8 febbraio 2017

SMOG, CITTÀ METROPOLITANA E SCALI FERROVIARI

Dopo la danza della pioggia, cosa?


Da tempo immemore, non appena i giornali segnalano in qualche modo il superamento delle soglie di allarme delle polveri sottili, inizia la discussione sulle cause: incide di più il riscaldamento, il traffico autoveicolare, le industrie, le stufe a legna o l’agricoltura e l’allevamento intensivo?
Da tempo altrettanto immemore le cause sono ampiamente conosciute e scientificamente testate: il maggior contributo è dovuto al traffico, dentro cui la parte del leone lo fanno i motori a gasolio, in misura minore ma rilevante incide il riscaldamento (nella sola città di Milano 3.300 caldaie a gasolio, che interessano 100.00 abitanti, sono responsabili di un quarto di questo tipo di inquinamento); ovviamente d’inverno il contributo del riscaldamento sale.

05monguzzi05FBMa ogni volta molti responsabili istituzionali, ignari della materia, fanno sfoggio del peggior eloquio a riguardo. Dopodiché viene deciso di convocare il solito tavolo tecnico con regione, comuni, ministero, guardie giurate, club del tennis e quant’altro, che si riunisce, senza prendere ovviamente alcuna decisione, fino a che l’emergenza non è passata, o almeno fino a quando i giornali smettono di parlarne.

I provvedimenti di allarme sono poi veramente risibili: innanzitutto scattano sette giorni dopo il superamento delle soglie di pericolo (come se uno avesse mal di denti e il dentista gli dà appuntamento sette giorni dopo) ma poi i provvedimenti sono veramente inadeguati. Oltretutto sono anche su base volontaria, per cui il Comune A blocca gli eurodiesel 3, il Comune B, limitrofo, no, generando solo evidente confusione. Fermare poi dalle 9 alle 17 parte dei diesel euro 3 quando la situazione è drammatica, non ha molto significato, soprattutto se fatto in piccolissime zone della Lombardia.

Quando lo smog è altissimo si può fare veramente poco, per le caratteristiche delle polveri sottili e per la conformazione della regione, si dovrebbe fermare il traffico dell’intera Pianura Padana per più giorni, cosa poco augurabile e di complicata realizzazione. Anche se, nel nostro piccolo, nel 1993 la Giunta di cui io facevo parte, bloccò, il giorno dopo il superamento della soglia di allarme, il traffico a Milano e provincia per 4 giorni di fila, dalle 8 di mattina alle 20 di sera; l’inquinamento si abbassò e la Terra continuò a girare intorno al sole.

Ma l’obiettivo è ovviamente non arrivare mai a queste situazioni; per fare ciò occorrono volontà politiche e persone serie:
1) Un ministro dell’ambiente che decida e coordini gli interventi.
2) Presidenti di regione che ottemperino al loro dovere di emettere provvedimenti obbligatori per i loro Comuni.
3) Comuni che prendano le mille iniziative anti-smog di cui si parla sempre da tempo immemore.

Premesso che bisogna intervenire su tutte le fonti di emissione inquinanti, sarebbe utile lavorare subito per la messa al bando dei diesel euro 3 ed euro 4 che sono i maggiori responsabili dell’inquinamento da veicoli, ovviamente fornendo incentivi adeguati a coloro che debbano cambiare auto o furgone. Analoga cosa per i riscaldamenti a gasolio e poi ovviamente mezzi pubblici “a gogo” senza tagli, biciclette, piste ciclabili e tutte le cose che da sempre ci ripetiamo.

Ma ora due grandi opportunità ci si prospettano:

a) L’istituzione della Città Metropolitana che dovrebbe da subito lavorare per l’integrazione tariffaria, cioè i cittadini dei Comuni dovrebbero, col biglietto al costo di un euro e mezzo, poter girare in tutto il territorio metropolitano; sarebbe un incentivo formidabile a lasciare l’auto a casa.

b) Approfittare della discussione sul recupero degli scali ferroviari per convincere le ferrovie dello stato a mettere in atto per Milano e per gli otto milioni di abitanti che ci sono intorno una robustissima cura del ferro.

Assieme a  questi provvedimenti di struttura servono i comportamenti  delle persone: Area C che va estesa il più possibile, deve servire non a fare cassa, ma a convincere i cittadini che possono non utilizzare l’auto, a lasciarla a casa, e i cittadini stessi che utilizzano l’auto per andare a comprare le sigarette a cento metri di distanza, colgano l’occasione per non usare l’auto e smettere di fumare, dedicandosi magari ad altre gioie.

Altrimenti non rimangono che vento e pioggia, le cui bizzarrie però non siamo ancora in grado di influenzare.

 

Carlo Monguzzi

 



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