19 settembre 2017

LA FERRARI IN VIA MONTENAPOLEONE

Una denuncia per una ripresa del dibattito


Gentile direttore, leggo del proprietario della Ferrari con targa svizzera che sistema il proprio lussuoso veicolo in via Montenapoleone, nello spazio riservato ai portatori d’handicap. Quando qualcuno gli chiede di spostarsi di qualche centimetro, per consentire la sosta a un auto sulla quale viaggia appunto un ragazzo portatore d’handicap, minaccia, spintona, insulta … indisturbato, naturalmente.

07pivettaFBL’altro giorno ero anch’io in centro, in una stretta via a ridosso della Borsa, e un gigantesco suv, ancora con targa svizzera, stazionava sullo stretto marciapiede, impedendo il passaggio di chiunque.

Ovviamente, non nutro nessun motivo di risentimento nei confronti degli automobilisti elvetici (peraltro quello di Montenapoleone era un italiano senza patente), ma di sicuro nella patria rossocrociata i comportamenti sono diversi: al primo sgarro ritirano la patente, al secondo ci scappa la galera.

Però qualche considerazione l’aggiungo. La prima, banalissima, riguarda i nostri vigili urbani: possibile che mai mi capiti di vedere all’opera una pattuglia, pronta a colpire simili nefasti comportamenti? Possibile non provar mai la soddisfazione di vedere bloccato e multato il solito tipo sulla Smart che compila messaggini, mentre guida?

La seconda riguarda un argomento un poco più grande e sicuramente più complicato: l’accesso delle auto in centro. Anni fa ancora si discuteva di isole pedonali e di divieti. Poi si sono inventati l’Area C. Scelta evidentemente positiva, un primo passo pensavo. Poi leggo ancora che noto chirurgo se ne frega dell’Area C perché viaggia con la Porsche noleggiata, opportunamente equipaggiata con targa, questa volta, tedesca.

Mi verrebbe da pensare per inciso a un nostro senso di sudditanza nei confronti dei cugini del Nord, svizzeri o tedeschi: guai a chi li tocca. Ma non posso dar peso a una malsana idea del genere. Torno alla questione centrale: una città piccola come Milano, dotata di buoni servizi pubblici (grazie anche alla nuova linea di metropolitana lilla), moltissimi o quasi tutti convergenti verso piazza del Duomo, con un centro davvero di pochi metri quadri, che bisogno ha di sopportare tanto traffico privato nel suo cuore, con il peso di tanto inquinamento, di tanti intralci, e di dover quindi tollerare le conseguenti nefandezze (che evidentemente non si vogliono impedire.

Forse le si ritiene il tributo da pagare ai presunti successi internazionali della città, che c’è di meglio per l’immagine di una Ferrari che fa bella mostra in Montenapoleone)? Sarò fuori dal tempo e fuori tema, ma credo che la discussione sulla “viabilità”, in stretta e obbligata relazione con la “qualità” cittadina, non si possa rinchiudere tra Area C, qualche rischiosissima pista ciclabile e piazza Gae Aulenti e che si dovrebbe guardare con qualche coraggio a un futuro compatibile con le risorse ambientali di Milano e le necessità di vita dei suoi cittadini.

Mi piacerebbe che il dibattito sulle isole pedonali potesse riprendere, che gli esempi positivi (pochi, in verità) rilanciassero qualche progetto (meno ambizioso certo ma assai più praticabile della riapertura dei Navigli). Non nutro molte speranze.

Oreste Pivetta



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