19 dicembre 2017

MILANO, LA CITTÀ DELL’EDITORIA

Il 2017, un anno di importanti novità e successi


Si chiude positivamente il bilancio dell’editoria milanese 2017. Sembrerà un’affermazione azzardata, visto le lamentele che l’industria e la commercializzazione del libro hanno fatto sorgere, in occasione della “guerra dei saloni” di Torino e Milano. Ma tirate le somme, i numeri parlano, evidenziando un rinnovato incontro domanda-offerta secondo trends tra i più ottimistici del settore.

Il logo di BookCity Milano

Il logo di BookCity Milano

Nel 2017 Milano è stata dichiarata “città creativa Unesco per la Letteratura”, epicentro dell’editoria nazionale. Un anno di importanti alleanze: la Nave di Teseo ha acquisito il 95% di Baldini & Castoldi, ricapitalizzandola, senza ricorrere a prestiti bancari ma attraverso risorse proprie, e il gruppo Feltrinelli ha ottenuto una partecipazione iniziale del 40% della casa editrice veneziana Marsilio, destinata ad arrivare al 55% dopo due anni.

Nella lista dei nuovi editori è comparsa la Società Editrice Milanese, di Riccardo Cavallero e Mario Rossetti, con l’ingresso di nuovi soci: il gruppo Feltrinelli e Anthos Produzioni. E nei palazzi di RCS Mediagroup qualcosa di grosso bolle in pentola. Dopo la cessione di RCS Libri e l’acquisizione del Corriere della Sera, Urbano Cairo realizza un altro sogno: una casa editrice con forte presenza su tutti i generi, una ricchezza che porterà un contributo di verità, di riflessione e di passione civile. Il suo nome “Solferino”, l’indirizzo del Corriere della Sera, casa di grandi scrittori. Per vedere i primi titoli, che saranno venduti sia in libreria sia in edicola, dobbiamo aspettare maggio 2018.

Su questo sfondo in fermento, le piccole-medie case editrici si stanno affermando sempre più: aprono le porte della loro sede per accattivanti presentazioni di libri, come accade da Morellini Editore, SEM, Melampo, Novecento e Laurana. Il tutto nasce dalla voglia di partecipare in questo mercato in modo non canonico, ma attraverso modalità inconsuete, curiose e vivaci, che possano attirare il lettore.

Anche le librerie si stanno evolvendo. I librai storici continuano a dimostrare una grande resilienza. Non solo devono fare i conti la crisi economica e di settore, ma lottano anche con i lavori di cantiere della nuova linea metropolitana, che riduce drasticamente lo struscio dei potenziali acquirenti davanti alla libreria (come succede a Il Trittico di via San Vittore). In questo caso, i cambiamenti si affrontato con nuove strategie, migliorando il rapporto di fiducia con i clienti. Riscoprire cioè il ruolo e la funzione imprescindibile del libraio, inteso come l’importante figura che conosce e consiglia i “migliori” libri.

Le nuove aperture invece hanno l’obiettivo di dar vita a “librerie di quartiere” con una visione ancor più cosmopolita. Veri spazi culturali che ospitano eventi, reading, laboratori, ma anche momenti goderecci, in cui la mozzarella diventa importante quanto un libro, fino a creare librerie-farmacie, dove i volumi fungono anche da medicamento. Le nuove generazioni di librai sono disposti a tutto per catturare l’attenzione del lettore ed escogitano dei “butta dentro”, anche tecnologici, come i “live” su Facebook, che raccolgono pubblico virtuale.

Le manifestazioni culturali 2017, che hanno coinvolto la città, non possono essere lasciate senza commenti, anche perché di rumors ce ne sono stati molti. Bookcity è una realtà consolidata, una festa del libro, che pone al centro il lettore. In quattro giorni, 1250 eventi che hanno fatto rivivere luoghi di solito inaccessibili al pubblico e che hanno visto la partecipazione degli editori di tutta Italia e di associazioni culturali. Una festa gratuita che però dovrebbe dilatarsi, occupando più spazio nel calendario, per evitare la cannibalizzazione degli eventi. Molti, bellissimi, ma troppo concentrati.

Bookcity non è in gara con Tempo di Libri, la nuova realtà dell’anno che si è presentata come una fiera di tipo commerciale, un salone del libro su Milano, con ingresso a pagamento, organizzato in soli 200 giorni, arrivato dopo mesi di polemiche tra editori, addetti ai lavori e politici. Ha fatto registrare 60.796 presenze nei padiglioni della fiera di Rho, a cui se ne aggiungono 12.133 nelle sedi del Fuori Fiera. Un bel numero per un incipit, ma a sfavore c’è la scarsa comunicazione tra i vari attori, nessuna concertazione con le altre manifestazioni milanesi, forse per il troppo ego degli organizzatori. Ma per il prossimo anno già si prevedono correzioni e miglioramenti. Diamo tempo al Tempo di Libri.

La proposta di portare Book Pride, la fiera dell’editoria indipendente di Milano promossa da Odei (Osservatorio degli editori indipendenti), all’interno di Tempo Libri è fallita. Non sempre i corteggiamenti vanno a buon fine, ed è giusto che manifestazioni come queste abbiano caratteristiche e personalità differenti. L’importante è non pestarsi i piedi.

Cristina Bellon



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