaristiche di alcune regioni dall’altro.

Circa la prima strettoia, risulta evidente, quasi per nulla presente nel dibattito pubblico, l’incompatibilità di una legge pensata per anticipare una riforma poi bocciata con la lineare composizione dell’ordinamento locale ed intermedio definito dagli articoli 114 e 118 della tuttora integra Costituzione. Tuttavia la legge 56/14 resta in vita per pura inerzia, nel vuoto di idee e proposte che accompagna gli sterili lamenti di amministratori locali, gravati da incerti poteri e scarse risorse.

La seconda angustia del confermato Titolo V° riguarda il rapporto Stato-Regioni, reso ancor più ambiguo dalle opportunistiche iniziative referendarie dei governatori leghisti di Lombardia e Veneto. Qui occorre evitare di mitizzare il testo costituzionale vigente che, agli articoli 116 e 117, risente di incertezze e accomodamenti che avevano guidato la prima riforma del 2001, ad opera di una maggioranza di centro-sinistra. La pletora di materie indicate come “concorrenti” tra Regioni e Stato ha infatti generato confusione normativa ed è degenerata nel gigantismo burocratico-amministrativo degli apparati regionali.

Avviatasi ora la campagna elettorale, tanto nazionale che regionale, c’è da chiedersi come i protagonisti tratteranno questa materia, consentendo – a chi voglia esprimere un voto consapevole e motivato – una scelta in favore di programmi coerenti e di candidati preparati e sensibili. Scelta non scontata, risultando del tutto plausibile e dignitosa l’alternativa di un “astensionismo attivo” per chi voglia evitare di sottostare al “meno peggio” ormai esponenziale ed a una comunicazione elettorale demagogica, di stampo pubblicitario e telegenico.

Ora la volontà e la capacità di affrontare la contraddizione di cui sopra, circa la cui soluzione peraltro non sono mancati i puntuali contributi offerti da ArcipelagoMilano, può rappresentare (esaurita la manfrina del “chi sta con/contro chi”) un valido banco di prova per discernere tra l’elencare a vuoto “cose da fare” ed il precisare responsabilmente “chi e come” le dovrà e potrà fare.

Valentino Ballabio

(*) PATTO PER LA COSTITUZIONE E LA DEMOCRAZIA

La vittoria referendaria del 4 dicembre 2016 e il rifiuto da parte del corpo elettorale, per la seconda volta, di una riforma verticistica che avrebbe stravolto natura democratica e modello parlamentare della nostra Carta fondamentale, ridotto gli spazi di democrazia e compromesso il primato della sovranità popolare, impongono un impegno stringente a quanti vogliano rispettare le indicazioni dell’elettorato e farsi garanti delle ulteriori richieste che da quella vittoria sono scaturite: l’attuazione e la messa in sicurezza della Costituzione.

Per questo i sottoscritti si impegnano a contrastare ogni ulteriore proposta di riforma che miri a modificare, palesemente o surrettiziamente, la forma democratica e parlamentare del nostro modello repubblicano, ovvero a costituzionalizzare principi neoliberisti o a limitare la sovranità popolare, i diritti fondamentali delle persone, i diritti politici e la partecipazione politica degli elettori. Altresì, si impegnano a garantire, nell’ambito del programma elettorale e dell’azione politica della propria Lista o della Lista che sosterranno, la piena e completa attuazione dei principi fondamentali della Costituzione e del dettato costituzionale, con particolare riferimento:

1) All’art. 1 Cost., nell’inscindibile relazione che, nella nostra democrazia, lega l’esercizio della sovranità popolare alla garanzia del diritto al lavoro e all’inclusione nei percorsi lavorativi delle persone con disabilità, impegnandosi a rendere effettivo tale diritto nella sua accezione più ampia, comprensiva degli aspetti assistenziali e pensionistici, nella parità di remunerazione e tutele per donne e uomini, per i lavoratori di tutte le categorie e di tutte le generazioni, in attuazione del precetto dell’art. 36 Costituzione, per assicurare un’esistenza libera e dignitosa.

2) All’art 3, 2° comma Cost., riaffermando il ruolo della Repubblica, in tutte le sue articolazioni e poteri, nella rimozione delle diseguaglianze economiche, sociali, di genere, generazionali, territoriali che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e la piena partecipazione di ogni cittadino, di intere generazioni e gruppi sociali alla vita sociale, politica e democratica del Paese.

A tal fine è imprescindibile garantire la piena effettività di tutti i diritti civili e sociali e il rilancio del modello universalistico dei servizi, a partire da un alto e uguale livello di tutela della salute, come fondamentale diritto garantito dall’art. 32 Cost., dall’assistenza sociale su scala nazionale, senza discriminazioni territoriali, dal rilancio e rifinanziamento della ricerca e dell’istruzione pubblica, dal diritto di accesso a una giustizia rapida e certa, parimenti accessibile con pari possibilità per tutti i cittadini a prescindere dal reddito.

3) Alla piena attuazione del Titolo III della Costituzione sui «Rapporti economici» tramite un opportuno e necessario intervento pubblico in economia per la garanzia dei diritti fondamentali e dei diritti sociali, alla cui previa effettività devono essere conformate le scelte di bilancio e l’equilibrio dei conti pubblici.

4) All’interpretazione e revisione dei Trattati europei alla luce dei principi inderogabili dettati dalla Costituzione e della previa e preminente effettività dei principi e dei diritti fondamentali, nonché dell’autonomia politica del Paese, anche nell’ambito di una rafforzata cooperazione nella UE, nelle scelte di governo e nella scelta di un modello di sviluppo più coerente con il carattere democratico, personalista, pluralista e solidarista della Costituzione.

5) Agli art. 10 e 11 Cost., tramite la firma e la ratifica dei trattati per la messa al bando delle armi nucleari, la revisione delle politiche sui flussi migratori alla luce della piena effettività dei principi costituzionali sul diritto d’asilo e la cancellazione degli accordi che non garantiscano il pieno rispetto della dignità e dei diritti fondamentali delle persone, dei migranti economici e di quanti a qualsiasi titolo fuggano da regimi totalitari, territori di guerra o colpiti da crisi, carestie, disastri ambientali e violazioni dei diritti umani.

6) Alla piena garanzia, anche giurisdizionale, dei diritti di elettorato attivo e passivo, nonché dei diritti di partecipazione politica, impegnandosi a promuovere una legge elettorale conforme al prioritario rispetto del principio di rappresentanza democratica, dell’autonomia e della centralità del Parlamento e dei parlamentari, tale da sancire il diritto degli elettori a partecipare attivamente alla selezione delle candidature e alla scelta degli eletti, nel rispetto della parità di genere e dell’equilibrio fra generazioni. Di queste tutele è premessa essenziale l’attuazione dell’art. 49 Cost. e la messa in sicurezza dell’art. 138 Cost. rispetto modelli elettorali e composizioni parlamentari che falsino il rapporto di rappresentanza fra elettori ed eletti.

Felice Besostri, Anna Falcone, Vincenzo Vita, Lara Trucco, Gianni Ferrara, Emma Imparato, Paolo Maddalena, Giovanni Palombarini, Antonio Esposito, Antonio Caputo, Aldo Giannuli, Pietro Adami, Giovanni Scirocco, Aldo Ferrara

(4 gennaio 2018)



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