28 novembre 2017

VICENDE SEA. NON C’È PACE A MALPENSA

I soldi dei milanesi rischiano di finire in un turbine di società


La gara per la vendita di Alitalia è stata congegnata come unica ma con la possibilità in subordine di dividere le offerte tra le attività aviation (di volo) e handling (servizi a terra). Se le compagnie aeree Lufthansa e Easyjet sono interessate solo alla parte aviation, è anche possibile che siano prese in considerazione altre offerte giunte per la parte di handling. Nel frattempo per Alitalia la dote del prestito lievita di 300 milioni e il rimborso slitta a data da destinarsi.

08balotta39FBSi tratterrebbe del famoso “spezzatino” che il Governo vorrebbe evitare. In caso di acquisizione separata delle due attività come si è appreso dalla stampa andrebbe in gara Airport Handling (dove vi lavorano 1.700 addetti), ex SEA Handling, ora partecipata al 30% dal colosso DNATA del gruppo Emirates.

A quel che risulta però Airport Handling è controllata a tutt’oggi al 70%, attraverso un Trustee da SEA, dunque un’azienda del Comune di Milano. SEA di fatto è in lizza, assieme a Airport service e Alisud, per l’acquisizione dell’asset più problematico della ex compagnia di bandiera: Alitalia Airport (quasi 5mila addetti).

È bene ricordare che l’Unione Europea, dopo aver scoperto “aiuti di Stato” per 360 milioni di SEA verso la sua controllata SEA Handling, condannò la società degli aeroporti milanesi al rimborso di 452 milioni (con gli interessi) ed impose la separazione tra le attività centralizzate di SEA gestore e le attività di SEA Handling, secondo la normativa comunitaria. Il fallimento di SEA, legato al rimborso cui era stata condannata, venne evitato grazie ad una ordinanza del TAR di Milano, ordinanza cambiata da quella concordata dal collegio giudicante da un giudice, Adriano Leo, ex presidente della terza sezione del TAR, poi condannato a due anni per falso ideologico. Il giudice aveva depositando un dispositivo diverso da quello deciso dal collegio che recepiva le indicazioni comunitarie.

Successivamente la separazione della proprietà di Airport Handling indicata dalla UE è poi avvenuta in maniera fittizia nonostante: la costituzione di un Trust, un management indipendente da SEA, il rinnovo del parco mezzi a Linate e Malpensa e l’acquisto del 30% da DNATA (gruppo Emirates) in un’asta competitiva.

Questi sono stati gli elementi decisivi che hanno indotto la Commissione Europea due anni fa a concludere per l’insussistenza della continuità economica e della responsabilità solidale di Airport Handling e SEA Handling.

Quanto alla separazione fittizia è la stessa Antitrust che prevede che questo rapporto tra SEA e Airport Handling non venga rescisso definitivamente quando nella sua adunanza del 3 febbraio 2016 con provvedimento n.2586 afferma: “…qualora invece, DNATA non esercitasse il diritto di opzione entro i termini stabiliti, 26 mesi che scadranno nel marzo 2018 cfr, DNATA perderebbe i diritti di designare la maggioranza del consiglio di amministrazione e resterebbe azionista del 30% senza diritti di controllo”. Morale della favola la discontinuità tra la nuova Airport Handling e la vecchia SEA handling non c’è stata o meglio, durerà 26 mesi e poi tutto come prima.

A Malpensa scoppia la guerra dei servizi di handling: sindacati e SEA. A dimostrare che SEA conduce le danze sull’handling è l’avvio di una guerra apertasi quest’estate con l’arrivo di un nuovo operatore, Airport Global Service (AGS), assieme ai nuovi voli di Ryanair nello scalo della brughiera. Guerra che vede contrapposte SEA che dovrebbe essere arbitro, Airport Handling e AGS. Non manca chi sostiene che lo “sciopero selvaggio” del 1 agosto scorso contro l’ingresso di AGS e Alpina a Malpensa sarebbe stato “non ostacolato” da SEA.

Le rocambolesche vicende che hanno portato al salvataggio di SEA non sono dunque finite. A cosa serve ai milanesi il controllo delle operazioni di terra degli scali di Linate e Malpensa che nel periodo dal 2002 al 2010 erano talmente fuori mercato (costi e disservizi) da essere supportati con 360 milioni di euro? Questo dovrebbe essere spiegato ai cittadini dall’amministrazione comunale.

Dario Balotta

Presidente Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni delle Infrastrutture e Trasporti (ONLIT)



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