20 marzo 2013

Scrivono vari – 20.03.2013


Scrivono Tiziana e Walter Brugnotti ad ArcipelagoMilano – Dall’incontro del 12 marzo “Perché la sinistra perde in Lombardia” in Fonderia Napoleonica e dalla partecipazione, la sera seguente, alla serata di ringraziamento di Umberto Ambrosoli all’Auditorium Verdi, abbiamo tratto svariate considerazioni, che avevamo già in corso in quanto volontari a entrambe le primarie e nella campagna per Ambrosoli stesso. Tralasciamo le analisi di tattica e strategia, alcune condivisibili, altre meno (campagna breve, risorse scarse, alleanze mancate, collegamento alla sconfitta sul piano nazionale…): ci ha colpito piuttosto un tema ritrovato in forma più o meno aperta, in vari interventi. Si tratta dell’accusa rivolta al centrosinistra di avere peccato – nell’ordine che preferite – di illuminismo, elitismo, paternalismo, congiuntamente alla “sopravvalutazione del tema della legalità e del suo impatto sull’elettorato di centrodestra”, tema “non vicino alla sensibilità dei cittadini di questa regione”. Due affermazioni – testuali – piuttosto impegnative, ci sembra, incoronate dalla critica alla mancanza di chiarezza ed efficacia del “messaggio”: si è detto, continuando nel linguaggio di marketing, che “mancava la proposta Killer”, sostituita da una “scrittura troppo complessa”.

L’intervento volutamente iperpolemico di Ferlini, non ha mancato comunque di ribadire il concetto: questa volta l’accusa al centrosinistra si è sviluppata nelle varianti di moralismo, giustizialismo, formalismo con la giunta di “pulsioni educative” nei confronti di un elettorato presso il quale l’opinione prevalente è che, in Lombardia, “non si vive poi così male”. Un elettorato che compie scelte emotive e comunque recepisce le proposte del centrosinistra come elitarie. Ci è parso curioso che tutte queste opinioni non abbiano incontrato non si dice opposizione, ma neppure risposta: come d’altronde si è ricordata solo fuggevolmente la storia della giunta regionale precedente e dei perchè della sua caduta anzitempo. E abbiamo trovato – diciamo discutibile?- la conseguenza logica che la legalità, in Lombardia e nel paese, sia elitaria; e stupefacente che si dichiari senza troppi giri di parole che “per vincere” si dovevano adeguare le proposte alla “sensibilità” di quel certo elettorato, utilizzando linguaggio e proposte semplificati, emotivi, irrazionali.

La sera del 13, Umberto Ambrosoli ha fortunatamente ribadito che etica e legalità restano, per difficili e indigeste che siano, i motivi ispiratori. Il problema sarà semmai di far divenire la legalità “interesse” anche di certi gruppi … di interesse: ma non attraverso narrazioni incantatrici, che lascino le situazioni (e l’elettorato) che trovano. I contenuti autoeducativi della democrazia e della comunicazione- che viene da “messa in comune”, o no?! – non sono eludibili, ci permettiamo di continuare a pensare… Altrimenti avranno ragione quelli che delirano sulla fine della differenza tra destra e sinistra.

 

Scrive Felice Besostri a Valentino Ballabio – Sulla Città Metropolitana ci si è mossi sotto l’urgenza del Decreto Legge Monti e poi silenzio. Sui Consigli di Zona il processo di diverso disegno è morto o almeno non c’è una discussione pubblica. Le nove Zone a parte la 1 sono un assurdo: vanno aumentate e ridisegnate, ma è come le provincie, quelle esistenti non vogliono cambiare. Ci sono equilibri politici consolidati. Sulla macroregione l’opposizione poteva entrare nel merito rispetto a una proposta politico-ideologica di Maroni, proponendo settori precisi di collaborazione interregionale. Avevo provato a suggerire una traccia con lo scritto “Prove di secessione” senza risultati

 

Valentino Ballabio replica a Felice Besostri – Condivido le tue osservazioni. Purtroppo la politica corrente appare insensibile e scostante riguardo questa forse decisiva materia “madre” di tutte le riforme (almeno al livello regionale e locale) vanamente invocate. Così pure l’insieme dell’informazione, con qualche eccezione vedi ArcipelagoMilano, ma siamo ancora al “samisdat”! Analogamente viene ridotto alla semi-clandestinità il http://www.forumcivicometropolitano.it che negli ultimi due anni ha caparbiamente, ma sinora invano, cercato ascolto presso politica, media e istituzioni sulla proposta della citta(dinanza) metropolitana per Milano e la Lombardia!..

 

Scrive Luigi Mazza a Giacomo Marossi – Non sono un attivista, non sono un iscritto, ho solo votato PD per … disperazione. C’è un solo modo per sbloccare il PD prima che vada allo sfascio, affamare la nomenclatura: toglierle il potere di controllo (legge elettorale) e toglierle soldi (finanziamento pubblico); le due riforme che di fatto il PD attuale non ha mai voluto fare. In caso contrario credo che non se ne uscirà. Un vecchio elettore di sinistra.

 

Scrive Maria Puglia a Giacomo Marossi – Ho dedicato cinque minuti leggendo attentamente la tua lettera. Non so quanti anni hai, ma avendo un figlio di 23 anni mi colpisce la sensibilità che puoi avere nel dedicarti alla politica, lo stesso dicasi di mio figlio che si lamenta dei suoi coetanei che li ritiene disinteressati e considero questa mio interesse alla tua lettura sicuramente rivolto a comprendere quanto vi sta a cuore il vs. futuro. Premetto, mi ritengo fortunata, ho un figlio saggio e intellettualmente ritengo sia abbastanza creativo, ho insegnato a lui in maniera intransigente come comportarsi in maniera educata, il rispetto per il prossimo e ovviamente alcune idee che oggi condividiamo avendo lo stesso interesse alla partecipazione se non attiva, della vita politica.

Quindi con piacere mi rivolgo a te, comprendo le tue amarezze e vorrei dirti che le ho vissute in maniera identiche e le vivo ancora. Da ragazza ero iscritta, ero militante, partecipavo agli incontri del direttivo e ogni volta che esprimevo delle contrarietà mi sentivo dire che non ero in linea (cosa significava non so, forse in linea con qualcuno in particolare), che ero troppo giovane e che non capivo. Poi non mi sono più iscritta, partecipavo alle riunioni di sede, anche se già mi sentivo a disagio perchè non ero in linea (cosi si continuava a dirmi) intanto sentivo che per quanto mi riguardava qualcosa si era spezzato. Io non ero in linea, ma ne ero ben felice perchè il mio non essere in linea mi faceva uscire da vecchi schemi, e per mia capacità intellettuale ho capito i cambiamenti che la società ti imponeva e ti impone, sono in continua evoluzione, quindi o tu sei capace di coglierli, vivendoli, oppure se non sei capace di stare al passo, ti poni una trincea davanti a te, o ancora peggio, per opportunismo fai finta di non vederli.

Credo che l’ultima ipotesi abbia prevalso su tutto il nostro possibile cambiamento, i nostri dirigenti politici incancreniti alle sedie di Montecitorio sono vecchi della politica, non hanno visto oltre, hanno dimostrato di essere miopi, ma sopratutto quello che mi ferisce – e avrei giurato il contrario e me ne sono fatta una ragione – sono anche incapaci: quindi non hanno colto (o non hanno voluto) cogliere i cambiamenti della società civile. La politica non si fa pensando di essere meglio e criticando gli altri e basta. Le idee vanno applicate fortemente con il buon senso e anche con caparbietà affidandosi a tutti coloro che si dedicano con tenacia, intelligenza e onestà, aprendo sì le porte ad altri, ma quando scopri che non sono ragionevoli, per cortesia urliamolo con la nostra forza che non vanno bene.

A te e altri come te un grande augurio per continuare a battagliare su temi comuni quali il lavoro, la vita che conducono le donne, le pensioni (sperando di tornare indietro a 60 anni), la disparità economica, l’ingiustizia, i servizi e tanto ancora. E mi chiedo inoltre: ma da quaranta anni (ne ho 53) è possibile che chi aveva il dovere di vigilare in parlamento, ne esce impunito?

 

Scrive Alberto Decadri a Paolo Mottana – Mi spiace contraddirla, ma Renzi è tutto fuorché arrogante, di piglio e di carattere sicuramente sì. L’arroganza, è semmai nella scontata e banale, sempre ripetitiva spocchia e sussiego dalemiani. Di gente così la sinistra e il Pd, a cui appartengo, se ne fa tranquillamente a meno, a meno che non ci si voglia condannare a perdere sempre, come tagliarseli per far dispetto alla moglie, così ci si capisce meglio. Dal Pd non ho sentito una che sia una proposta concreta, solo frasi vuote e retoriche, lavoro etc, ma con quali sodi, con quali risorse? Renzi, lui si, ha il pregio di aver stilato un programma di vero welfare e di sinistra, anche se è stato boicottato in tutti i modi da chi ha organizzato le primarie, il signor Nico Stumpo, Dio ce ne scampi! Conosco una barca di gente che iscritta il 24 novembre online è stata impedita nel diritto di voto, con pretesti i più assurdi e antidemocratici, ergo idioti. Se vogliamo ancora farci del male, continuiamo così.

 

Scrive Roberto Ricci ad ArcipelagoMilano – Leggo in diversi articoli che molti non riescono a capire come mai il PD non abbia vinto le elezioni come si aspettava e, allora io nel mio piccolo mi permetto di scrivere alcune cose che mi inducono a non votarlo e a preferire il Movimento 5 Stelle: quest’anno la mia pensione è diminuita per via degli aumenti Irpef del Comune di Milano ecc, fare gite con gli amici è diventato costoso a causa dell’aumento di benzina e autostrade, aumenta tutto e si fa fatica ad arrivare a fine mese. Al contrario: durante la campagna elettorale sono stato sommerso da mail, volantini per strada e pubblicità per posta del Pd, almeno dieci lettere (non sopporto più questo spreco di denaro), Ambrosoli fa campagna elettorale dispendiosa, noleggiando sale e teatri come se non costassero niente, anche per conoscere i risultati dopo le elezioni ha noleggiato il teatro Litta in corso Magenta (mi risulta che se avesse usato ad esempio lo spazio di viale Monza 140 non avrebbe pagato nulla)

Bersani ripeteva spesso “Non si può ridurre il costo della politica si può solo modularlo meglio” oppure “ci vuole la patrimoniale”; si devono spendere miliardi di euro per la TAV perchè le merci tra Milano e Parigi arrivino in sette ore anziché in otto o in nove; siamo senza soldi, ma dobbiamo andare in Iraq, Afganistan, Libia, Libano ecc a portare la”democrazia” (la ricca Germania non sostiene queste spese di guerra). Perchè per far piacere agli americani dobbiamo comperare aerei F35.

Io sono un pensionato che ha lavorato per 42 anni, ha 42 anni di contributi e fa fatica a tirare fine mese. Ebbene con tutta probabilità per Bersani sarò considerato ricco perchè ho una casa, una pensione non minima e magari i soldi della liquidazione in banca. Per cui credo che: bene fanno i grillini a non volere un governo con chi non accetta riduzioni di stipendio per quelli che vivono di politica, TAV, missioni militari, F35 ecc. Unica cosa su cui Bersani ha ragione sono i matrimoni gay, ma interessano una piccola parte degli italiani mentre sono milioni i cittadini che non arrivano a fine mese e non sopportano più l’arroganza del potere.

 

Scrive Marco Spreafico ad ArcipelagoMilano – Ai tempi dell’architetto Mengoni furono costruiti nel complesso della galleria di Milano dei servizi pubblici che sotto il nome di Cobianchi fornirono assistenza a chi, lontano da casa, aveva qualche necessità. Una altra postazione sotterranea si trovava in San Babila, fu inglobata, distrutta, dai lavori per la Metropolitana milanese. Vespasiani sorgevano qua e là in città, solo a uso maschile. Indecenti, sono stati tutti demoliti. L’ultimo davanti al distretto militare fu ritratto da me (guarda un po’) anni or sono. E infine la domanda: dove faranno la pipi le decine di milioni di visitatori Expo? Se volete e lo spero, sorridete ma la faccenda è serissima.



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