19 aprile 2011

ANCHE LETIZIA MORATTI SI ACCORGE DI EXPO DIFFUSA?


“Ora ci possiamo concentrare sui contenuti e per far sì di coinvolgere cittadini e imprese in un’Expo diffusa” ha dichiarato Letizia Moratti, Commissario straordinario del governo per Expo 2015, a proposito del fatto che lei stessa e Roberto Formigoni hanno siglato ufficialmente l’intesa con cui, assieme a Fondazione Fiera, daranno vita alla NewCo che dovrà farsi carico dell’acquisto delle aree sulle quali iniziare finalmente a realizzare i primi interventi. Non interessa tanto se questa nuova azienda a partecipazione pubblica, della quale il Comune di Milano      deterrà il 51%, sarà lo spin-off di qualcosa che già esiste e che ruolo potrà svolgere come start up della macchina organizzativa dell’Expo che fino ad oggi ha perduto colpi e accumulato ritardi che in nessun caso potranno essere recuperati.

Né mi interessa valutare le conseguenze della mancata partecipazione alla NewCo della Provincia di Milano. Ciò che più meraviglia è che per la prima volta in una dichiarazione pubblica si faccia espressamente riferimento a un’Expo diffusa, indicandola quale mezzo per coinvolgere quelle componenti sociali che fino ad ora si sono limitate ad assistere con evidente diffidenza e sconforto alle diatribe e conflitti di potere che sono state la causa di ritardi e inefficienze.

Come i lettori di Arcipelago sanno, l’idea di una Expo Diffusa e Sostenibile è stata lanciata pubblicamente da più di due anni attraverso una petizione indirizzata proprio alle figure istituzionali che hanno il compito di realizzare la manifestazione del 2015 senza che sia mai stata da loro presa in considerazione, per quanto sottoscritta da oltre 1400 intellettuali, professionisti e cittadini di ogni appartenenza politica. Avvalendosi di un contributo della Fondazione Cariplo, tale proposta si è poi concretata in uno specifico progetto del Politecnico di Milano che ha avviato una nutrita serie di contatti con vari soggetti interessati alla manifestazione non solo a Milano ma distribuiti in Lombardia e nelle regioni limitrofe.

Sarebbe ora che la nostra iniziativa potesse non essere considerata in competizione con la manifestazione ufficiale, ma piuttosto come un indispensabile complemento finalizzato al suo successo. Visto che le risorse per realizzare il sito dell’Expo, originariamente previste nel dossier di candidatura nella misura di 3,5 miliardi di euro si sono nel frattempo ridotte a meno della metà, non sembra realistico immaginare di attirare gli ipotizzati 20 milioni di visitatori esclusivamente per rinchiuderli all’interno di un grande orto planetario o, come appare più probabile, di un grande luna park del cibo.

C’è infatti il pericolo che la manifestazione si risolva in una enorme kermesse gastronomica e che la tavolata lunga un chilometro e mezzo che era apparsa tanto suggestiva nel master plan dell’Expo elaborato dai cinque architetti coordinati da Steno Boeri, alla luce dei nuovi orientamenti resi noti recentemente che accantonano gli orti a favore delle tecnologie, se mai verrà realizzata, possa tradursi in qualcosa di assurdo e grottesco. Malgrado i buoni propositi del sindaco Moratti, ciò che sembrano essere al momento più in pericolo sono infatti proprio i contenuti e le quattro parole chiave che ricorrono nel titolo della manifestazione – nutrizione, pianeta, energia e vita – rischiano di dare la stura a ogni tipo di semplificazione e banalizzazione.

Noi crediamo invece che il modo più agevole e sicuro per favorire la messa a fuoco e l’offerta di contenuti sia proprio di presentare moduli significativi dell’esposizione localizzandoli nei territori e affiancandoli alle eccellenze monumentali, paesaggistiche e culturali di cui la Lombardia e l’intero paese sono dotati. L’Expo del sito dovrebbe ragionevolmente svolgere soprattutto il ruolo di porta di accesso ai nostri territori, offrire ai visitatori non tanto e non solo una visita all’Expo, ma una effettiva esperienza di vita nel segno della sostenibilità, in tutte le sue possibili declinazioni.

Come abbiamo già avuto modo di sostenere in molte occasioni bisogna, rivolgersi soprattutto ai giovani, perché nel 2015 vengano tra noi e con noi per visitare le eccellenze del nostro territorio vivendo per qualche giorno la propria vita quotidiana fatta non solo di alimentazione ma anche di turismo, cultura, divertimento, sport, ospitalità e tutto quanto un giovane può immaginare di fare durante una vacanza intelligente ma coinvolgente e allo stesso tempo divertente, nel segno della sostenibilità.

L’Expo così concepita potrà svolgere un importante ruolo formativo nei confronti dei giovani visitatori che saranno gli alfieri della sostenibilità in tutto il pianeta, riportando nei loro paesi d’origine il significato e il valore di quanto sperimentato concretamente e non solo assistendo a sofisticate simulazioni. E, aspetto non secondario, dopo la grande manifestazione non ci saranno padiglioni da demolire e siti da recuperare, ma una eredità positiva di interventi che avranno dato un contributo significativo al miglioramento dell’accessibilità e alla riconoscibilità delle molte risorse culturali, monumentali e ambientali di cui i nostri territori dispongono per quanto non sufficientemente valorizzate. E tutto ciò con un significativo e duraturo ritorno anche per il turismo.

Salone del Mobile e Fuori Salone ci offrono annualmente l’esempio dell’effetto sinergico che si può instaurato tra la manifestazione ufficiale che si svolge in fiera e quella informale che si diffonde nella città coinvolgendola in modo diffuso e capillare. Del resto Giuseppe Sala stesso, al momento del suo insediamento, aveva rilasciato un’intervista nella quale citava espressamente il Fuori Salone come esempio per segnalare l’esigenza che l’Expo non si limitasse ad allestire esclusivamente il sito in prossimità della Fiera. Ma mentre il Salone dura solo sei giorni e si svolge a Milano l’Expo, che dovrà durare sei mesi, e investire l’intera regione, richiederà un’organizzazione di ben altra portata.

E per questo motivo che abbiamo progettato e ci siamo dati una piattaforma di partecipazione e collaborazione on line che consente a ciascuno di noi, compreso il sindaco Moratti, di avanzare proposte, segnalare luoghi e opportunità, proporre la costituzione di tavoli di coordinamento delle iniziative, offrire competenze e persino investire su quelle che lasciano presagire significativi ritorni economici (www.eds.dpa.polimi.it). Per chi non avesse troppa dimestichezza con il web abbiamo anche predisposto una pubblicazione che ciascuno può scaricare in pdf dal sito del Dipartimento di Progettazione dell’Architettura del Politecnico www.dpa.polimi.it. Ognuna delle proposte che saranno registrate nella piattaforma verrà automaticamente georeferenziata e riportata con la sua precisa localizzazione in una mappa, contribuendo così a formare con il contributo di tutti lo scenario territoriale della futura Expo Diffusa e Sostenibile.

Emilio Battisti



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