22 febbraio 2011

PGT. LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI


L’approvazione del PGT del 4 febbraio scorso lascia residui di delusione. C’è che si aspettava una bocciatura sonora del Piano, chi sperava nell’accoglimento delle proprie osservazioni, chi in un tonfo della Giunta. Niente di tutto questo. Possiamo affermare che la discussione sul nuovo strumento urbanistico che ha sostituito il vecchio PRG si è fermata al momento dell’adozione il 14 luglio 2010. Ora si attende la sua entrata in vigore che avverrà tra due / tre mesi quando sarà pubblicato sul BURL, Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia. Giusto alla vigilia delle prossime elezioni comunali.

L’appuntamento delle osservazioni aveva suscitato aspettative troppo ottimistiche quando invero questo processo di partecipazione non ha mai capovolto alcunché specialmente dopo che la modalità per l’elezione diretta del sindaco e dei consiglieri nonché il decadimento generale delle istituzioni ha trasformato le aule consiliari in curve di tifosi. I condizionamenti e i ricatti fanno sì che non vi siano più le premesse per accordi che capovolgono le decisioni autoritative della maggioranza.

Occorre ammettere che effettivamente le osservazioni vere e proprie non saranno state più della metà, ma non le avrebbero discusse neanche se fossero state cento. E la metà erano comunque un buon numero e di contenuto apprezzabile considerando che le associazioni rappresentano gruppi numerosi di aderenti come ad esempio i sindacati dei lavoratori e degli operatori. Non era infatti possibile pensare che i singoli cittadini milanesi fossero attrezzati per entrare nel merito di un progetto di cui a malapena avevano letto qualche titolo sui giornali. Stupisce che l’assessore alla partita nelle sue percentuali sul rapporto fra popolazione e numero delle osservazioni abbia compreso anziani e bambini, pensionati e ragazzi. Le osservazioni non possono essere considerate dal punto di vista numerico ma dalla qualità di ciò che suggeriscono e solo chi volutamente e con il solito spregevole atteggiamento ha usato il paraocchi non può essersi accorto della bontà e della saggezza delle singole proposte, respingendole a blocchi raggruppati e ingiustificati.

Ora ci si appella ai ricorsi ma occorre farsi una ragione del fatto che sulla possibilità di spuntarla incombono molte incognite, specie se si fondano sul metodo essendo, statuto e regolamenti, atti soggetti a molteplici interpretazioni. Difficilmente il tribunale amministrativo concederà la sospensiva del provvedimento e quindi si dovrà attendere l’esito della sentenza in un periodo fra sei mesi e un anno, se va bene, a elezioni avvenute e a fatti ormai spuntati. In ogni caso il giudizio finale è incertissimo e se fosse sollevata solo una questione di legittimità del metodo il piano sarebbe facilmente riproponibile così com’è.

Attenzione perché nel frattempo si verranno a consolidare dei diritti da cui non sarà più possibile retrocedere. Rinegoziabili sì, forse, con il comune costretto a chinarsi con il cappello in mano, chiunque governi. E con le SCIA, segnalazione certificata inizio attività (che ha sostituito la DIA, denuncia di inizio attività), non c’è ritorno. L’efficacia del PGT sarà lenta. L’entrata in vigore del nuovo PGT è presumibile che non avrà effetti immediati ma determinerà una fase di intervallo dell’attività almeno per queste ragioni: il mercato, che si muoverà con circospezione per capire se e come effettuare gli investimenti; l’insicurezza sull’applicazione delle normative; l’impreparazione da parte degli uffici che dovranno assimilare le novità procedurali, l’impiegato allo sportello è estraneo alla ratio del PGT; le risorse che non ci sono.

Cosa rimane? Attrezzarsi per gestire l’attuazione del piano. Vincere le elezioni per cambiare il PGT con una sana Variante Generale nell’auspicio che non vi siano insulti e litigi fra moderati e radicali intransigenti pena dopo qualche mese di passare altri vent’anni all’opposizione. Pur nelle difficoltà viviamo nella città più avanzata del paese e quindi occorre far convivere accanto a quello della sostenibilità il tema dello sviluppo.

 

Emilio Vimercati



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