14 febbraio 2017

I “CORRIDOI UMANITARI” E I RICHIEDENTI ASILO

Sperimentare un percorso virtuoso


I “Corridoi Umanitari” sono frutto di una collaborazione ecumenica fra cattolici e protestanti: Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (FCEI), Chiese valdesi e metodiste, Comunità di Sant’Egidio hanno scelto di unire le loro forze per un progetto di alto profilo umanitario. I corridoi umanitari prevedono l’arrivo nel nostro Paese, nell’arco di due anni, di mille richiedenti asilo politico. La metà, quasi esclusivamente di origine siriana, è giunta nel 2016 dal Libano.

07cresta05FBÈ un progetto-pilota, il primo di questo genere in Europa, e ha come principali obiettivi quello evitare i viaggi dei profughi con i barconi della morte nel Mediterraneo, contrastare il micidiale business degli scafisti e dei trafficanti di uomini e concedere a persone in “condizioni di vulnerabilità” (ad es. vittime di persecuzioni, torture e violenze, famiglie con bambini, donne sole, anziani, malati, persone con disabilità) un ingresso legale sul territorio italiano con visto umanitario con la possibilità di presentare successivamente domanda di asilo.

Non da ultimo il progetto consente di entrare in Italia in modo sicuro per tutti, perché il rilascio dei visti umanitari prevede i necessari controlli da parte delle autorità italiane. Le associazioni proponenti, attraverso contatti diretti nei paesi interessati dal progetto o segnalazioni fornite da attori locali (ONG, associazioni, organismi internazionali, chiese e organismi ecumenici, ecc.) predispongono una lista di potenziali beneficiari. Ogni segnalazione viene verificata prima dai responsabili delle associazioni, poi dalle autorità italiane.

Le liste dei potenziali beneficiari vengono trasmesse alle autorità consolari italiane dei Paesi coinvolti per permetterne il controllo. I consolati italiani nei paesi interessati rilasciano infine dei “visti con validità territoriale limitata”, ai sensi dell’art. 25 del Regolamento (CE) n.810/2009 del 13 luglio 2009 che istituisce il Codice comunitario dei visti, e che prevede per uno Stato membro la possibilità di emettere dei visti per motivi umanitari o di interesse nazionale o in virtù di obblighi internazionali.

Dal mese di maggio 2016 sul territorio Milanese sono stati accolti 8 nuclei familiari per un totale di 30 persone tra uomini, donne e bambini. A fine febbraio è previsto l’arrivo di altri 4 nuclei familiari di origine Siriana. Giunte a Milano, le famiglie sono state ospitate in piccoli appartamenti. Ogni giorno un’equipe di professionisti si occupa di sostenerli e accompagnarli nel compito più arduo: quello del raggiungimento dell’autonomia e dell’indipendenza.

Alle famiglie viene garantita l’assistenza legale nella presentazione della domanda di protezione internazionale, l’ospitalità e accoglienza per un congruo periodo di tempo e un sostegno nel percorso di integrazione nel nostro Paese. Tutti i minori, in obbligo scolastico, sono stati iscritti nelle scuole del territorio. Agli adulti, oltre all’iscrizione al corso di italiano per stranieri presso i CPIA delle diverse province di accoglienza, è garantito un potenziamento dell’apprendimento della lingua italiana con un insegnante interno alla Diaconia unicamente dedicato.

Tutti i beneficiari vengono, altresì, accompagnati nell’espletamento di tutte le pratiche necessarie per l’ottenimento dell’assistenza sanitaria pubblica, i documenti di identità e la residenza. La Diaconia Valdese, inoltre, stante gli evidenti malesseri psicofisici degli accolti (persone con arti amputati, arti con cicatrici da ustioni, ecc) ha stipulato alcune convenzioni con note Cooperative Sociali di Milano al fine di offrire ai richiedenti asilo consulenze psicologiche ed etnopsichiatriche finalizzate all’elaborazione delle esperienze traumatiche vissute. Decorsi due mesi dalla richiesta di Asilo politico i beneficiari posso iniziare a lavorare anche se, purtroppo, numerose sono le difficoltà nel reperire posti di lavoro.

Il progetto sul territorio Milanese è costantemente supportato da una ricca rete di Associazioni locali, Associazioni di volontari, Cooperative sociali e comuni cittadini che contribuiscono a sostenere i processi d’integrazione sociale. Non da ultimo la preziosa collaborazione e sinergia con la Chiesa Valdese e Metodista della città di Milano che fin da subito hanno “teso la loro mano” in aiuto e sostegno al progetto. Il progetto dei corridoi umanitari non pesa in alcun modo sullo Stato: i fondi per la realizzazione del progetto provengono in larga parte dall’otto per mille della Chiesa Valdese, ma anche da altre raccolte, come la Campagna di donazioni lanciata dalla Comunità di Sant’Egidio.

La stessa Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (nell’ambito del suo programma Mediterranean Hope) e la Tavola valdese per il tramite della Commissione Sinodale per la Diaconia (CSD), provvedono alle spese per l’ospitalità dei profughi.

La Commissione Sinodale per la Diaconia (CSD) sul territorio di Milano e Provincia è Ente gestore anche di centri di accoglienza di richiedenti asilo che arrivano in Italia via mare con i famosi “barconi”. La presa in carico dei nostri beneficiari è la medesima (quella sopra descritta) ma con un’enorme e sostanziale differenza: i”Corridoi Umanitari” permettono alle persone di portare con sé un pezzo della loro storia, della loro vita; “scappano” con una valigia in mano e con la dignità che dovrebbe essere garantita a tutti, anche a chi quella valigia non può permettersi di preparare e portare di là dal mare. Solo una cosa possono mettersi in tasca … la speranza di salvarsi.

 

Martina Cresta
CSD Diaconia Valdese



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