11 maggio 2009

LE CLASSI DELLE LAUREE


Dal 4 al 29 maggio gli studenti dell’ultimo anno delle superiori possono effettuare sul sito del MIUR la preiscrizione all’università. Si va in http://universo.miur.it e si compila il form: tutto molto semplice.

Si può provare: per curiosare un po’, soprattutto se da molti anni non si è più studenti liceali, e per capire cosa viene riservato ai nostri ragazzi.

Ad un certo punto della compilazione, però, ti coglie un senso di smarrimento, quando, dopo aver indicato una delle “quattro aree di afferenza del o dei corsi universitari” che interessano, devi selezionare la “Classe delle Lauree”: una lista che contiene le sigle relative a esattamente 100 opzioni, tra lauree, lauree specialistiche, lauree magistrali, nuovo ordinamento ecc.

Allora vuoi capire meglio e vai sul sito del Ministero www.miur.it: qui trovi 35 classi delle lauree nel settore sanitario, 67 nell’area umanistica, 80 nell’area sociale e 134 in area scientifica. Un’offerta formativa in grado di soddisfare tutte le aspirazioni e di valorizzare i talenti di tutti: decisamente ampia e ulteriormente potenziata dai corsi delle Accademie, dei Conservatori e degli Istituti d’Arte.

Un po’ perplesso, cominci a domandarti che fine abbiano fatto i proclami ministeriali di razionalizzazione e contenimento dei corsi di laurea che gli atenei autonomi, ai tempi della morattiana riforma del 3+2, avevano moltiplicato a dismisura.

Un pensiero tira l’altro e si ricompone una catena di ricordi di vecchie notizie a suo tempo riferite dai media – già, il Paese dalla memoria corta; per fortuna Google e Internet aiutano.

Insieme ai corsi di laurea sono aumentati i contratti individuali di docenza a “specialisti” di ogni sorta, sono nate le università private, riconosciute dal Ministero, sono nate le università private fondate da ministri in carica, sono nate le università telematiche che ti mettono a disposizione il tutor personale e ti garantiscono la laurea. I titoli rilasciati da accademie e conservatori sono stati riconosciuti equipollenti a quelli universitari e in pochi mesi un gran numero di scuole e istituti privati che offrono i corsi più disparati hanno attenuto il riconoscimento ministeriale. Sono nati anche i protocolli di intesa fra Ministero dell’università e altri Ministeri per il riconoscimento di CFU (crediti formativi universitari: ne bastano 180 per avere una laurea di primo livello) al personale in servizio, in genere funzionari sprovvisti di laurea, che con qualche esame si laureano e possono accedere agli scalini superiori della carriera, superando quelli che la laurea se la sono sudata. (uno degli ultimi, febbraio 2009: http://www.giustizia.it/newsonline/data/multimedia/2782.pdf).

E pensi alle università statali, quelle dove, è vero, ci sono ancora i baroni, ma dove la ricerca si fa, magari negli scantinati a 600 euro al mese, quelle che sono costrette a chiudere durante le vacanze di Natale per risparmiare sul riscaldamento.

Ricordi che lo Stato finanzia le università, tutte anche le private e le telematiche riconosciute, sulla base del numero di immatricolazioni e pensi al clima di concorrenza sleale in cui si trovano quelle che, per voler mantenere alto e competitivo il profilo dei propri laureati, operano una seria selezione meritocratica.

Ti viene voglia allora di controllare quale sia la situazione nelle tua città, magari solo perché sei una mamma premurosa ma un po’ apprensiva, una mamma italiana insomma, e ti piacerebbe che tuo figlio continuasse gli studi in una sede sotto casa, oppure perché ti sta a cuore il futuro della società e vorresti per i nostri giovani una formazione seria basata su contenuti culturali e professionali forti e su competenze solide e flessibili, in grado di reggere il confronto internazionale.

La sezione di statistica del sito del ministero, http://statistica.miur.it, e le pagine http://universo.miur.it confermano che anche le università milanesi, statali e non, le più giovani in misura superiore rispetto alle storiche, propongono un’offerta formativa variegata e parcellizzata, certamente frutto di un adeguamento inevitabile alle regole e alle norme ministeriali e di mercato.

Anche il sito dell’anagrafe degli studenti http://anagrafe.miur.it/cerca.php fornisce dati interessanti che suscitano a loro volta una serie di interrogativi sulla qualità della preparazione erogata ma anche sulla qualità della preparazione richiesta.

Per non parlare dell’incidenza delle lauree nei punteggi dei pubblici concorsi. Ma questo è ancora un altro capitolo della triste storia delle riforme dell’istruzione a costo zero.

 

Luisa Belvisi



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