4 ottobre 2017

A “SCUOLA DI PERIFERIE”: SESSANTA LEZIONI

Dieci anni di esperienze della Consulta delle periferia


Il tema delle periferie è ritornato al centro dell’attenzione e della discussione pubblica” ha evidenziato la presentazione del Convegno Quali politiche per le periferie? Riflessioni a partire dal piano periferie del Comune di Milano promosso dal Dipartimento di Studi Urbani del Politecnico di Milano lo scorso 21 giugno.

03cherubini32FBIn effetti, c’è attenzione da parte di molteplici soggetti ed è sicuramente un bene: le periferie, che per molto tempo e da molti sono state viste come una questione superata, un termine del passato da non usare più, sono diventate una delle priorità dell’agenda politico-sociale cittadina. E questo va riconosciuto a chi si impegna in tal senso: chi recentemente, come il sindaco Sala, e chi da lustri, come Giuseppe Guzzetti (Fondazione Cariplo, anche con il recentissimo progetto La Città Intorno) o Carlo Sangalli (Confcommercio), ma le citazioni potrebbero continuare.

Nello stesso tempo, le periferie stanno diventando una sorta di catalizzatore dove si sta addensando di tutto un po’, poiché rimangono la difficoltà ed anche una certa impreparazione ad affrontare un tema che è complesso (d’altra parte, il MIT di Boston ha catalogato oltre 200 accezioni del termine periferia). Allora, parliamo di “periferie urbane” che, si badi bene, non sono sinonimo di degrado, ma solo di “città distante dal centro”, sia dal punto di vista geografico sia, in particolare, da quello amministrativo e decisionale.

Le periferie della cultura – «A guardar bene, bisogna riconoscere che (nelle periferie) qualche piccola cosa si muove, tentativi, per il momento, che si affidano alla musica, di per sé messaggera di bellezza e consolazione» ha scritto Isabella Bossi Fedrigotti (Corriere della Sera del 4 giugno 2017). Ma, proviamo – senza polemiche, ma solo per esemplificare – a guardar bene: dal 2009, Consulta Periferie Milano (1) utilizza la musica per arricchire le periferie: complessivamente 600 concerti ad ingresso gratuito, di cui 100 nel 2016 ed altrettanti in questo 2017, in 30 sedi periferiche con annessi 40 Cori amatoriali (2).

Poi, per rimanere ai temi culturali, ricordiamo che nelle otto Zone della cerchia “periferica” operano 111 teatri professionali/amatoriali, 154 centri/associazioni culturali e 49 biblioteche. Quindi, non piccole cose, bensì una moltitudine, magari disarticolata, ma ben presente. Ma se non è conosciuta nei suoi termini reali, se le cose non sono viste, seguite, accompagnate nel loro insieme, diventa difficile approcciare il tema “periferie”, non solo per gli operatori dell’informazione, ma anche per i decisori. E, alla fine, ci sono sempre interventi settoriali.

A “scuola di periferie” – Quindi, dall’esigenza di “far conoscere” e di “mettere a sistema”, nasce la proposta di “Scuola di Periferie” promossa da Consulta Periferie Milano che, in 12 anni di attività,

ha maturato e consolidato un significativo patrimonio di conoscenze e di esperienze (3) “Scuola di Periferie” si avvarrà anche di contributi di molteplici realtà (istituzioni, università, imprenditoria, volontariato).

Una “scuola”, con frequenza libera, destinata a chiunque sia interessato ad approfondire i temi “periferici”. Nel biennio 2017-2019 un calendario di sessanta “lezioni”, con un taglio “operativo”, articolato tra storia e geografia, progettazione e comunicazione, arte e musica, ma anche abitare e organizzazione. Varie le sedi territoriali, da San Siro a Niguarda, da Lambrate a Baggio, da Greco al Corvetto. La prima “lezione” si è tenuta in Villa Scheibler a Quarto Oggiaro/Vialba sul tema “Riempiamo i vuoti”.

Burocrazia – Una specifica attenzione sarà dedicata ai temi legati alla burocrazia, per individuare soluzioni a quegli intralci burocratici più volte lamentati, anche dai diversi sindaci di Milano, ma sempre irrisolti. Soluzioni che, però, richiedono attenzione, impegno, insomma anche “studio”, affinché le proposte rispondano alle concrete esigenze dell’operare, eliminando tutti quegli ostacoli che, nei fatti, limitano la tanto auspicata partecipazione (per la quale devono essere individuate anche forme stabili di consultazione) e la realizzazione di iniziative nelle periferie, rendendo frustrante l’impegno di molti.

In merito, elenchiamo alcuni temi che interessano tutte le periferie, risolvibili a “costo zero”, che devono essere affrontati dandosi delle scadenze: Cosap – Tassa di occupazione del suolo pubblico; Comunicazione e affissione (il Comune può mettere a disposizione per l’affissione gratuita regolamentata le proprie disponibilità già in essere, quindi a “costo zero”: uno spazio nelle bacheche comunali, un muro nei Mercati comunali coperti e nei mezzanini delle Metropolitane); Semplificazione e sportello autorizzazioni; Utilizzo degli immobili “vuoti”; Siae (vero problema che va risolto se non vogliamo la desertificazione musicale delle periferie).

I nuovi Municipi – Se la condizione delle periferie delle grandi città si presenta piuttosto differenziata, «comuni sono, invece, i punti deboli di uno sviluppo equilibrato riferibili sia alla mancanza di identità, che all’assenza di un’organizzazione amministrativa adeguata» (Libro bianco sulla governance europea, Commissione Europea 2001).

Allora, gli interventi devono anche essere accompagnati “giorno dopo giorno”, richiedendo un approccio territoriale interdisciplinare e sistemico. In tale contesto, un ruolo determinante di raccordo tra le varie funzioni comunali operanti nel medesimo territorio – assente, oggi come ieri – deve essere svolto dai nuovi Municipi, il “centro amministrativo” vicino, perché dal “centro” non si governano le periferie, al massimo si fanno degli interventi settoriali.

Sarà così o anche i Municipi seguiranno le orme dei Consigli di Zona e dei relativi Regolamenti (1977 e 1997), mai applicati? Al di là delle buone intenzioni, infatti, c’è una stratificazione “politico-burocratica” che, nei fatti, ha sempre bloccato tutto. Non certo a vantaggio delle periferie e di chi vi dimora.

Walter Cherubini

Portavoce Consulta Periferie Milano

(1) che non è un impresario musicale, bensì un’iniziativa basata sul volontariato, promossa nel 2005 da varie associazioni con l’obiettivo di dare stabile attenzione alle periferie con un’articolata serie di azioni.

(2) con il Progetto CoriMilano, disponibili a cantare “per” le periferie, anche nelle corti dei quartieri popolari, dove dimorano molti anziani che hanno difficoltà a spostarsi). 100 Concerti e 40 Cori amatoriali che, peraltro, sono solo una quota parte di ciò che si muove nel panorama musicale “periferico”.

(3) oltre 100 convegni/seminari su vari temi connessi alle periferie con centinaia di persone/realtà; proposte ed iniziative condivise con 150 associazioni/enti; studi e mappature tipologiche che attualmente riportano oltre 900 enti/associazioni.



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