8 ottobre 2014

IL PD SUL TERRITORIO: SAN SIRO LUOGO IDEALE?


In principio era il metodo… Dopo un paio di mesi di lavoro, una dozzina di interviste alle spalle, incontri con associazioni, singoli cittadini, facciamo il punto: valutazione, trasparenza e verifica degli obiettivi iniziali sono parte costitutiva e non accessoria del metodo di lavoro proposto da Fabrizio Barca, “facilitato” da circa 100 volontari e finanziato da 583 donatori (con un originale esercizio di “crowdfunding”, ah le collette militanti…).

09osti34FB1Nell’Aprile del 2014 parte Luoghi Idea(li), «un progetto con cui i circoli del PD di 11 territori italiani sceglievano di sperimentare dal vivo un modo moderno di essere partito: un partito palestra o di mobilitazione cognitiva, “capace di attrarre chi voglia cambiare le cose, di produrre innovazioni e soluzioni, e quindi di ricostruire rappresentanza”: scegliere di liberare proprie energie da tentazioni burocratiche e logoranti del partito schiacciato sulle Istituzioni e immerso nei calcoli correntizio/elettoralistici, per dedicarle invece a rappresentare e affrontare le questioni vere della società locale, dialogando con un team nazionale e mettendosi in rete con altri luoghi»*.

Qui arriviamo alla esperienza del gruppo di lavoro attivo nel Circolo Pio La Torre di San Siro, che identifica in un programma di interviste e animazioni di cortile, cioè nella “ricercazione”, la specifica modalità con cui articolare il proprio lavoro di inchiesta sociale nel “quadrilatero”, il quartiere San Siro di proprietà ALER.

Partecipare al progetto “luoghi idea(li)” promosso da Fabrizio Barca, significa riannodare le fila di iniziative assunte dal Circolo, che intendevano riportare il Partito Democratico nel vivo delle contraddizioni sociali di un territorio estremamente complesso, ri-trovare il piacere del lavoro sociale fatto insieme, in cui i singoli contributi sono indirizzati su modalità creative e artistiche collettive.

Il tema della immigrazione è la caratteristica saliente del quartiere, in particolare la stratificazione dei flussi migratori, che genera il conflitto latente (esploso sul problema delle occupazioni abusive) tra anziani italiani soli (immigrazione degli anni ’60) e immigrazione recente (principalmente giovani famiglie nord-africane). Il progetto ha come tema portante “il cortile”: come valorizzare il cortile, vero e proprio bene comune del quartiere. A questo fine dopo le interviste parte la raccolta di documenti, fotografie, testimonianze del viaggio, delle storie di migranti recenti ed anziani. Attraverso animazioni, installazioni artistiche, giochi di strada, etc, lavoreremo a creare un ponte e un confronto tra le due comunità. Il quartiere è diviso e non ci sono sufficienti occasioni di confronto: il Progetto punta a far emergere una comune identità di appartenenza e familiarità con il luogo, che anche grazie al Laboratorio di Quartiere ha subito delle positive trasformazioni negli anni recenti.

Il nodo centrale è quindi la convinzione che “esiste uno scollamento drammatico tra realtà e percezione della stessa da parte degli abitanti (siano essi migranti di prima e seconda ondata)” e il Circolo può fare un lavoro importante di ri-composizione.

Gli strumenti della ricercazione messi in campo per ritessere la trama circolo / quartiere sono: 1. scandagliare il senso di appartenenza / identità con il territorio di riferimento, da parte di vecchi e nuovi migranti; 2. identificare i cittadini attivi che potranno collaborare / essere protagonisti degli incontri di cortile della seconda fase del progetto “luogoideale”.

Le interviste sono raccolte in strada, spesso davanti alla sede di Alfabeti (scuola di italiano per stranieri), sotto il cartello “QUI SI RACCOLGONO STORIE”. I passanti, vengono invitati a sedere e a “raccontare storie”: una modalità conviviale, che ha consentito di identificare “attori motivati della socialità di quartiere” con progettare le prossime future attività. L’obiettivo è verificare il grado di appartenenza degli intervistati a un determinato contesto abitativo (quartiere / territorio / paese) e identificare i vincoli / opportunità che li metteranno in condizione di assumere un ruolo attivo in tale contesto e partecipare alle animazioni: piccole fragili effimere mostre di oggetti in cortile, fiere ambulanti o teatrini della memoria.

 

Annibale Osti

* “A che punto sono i Luoghi idea(li)?” pubblicato su www.luoghidea(li).it il 19.09.2014



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