22 marzo 2017

URBANISTICA MILANESE: IDEE CONFUSE IN GIUNTA

La delibera di apertura della consultazione sul PGT è il primo passo: falso


Come giustamente sottolineato nell’articolo di Luca Beltrami Gadola sull’urbanistica “milanese” che non decolla, la delibera della Giunta municipale di Milano del 29/12/2016 prevede l’aggiornamento dell’intero PGT, non il solo adeguamento del Documento di Piano (DP), unica componente del piano con un termine di legge alla scadenza di validità ( … fatta salva l’assenza di conseguenze se si va oltre la stessa scadenza).

06roccatagliata11FB_In questa prospettiva, parrebbe in primo luogo opportuna – se non indispensabile – la predisposizione da parte dell’Amministrazione di un documento analitico/critico sul quinquennio di applicazione dei dispositivi di piano vigenti (con particolare riferimento al Piano dei Servizi e al Piano delle Regole), in modo da rendere evidenti le disfunzioni alle quali l’Amministrazione Comunale intende porre rimedio, ponendole fin da subito all’attenzione delle parti sociali doverosamente coinvolte nella consultazione (peraltro richiesta dalla stessa LR. 12/05).

È infatti opportuno richiamare come anche il solo adeguamento del Documento di Piano comporti l’aggiornamento dell’intera documentazione analitica che ne sostiene e motiva le scelte. Tale “aggiornamento”, non può quindi prescindere da una attività di sistematizzazione e di pubblicizzazione della documentazione conoscitiva e valutativa del periodo di efficacia della strumentazione costituente il PGT e, per quanto riferito al DP, la messa in evidenza dei fattori di scostamento dagli obiettivi ivi contenuti.

Ma ancora più importante risulta essere una messa a disposizioni dei dati di monitoraggio e di valutazioni sulle componenti con maggiori effetti regolativi del piano, in particolare sul Piano delle Regole e sul Piano dei Servizi. Il documento che compone la Delibera si articola invece per obiettivi tematici privi di qualsiasi riferimento a strumenti specifici di intervento. Risulta così difficile, per cittadini e associazioni, poter entrare nel merito delle affermazioni contenute nel testo della delibera, mancando di una comprensibile articolazione degli strumenti di cui ci si intende avvalere e delle modalità di applicazione.

Sul come conseguire gli obiettivi di «attrattività e inclusione», «rigenerazione urbana», «resilienza», «qualità degli spazi e servizi per rilanciare le periferie» e «semplificazione e partecipazione» non sono mai indicate le forme di intervento riconducibili agli strumenti di piano.

Un paio di esempi per tutti:

– la volontà espressa, con il fine di generare «attrattività e inclusione» per «[…] aprire ad una visione e dimensione metropolitana delle politiche di governo del territorio favorendo una politica di rete con le città globali» mostra un tale di livello di confusione che ne rende difficile anche solo il commento, figuriamoci il dare suggerimenti o contributi. Tuttavia, poiché questo rimane, nel documento, l’unico accenno all’esigenza di collocare la pianificazione urbanistica del capoluogo in una dimensione di area vasta (aspetto di cui tante volte tante volte si è denunciata la carenza nello strumento vigente) non rimane che constatare l’assenza di qualsiasi accenno a contenuti concreti riferibili agli strumenti tecnici e politici di correlazione fra i livelli di programmazione/pianificazione praticabili. Tutto ciò in presenza dall’attuale difficoltà di decollo dell’istituzione della Città Metropolitana, Ente fantasma destinato con ogni probabilità a rimanere tale ancora a lungo.

– l’obiettivo di «valorizzare le possibilità offerte dall’indifferenza funzionale» avrebbe bisogno di approfondimenti conoscitivi circa la dimensione del fenomeno e la sua relazione con il periodo di applicazione delle connesse normative, etc. Anche l’accenno all’ipotesi di aprire la possibilità di trasformazione degli immobili (o delle aree?) ad «usi temporanei» rimane eccessivamente generico e bisognoso di rassicurazioni circa i criteri giuridico-tecnici di ammissibilità e di controllo, etc.

Fermo qui ogni altro commento sul velleitarismo di maniera e sull’assenza di contenuti concreti che caratterizza il documento sulle Linee di indirizzo per la revisione del PGT di Milano. Torno però su una questione di principio che ritengo fondamentale: senza una conoscenza approfondita e puntuale delle tendenze in atto e senza una approfondita analisi critica sull’efficacia degli strumenti regolativi posti in essere, come può seriamente l’Amministrazione rivolgersi ai cittadini per chiedere indicazioni sul da farsi?

 

Pierluigi Roccatagliata



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