12 settembre 2017

MEGLIO TARDI CHE MAI. MA … QUANTO TARDI?

Reportage milanese sulle strutture temporanee che volevano diventare permanenti


Expo Gate. Le due strutture realizzate come Info Point per Expo 2015, inaugurate il 10 maggio 2014, dovevano essere rimosse entro il termine del 31 dicembre 2015 in relazione alla chiusura dell’Esposizione. Questa era una data molto attesa dai cittadini che avrebbero voluto quanto prima liberare questo prestigioso contesto dalla presenza di strutture tanto ingombranti quanto estranee.

05vallara29FBLa Soprintendenza aveva autorizzato la realizzazione delle due strutture solo perché erano provvisorie, nel senso che dovevano durare “solo un anno”. Ma, visto che ormai c’erano, fu avanzata l’ipotesi di riuso temporaneo che avrebbe potuto essere reiterato nel tempo. È stata quindi richiesta una proroga di circa un anno fino al settembre 2016 per il periodo di apertura della XXI Triennale Internazionale.

Fortunatamente il Consiglio comunale, recependo il malcontento dei cittadini, decide questa volta di rispettare gli impegni e, come illustra la foto ripresa il 27 ottobre 2016, le due “piramidi” vengono non smontate, ma demolite. Meglio tardi che mai!

 

foto ripresa il 27 ottobre 2016. Demolizione di Expo Gate

foto ripresa il 27 ottobre 2016. Demolizione di Expo Gate

City Pavilion. Sempre in relazione all’evento Expo 2015 davanti alla stazione Centrale si realizzò l’unico padiglione posto al di fuori del sito Expo denominato City Pavilion, nato per favorire gli scambi commerciali tra Milano e la Cina per tutta la durata dell’Esposizione Universale. Quindi a fine manifestazione si sarebbe dovuto smontare e rimontare altrove. Le foto che documentano questo articolo sono state fatte il 23 aprile 2017.

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Sull’asse prospettico Pisani/Stazione si allineano l’ingresso alla Metropolitana, City Pavilion e la copertura del raccordo sotterraneo FS/MM

Sull’asse prospettico Pisani/Stazione si allineano l’ingresso alla Metropolitana, City Pavilion e la copertura del raccordo sotterraneo FS/MM

 

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Questa struttura costituisce un altro caso di sovrapposizione impropria a un edificio monumentale tutelato dal Codice dei Beni culturali e del Paesaggio: la Stazione Centrale del 1931, la cui facciata è percepibile lungo l’asse prospettico di via Vittor Pisani. È un episodio che la città di Milano ha già vissuto con un’opera ingombrante che si frapponeva inopportunamente tra l’asse prospettico di Vittor Pisani e la facciata della Stazione: l’Alba di luce, inaugurata il 18 gennaio 2001 e rimossa tra l’aprile e l’agosto 2002 per le aspre e diffuse critiche (“una gigantesca branda” secondo la definizione popolare).

Con altrettanta fantasia Crozza definì Expo Gate “il più grande stenditoio d’Europa”. Anche il City Pavilion si pone sullo stesso asse, sia pure con più limitate dimensioni, ma sommandosi negativamente con altri incidenti formali che contribuiscono alla sensazione di diffuso degrado della piazza Duca d’Aosta, il “biglietto da visita” di Milano per i viaggiatori che scendono verso la città. Si vedano in questo senso le strane costruzioni vetrate della metropolitana diffuse anche altrove (vedi Piazza Velasca).

La struttura è stata smontata il 10 giugno 2017 in attesa di una nuova destinazione. Meglio tardi che mai!

La biglietteria della Triennale. Anche questa installazione, come Expo Gate e City Pavilion, è una realizzazione definita “temporanea” dal parere della Commissione comunale per il paesaggio e dal cartello esposto nel cantiere al momento dell’esecuzione delle opere. Il periodo previsto era tutto il tempo dell’Expo e della XXI Esposizione Internazionale della Triennale di Milano che si sarebbe tenuta dal 2 aprile al 16 settembre del 2016.

È evidente che il dichiarato carattere temporaneo dell’opera è stato determinante per concederne l’autorizzazione, considerato che, per collocazione e dimensione, la sua sagoma tridimensionale si sovrappone in modo irriguardoso alla facciata del Palazzo della Triennale sia in avvicinamento lungo l’asse prospettico di via XX Settembre sia dal suo immediato intorno, come mostra la documentazione fotografica. L’autorizzazione di un’opera temporanea è una legittimazione “a termine”, scaduto il quale la sua permanenza è illegittima.

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I marchi connessi a questa realizzazione sono Repower e Italcementi che ne hanno reso possibile la costruzione con materiali innovativi all’insegna della compatibilità ecologica. Penso che per questa dimostrazione sia trascorso un tempo sufficiente, ora pensiamo al ripristino di un rapporto corretto con l’architettura di Muzio rimuovendo questo volume.

percezione lungo l’asse prospettico di viale P. e M. Curie

percezione lungo l’asse prospettico di viale P. e M. Curie

 

Passeggiando intorno al palazzo della Triennale si percepisce il violento impatto del volume della Biglietteria sulla facciata per effetto ostruttivo e per estraneità dimensionale e formale. Un rapporto ben diverso da quello rappresentato sul cartello del cantiere.

Passeggiando intorno al palazzo della Triennale si percepisce il violento impatto del volume della Biglietteria sulla facciata per effetto ostruttivo e per estraneità dimensionale e formale. Un rapporto ben diverso da quello rappresentato sul cartello del cantiere.

 

In tal modo si ripristinerà anche un leale rapporto tra i cittadini e le istituzioni garanti degli impegni pattuiti. Qui non possiamo ancora dire “meglio tardi”, ma possiamo chiedere che non prevalga il “meglio mai”.

Usi temporanei degli spazi pubblici. Successivamente ai casi citati si è ripresentata la proposta di interventi di discussa opportunità con la “formula scudo” della temporaneità. È il caso, ad esempio, delle aiuole con palme e banani in piazza Duomo. In questo caso uno sponsor propone una “sperimentazione” che esonera l’amministrazione comunale dalla spesa e la Soprintendenza da giudizi eccessivamente conservatori (sperimentare, con un po’ di coraggio).

Talora pare che manchino i fondi per provvedere alla rimozione delle opere incongrue; se così è occorrerà provvedere a dotare le autorizzazioni temporanee di stanziamenti deliberati specificamente per il ripristino dello stato dei luoghi.

Di tutto ciò si dovrà tenere conto a proposito dei previsti usi temporanei degli Scali Ferroviari. L’ipotesi di temporaneità può comportare un ridotto impegno nella fase progettuale e una minore accuratezza nella fase esecutiva (come dire “un degrado programmato”). L’operazione complessiva degli Scali ha rilevanza sovralocale, ma in assenza, per ovvi motivi, di un adeguato progetto definitivo, il rischio è che la proposta temporanea si pieghi alle richieste del momento – proprio come nei casi qui considerati – adottando soluzioni poi difficilmente rimovibili.

Fortunatamente l’operazione Scali è accompagnata dal Documento di visione strategica redatto dal Comune di Milano con il supporto del Politecnico che può costituire un richiamo consapevole alla complessità del problema. È apprezzabile in questo senso la previsione di Documenti Preliminari alla Progettazione che individuino le relazioni morfologiche e ambientali con il contesto, evitando auspicabilmente interventi incongrui.

Umberto Vascelli Vallara



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