24 aprile 2012

METRÒ


“Primaticcio, fermata Primaticcio!” salgo sul metrò come ogni giorno. Le porte si richiudono alle spalle dei passeggeri appena saliti e il treno si rimette in moto. L’mp3 è scarico e non ho nulla da leggere. Inutile prendersela con le persone che prelevano una copia di tutti i quotidiani gratuiti che la mattina vengono elargiti davanti alle stazioni: indipendentemente dalle mie sommesse imprecazioni l’indomani sarà lo stesso. Annoiato e sconsolato di non poter risolvere il mio sudoku mattutino, vado a sedermi nel primo posto libero che rinvengo. Dopo aver scansato la fulminea corsa di un uomo sulla cinquantina che voleva a tutti i costi il mio stesso sedile, riesco finalmente a sedermi accontentandomi di un altro spazio vuoto nel vagone successivo. Inizio a guardarmi intorno alla ricerca di qualcosa da fare per ingannare il tempo e la mia attenzione viene catturata da una anziana e distinta coppia. Colpito dall’eleganza e dall’abbigliamento dei due, mi rendo conto che i loro discorsi non rispecchiano le apparenze: i coniugi stavano discutendo di un argomento alquanto leggero… il costo del caffè. La signora stava dibattendo sul fatto che non fosse accettabile che anche un bene di ‘primaria’ necessità come il caffè avesse risentito del rincaro dei prezzi in conseguenza della crisi. Il valore della bevanda era cresciuto dalla modica cifra di 0,90 euro fino ad arrivare a costare ben 1 euro. Per la vecchina la cosa era incomprensibile, mentre il marito, che pareva meno disposto a lasciarsi trasportare dalle lamentele della moglie, si limitò a ricordarle che l’IVA era aumentata su ogni cosa a causa delle ultime riforme e che fino a prova contraria, il caffè non era ancora un bene di ‘primaria’ necessità…

“Gambara, fermata Gambara!” il sedile affianco al mio si libera e un viaggiatore da poco entrato si impossessa repentinamente del posto. Rimango affascinato da come la gente sembri aver bisogno a tutti i costi di uno spazio in cui sedersi… sono rare le occasioni in cui mi è capitato di vedere persone così sinceramente attratte da qualcosa che spingesse loro quasi a lottare per possederla e per la prima volta mi accorgo che quel singolare spettacolo è costantemente sotto ai miei occhi ogni volta che entro nel metrò… La voce del nuovo arrivato distrae le mie riflessioni e senza che me ne accorga mi ritrovo a origliare la sua conversazione telefonica tenuta con un tono di voce abbastanza sostenuto “Ti pare possibile!? Sono costretto a prendere i mezzi perché hanno esteso l’area Ecopass e ne hanno addirittura aumentato la tariffa a 5 euro! Bah… guarda… mi chiedo se pensano veramente in questo modo di ridurre il traffico e le emissioni nocive o se semplicemente con questa scusa vogliono monetizzare il più possibile…”

“Wagner, fermata Wagner!” passeggeri che salgono e passeggeri che scendono. È incredibile come tramite la metrò si venga in contatto con così tanti individui diversi, si condivida con loro un brevissimo tratto di vita e poi li si veda uscire dalla carrozza, per poi probabilmente non rivederli mai più… “Mamma, mamma! – questa volta è un bambino a interrompere i miei pensieri – dopo la scuola mi porti al parchetto che ho voglissima di giocare un po’ a calcio? Eh, mamma!? Daiiii!” “Te lo ho già detto Filippo: la macchina è dal meccanico e non posso portarti al parco perché è troppo lontano”. Il ragazzino parve rabbuiarsi in volto per poi esibire improvvisamente un ampio sorriso “Mamma, mamma! Sai cosa voglio fare da grande!? Il costruttore di parchetti! Sì, sì, così ne metto uno davanti a casa nostra e vicino alle case di tutti i bambini che possono andare a giocare tutti i giorni perché i parchetti non saranno più così lontani! Eh, mamma!? Eh! È una bella idea!?”

“Conciliazione, fermata Conciliazione!” due uomini in giacca e cravatta si reggono al corrimano al mio fianco e ancora una volta, mi ritrovo a origliare conversazioni che non dovrebbero riguardarmi, anche se è indubbio che stia iniziando a prenderci gusto… “Milano è un crogiolo di cantieri, stanno edificando ovunque e sta diventando difficoltoso muoversi… pensa che l’altro giorno…” “Lascia stare, non me ne parlare. È per colpa di questa esposizione, l’EXPO, l’anno prestabilito è il 2015, ma a quanto pare la città è indietro con i lavori che avevano prefissato di realizzare e questi sono i risultati…” “Figurati che ho sentito di recente che dietro al concorso di appalti per l’innalzamento delle nuove strutture potesse esserci addirittura la malavita…”

“Cairoli, fermata Cairoli!” un gruppetto di ragazzi di età oscillante tra i 15 e i 16 anni sale sul mezzo pubblico. “Zio alla fine come è andata con la tipa dell’altra volta?” “Bene, bene. Sono tre giorni che balziamo scuola e che andiamo in giro… pensavo di continuare fino alla fine della settimana” “Mi sa che mercoledì c’è un compito in classe…” “Ma chi se ne frega. Tanto ho già tutti due in mate uno più uno meno cosa cambia?” “Sto giro ci bocciano tutti, ve lo dico io” “E allora? Tanto l’anno prossimo vado in un altro istituto che è più facile e così anche se non faccio niente riesco a passare lo stesso” “Sì anche io volevo farlo, un mio amico mi ha detto che non studia niente e ha la media dell’otto” “Massì, tanto poi io la voglia di studiare non ce l’ho, voglio far finire le superiori e smetterla con i libri… un bel 60 anche copiando alla maturità e via” “Mio padre ha un azienda, non c’è bisogno di continuare a farsi questi sbatti e andare a scuola, alla fine vado nella sua ditta e eredito io tutto quanto” “Sìsì, anche mio padre possiede un’impresa, farò così anche io…”

“Duomo, fermata Duomo!” due giovani universitarie dal lato opposto del convoglio analizzano il problema contrario… “Mi piace studiare e sono anche contenta della facoltà che ho scelto, però…” “Però il dottorato e la carriera da ricercatore non è sufficientemente tutelata, lo so bene. I docenti decrepiti non vogliono mollare la cattedra, si campa solo a borse di studio certamente esigue e si riesce a diventare professori ordinari e di ruolo solo grazie a un’intercessione divina o a un miracolo… ” “A cosa serve studiare a fondo e impegnarsi per anni se tanto poi il lavoro non si trova comunque o se si trova si rischia la fame per le condizioni precarie a cui si deve sottostare?” “Non farmici pensare…”

“Palestro, fermata Palestro!” altri individui che salgono e altri che scendono… un momento… Palestro! Maledizione dovevo scendere in Duomo! Così imparo ad ascoltare i discorsi della gente… era meglio se avessi eseguito il solito sudoku…

 

Federico Castagna

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