10 gennaio 2017

SCUOLE DI PERIFERIA LUOGHI DI INTEGRAZIONE

Riconoscere l’importanza di nuovi strumenti di coesione sociale


Nei quartieri di periferia le scuole, soprattutto quelle di base, sono il principale, forse l’unico, luogo di incontro tra generazioni e oggi anche tra culture. Questo ha in sé un potenziale incredibile.

05de-marchi01fbC’è il momento di contatto all’entrata e all’uscita da scuola, il coinvolgimento delle mamme, ma anche di qualche papà, nella vita della classe con tutte le sue contraddizioni, ci sono le amicizie, i compleanni, le feste di fine anno. Differenti storie cominciano a parlarsi e a intendersi, compreso quelle più fragili, dalle nuove e vecchie povertà alle migrazioni. Attraverso la conoscenza, anche la temibile figura dello straniero diventa una presenza più familiare.

Soprattutto le/gli insegnanti, in questi anni, hanno affrontato, spesso da soli, problemi enormi legati a ogni tipo di esclusione. E già l’opinione pubblica milanese riconosce alle/ai docenti il merito di aver portato avanti un lavoro di integrazione di grande valore.

Come può l’Amministrazione comunale guardare a tutto questo? La proposta lanciata dall’Osservatorio Nazionale sull’integrazione degli alunni stranieri e per l’intercultura del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con il quale ho l’onore di collaborare in qualità di esperta, è di considerare le scuole delle periferie come specchio del nostro paese e delle nostre città. Le nostre classi sono prove di futuro e senza dubbio laboratorio di convivenza civile e di nuova cittadinanza, per questo vanno osservate e valorizzate con maggiore attenzione da tutti i decisori politici e sociali a tutti i livelli, vanno incluse nei progetti di riqualificazione urbana.

Nelle nostre scuole di periferia abbiamo tante diversità, tante lingue e tante culture e purtroppo passa spesso il messaggio che per questo siano meno attraenti, noi dobbiamo invece riconoscerne il valore proprio nel cambiamento del paesaggio umano e sociale delle nostre grandi città e delle nostre periferie. Questi contesti di particolare complessità e fragilità sociale e umana trovano nella scuola una delle prospettive principali di innovazione per le periferie delle nostre città.

É su questa prospettiva che l’Amministrazione tutta deve rafforzare il proprio impegno, in modo condiviso tra diversi assessorati, per facilitare e valorizzare, per far circolare ancora di più le esperienze positive, per incoraggiare insegnanti, genitori ed in primis gli studenti a dare seguito a ogni tipo di idea creativa per migliorare la qualità della convivenza. Può mettere a disposizione risorse, ma soprattutto può far sentire in modo più costante e strutturato a tutti i livelli, seguendo l’ottima impostazione già attivata nell’accordo interistituzionale dei Poli Start, maggiore fiducia e riconoscimento a chi sta già operando in questa direzione.

In questo modo si risponde ad un clima sociale incerto, si ha una visione lungimirante che permette di favorire e rafforzare l’inclusione sociale. C’è inoltre un messaggio positivo che ci viene dai ragazzi e dalle ragazze con background migratorio: vedono nella scuola una speranza nel futuro di cui dobbiamo far emergere il valore e l’importanza per tutti, anche perché noi ne abbiamo spesso perso la traccia. Nel fronteggiare le difficoltà la leva dell’istruzione non è forse considerata la leva più importante di riscatto e mobilità sociale?

Dalla scuola e dal legame con quel luogo ci viene una spinta di fiducia, sogno e speranza, noi dobbiamo rimettere in dialogo e in cammino persone e culture, idee, territori, memorie e città.

 

Diana De Marchi



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