22 luglio 2015

“A MEZZOGIORNO TUTTO IL NORD È A MILANO”


(*) Malgrado il saldo negativo che registra nei confronti dei comuni circostanti, tipico delle grandi aree metropolitane che si spopolano a favore delle periferie, dai dati Istat sui trasferimenti anagrafici del 2013 Milano risulta la prima città per numero di abitanti netti guadagnati sia dall’interno (escludendo cioè coloro che si trasferiscono dall’estero) che in totale (comprendendoli). Non solo: ai trasferiti (anagraficamente parlando) si aggiungono i pendolari: 900mila persone che ogni giorno fanno avanti e indietro per lavorare, sommandosi agli 1,3 milioni di residenti in città.

06gaiaschi28FBIl primato di Milano non è da sottovalutare: “a Mezzogiorno – scriveva nel 2011 Dario Di Vico sul Corriere – tutto il Nord è a Milano”(1). Del capoluogo lombardo se ne sono dette tante: Milano è triste, tanto triste da svuotarsi il week-end, ci si resta la settimana per lavorare ma poi si fugge. Milano non è diventata una capitale del terziario europea, come avrebbe potuto esserlo. Forse è vero, non fosse altro perché Milano resta lo specchio del paese: un paese le cui aziende vengono comprate da azionisti esteri e la cui Borsa ogni anno registra un’inesorabile riduzione della propria capitalizzazione.
Semmai, Milano del terziario resta la capitale nazionale. E del Nord il “centro” per antonomasia: la tappa obbligata per le aziende – piccole e grandi – che sotto la Madonnina vengono a cercare il credito, gli avvocati, i consulenti. Ci arrivano in 50 minuti di treno da Torino, in un’ora da Bologna, in un’ora e mezza da Verona (in attesa che l’alta velocità colleghi anche il Veneto). Perché “se è vero che alcuni territori, segnatamente il Veneto e in qualche misura l’Emilia stanno cercando di dotarsi essi stessi di reti lunghe, per tutta una serie di funzioni terziarie le imprese dei territori sono obbligate ‘a mezzogiorno’ a venire a Milano”(2).
La concentrazione dei mestieri del terziario emerge anche da un’analisi condotta dall’Anagrafe comunale nel 2012 sui mestieri che i residenti dichiarano sulla carta d’identità. Escludendo gli inattivi (pensionati, studenti, casalinghe, ecc.), emerge che il lavoro impiegatizio risulta il primo della lista a quota 183mila autodichiarazioni. A Milano vi sono 14mila dirigenti, 13mila consulenti, 12mila avvocati, quasi 10mila architetti, 3400 grafici e 2200 designer. I dati sono da prendere con le pinze perché si basano sulle auto-dichiarazioni eppure forniscono una proxy interessante del volto cittadino, fatto di professionisti del terziario sì ma anche di dipendenti pubblici, pensionati (primo gruppo con 217mila dichiarazioni), studenti (126mila) e operai (79mila)(3).
E se è vero che, da sempre, la sera e il venerdì Milano tende a svuotarsi, indice di una città quantomeno che non invoglia a essere “vissuta” al di là degli impegni lavorativi, è anche vero che qualcosa, negli anni più recenti, è cambiato: complice Expo Milano (ma non solo), la città si è riempita di piste ciclabili, ha ritrovato i suoi canali (con la riapertura della Darsena già battezzata la nuova Senna di Milano), ha riqualificato intere aree (da Paolo Sarpi al nuovo quartiere di Isola-Porta Nuova fino a Piazza XXIV Maggio), inaugurato la quarta linea della metro. La nuova piazza Gae Aulenti è diventata il simbolo del suo riscatto economico, il mercato metropolitano di Porta Genova quello del suo volto più umano. L’attuale Amministrazione ha scommesso sulla mobilità sostenibile, battendo sul tempo il resto d’Italia con le auto a noleggio e svuotando il centro con l’Area C. La città si è, in qualche modo, “ingentilita”. E sarà forse un’impressione ma da qualche tempo i milanesi sembrano non voler fuggire più da Milano nel fine-settimana: sembra quasi che se ne vogliano riappropriare.

Camilla Gaiaschi

 

(*) Pubblichiamo un estratto del libro di Camilla Gaiaschi La geografia dei nuovi lavori. Chi va, chi torna, chi viene, appena uscito nell’ambito dei Quaderni della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. La ricerca intende fotografare gli spostamenti di italiani e stranieri per lavoro attraverso il territorio nazionale: dall’Italia verso l’estero, dall’estero verso l’Italia e all’interno dei confini nazionali. Epicentro dei flussi interni resta Milano.

 

(1) D. Di Vico, A mezzogiorno tutto il Nord è a Milano, Corriere della Sera, 13 maggio 2011. Articolo raccolto in D. Di Vico, Milano/Nordest: la troppa distanza, Marsilio 2012.

(2) Ibid, p. 106.
(3) Comune di Milano – Anagrafe Comunale, Milano capitale del terziario, ma sulle carte d’identità prevalgono studenti e pensionati, comune.milano.it, http://www.comune.milano.it/wps/portal/.



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