7 dicembre 2010

Scrivono Vari 0712201


Scrive Valentino Ballabio a Pierfrancesco Majorino

L’autorevole appello del Capo-Gruppo Pd (“le isole si facciano scialuppe”) richiede una risposta impellente e immediata, come ogni urgente allarme SOS. Va bene, caliamo subito le scialuppe possibilmente in tempo prima che la nave affondi. Prima le donne e i bambini, dopo i maschi adulti. Per ultimo il Capitano, sempre che nel frattempo non abbia dato le dimissioni tanto poi, quando il relitto è calato a fondo (questione di poche ore), le ritira. Il problema è di controllare il panico altrimenti – alternativa tragica – “si salvi chi può”. E purtroppo chi si è fortunosamente salvato è solo all’inizio di un improbabile viaggio. L’unica prospettiva è la deriva (mi scuso per la rima). Basteranno viveri e sopravvenienze? Quando incroceremo – abbandonati per giorni e notti tra le onde, sotto il sole cocente e le vaghe stelle – il provvidenziale mercantile della salvezza?

L’altra ipotesi è che le isole rimangano tali, cioè pezzi di terraferma per quanto limitate e, appunto, isolate. Anche qui viveri e conforts pochi, tuttavia qualche noce di cocco e qualche frasca per ripararsi dal sole e dalla pioggia tropicale si possono ancora trovare. Soprattutto un ritaglio di solida roccia sotto i piedi. Certo la condizione – anche in questo caso – è quella del naufrago, di un Robinson che si deve adattare al poco che l’ambiente inospitale offre, inventare tecniche di sopravvivenza anche psicologica, pazientare mentre scruta l’orizzonte alla ricerca di un fil di fumo, affidare a un messaggio nella bottiglia (tali sono alcuni interventi su “ArcipelagoMilano”) la remota speranza di ascolto.

Anche l’alternativa non è molto allegra, tuttavia meglio la compagnia di qualche altrettanto ramingo “Venerdì” che la supervisione di fior di Ammiragli e Contrammiragli del pidì (mi scuso ancora per la rima). Arcipelago resisti!

 

 

Scrive Vito Ayroldi a Marco Ponti

Al prof. Ponti non dovrebbe sfuggire che se c’è un settore sussidiato, in Italia quant’altri mai, quello è proprio il settore dell’auto. Inutile, forse, ripetere che in città come Amsterdam o Monaco o Copenaghen, dimensionalmente grandi almeno quanto Milano, bici e trasporto pubblico decongestionano il traffico talmente tanto che le poche auto hanno lo spazio per incolonnarsi rispettando la distanza di sicurezza!!! Questo si deve principalmente al fatto che in quei paesi il governo del Trasporto Pubblico e dell’Urbanistica sono a tutti i livelli sotto un’unica regia/responsabilità. Geniale, vero?

Chi parla di rendita fondiaria sembra ignorare che Milano è dimensionalmente talmente piccola rispetto a Roma per es. che potrebbe essere attraversata da Sud a Nord anche in monopattino non solo in bicicletta. Il traffico auto è soprattutto proveniente da fuori Milano. La città ha una capacità attrattiva tale da far gravitare su di essa flussi in entrata provenienti anche da altre regioni: Liguria, Emilia, Piemonte per esempio, ma con le nuove tecnologie molti trasferimenti potrebbero essere resi obsoleti basterebbe incentivare i processi di e-Governement seri sia nel Pubblico che nel Privato e che la Sanità meneghina non fosse quell’attrattore straordinario di popolazione non residente che invece è diventato a causa del dissesto del nostro SSN.

Mi pare sconsideratamente fuori luogo parlare di posizioni ideologiche in una città in cui il furore ideologico circa il trasporto “verde” è del tutto assente e la qualità dell’aria da anni ci pone “sottoschiaffo” dell’Unione Europea. Il governo di Milano avrà bisogno di avere una posizione ferma sui problemi della mobilità, e discorsi “benaltristi” dovrebbero attendere la soluzione di priorità cogenti per essere minimamente considerati.

P.S. Personalmente ho comprato casa in estrema periferia: Gratosoglio, nei pressi del metro Abbiategrasso.Vivo a Milano da dieci anni facendo il consulente; ho cambiato sede di lavoro decine di volte e, fatalità, né io né mia moglie possediamo un’auto, ma la condividiamo con il carsharing che la ATM mi “sussidia” ottimamente scontandomi il prezzo dell’abbonamento. Non siamo dei marziani, soltanto dei semplici cittadini che sanno sfruttare le potenzialità del “supersussidiato” trasporto pubblico milanese. Con grande soddisfazione sotto il profilo economico e della mobilità. Meditiamo gente, meditiamo.

 

 

Scrive Marco Zio a proposito dei candidati alle primarie

Ho partecipato attivamente alle primarie della coalizione di centrosinistra. Iscritto al Pd, ho lottato energicamente sostenendo la candidatura di Valerio Onida che ritenevo e ritengo sarebbe stato il candidato che avrebbe pi facilmente potuto allargare il consenso. Sono molto arrabbiato con il mio partito, come tanti. Le direzioni cittadina, provinciale e regionale hanno commesso molti errori. Le direzioni che i delegati di noi iscritti hanno nominato. Ne consegue che anch’io ho commesso degli errori. Da cui ripartire, più uniti e forti di prima. Il Pd è partito veramente Democratico, mi da fastidio quando qualcuno ci chiede “siete di sinistra oppure no?”

Posto che la collocazione in una data area ritengo non abbia più senso, io che nell’animo mi sento di sinistra, rispondo: “Non siamo di centro, di destra né di sinistra. Forse siamo il centro, la destra e la sinistra. Sicuramente siamo il Partito Democratico”. Abbiamo programmi concreti e chiari, proposte progressiste articolate e dettagliate, abbiamo idee e una visione, quella di una società giusta. Le nostre proposte non sono quasi mai veicolate dai giornali e quando lo sono è spesso in modo incompleto se non addirittura sbagliato e confuso. Eppure sul sito del Pd ci sono i documenti (ben sette) della convention di Busto Arsizio. Qualcuno li ha letti? Non credo. Tornando alle primarie, le ha vinte in modo netto Giuliano Pisapia. Le ha vinte per molti motivi, gli altri le hanno perse per molteplici ragioni. Il candidato sindaco è una persona perbene, attento ai problemi delle persone, intelligente, altruista, capace. Può veramente cambiare in meglio la nostra Milano e vincere, se tutti noi sapremo dare risposte, trasmettere emozioni, veicolare in modo corretto idee e programmi.

Chiudo con una nota sull’articolo VENGO ANCH’IO di Michele Sacerdoti. In realtà è proprio dopo aver letto il suo pezzo che ho deciso di scrivervi. Non riesco ancora a capacitarmi del fatto che al dr. Sacerdoti si dia spazio. Era ed è un signor nessuno, ha raccolto non si sa bene come 1500 firme e preso la metà di quei voti, non ha programmi ma solo poche e confuse idee. Si è candidato convinto che solo per averlo fatto meriti un posto in qualche lista se non addirittura come assessore. Sono assolutamente convinto che anche un signor nessuno come me, che però ha idee chiare e proposte concrete da offrire e ama fare politica per e non contro qualcosa o qualcuno, avrebbe preso più dei 719 di Sacerdoti. Rispetto i suoi elettori, ma il candidato a sindaco proprio non riesco a considerarlo allo stesso modo.

 

 

Scrive Mario Traverso a Marco Ponti

Ho letto l’articolo “Anche l’auto è un po’ di sinistra” e avrei qualcosa da dire. Una quindicina di anni fa, a un pranzo della American Chamber of Commerce seguito da dibattito sul traffico mi presentarono Albertini (allora sindaco) e Maurizio Lupi (allora assessore al traffico) ed io feci la seguente domanda a Lupi: “Per risolvere i problemi del traffico non sarebbe opportuno immettere in servizio molti pulmini elettrici da pochi posti a sedere che passino spessissimo soprattutto sulle circonvallazioni oggi intasate, con prezzi del biglietto molto alti (salvo fasce protette) per sostenere i costi?” (bella domandona lunga vero?) Mi rispose: “Sarebbero contenti i sindacati perché dovremmo assumere un sacco di autisti”.

Povera sinistra. Discute ancora di automobili e di case di proprietà. Senza aver fatto nulla per nessuno dei due problemi. Le case hanno triplicato i prezzi, e il mercato immobiliare è sostenuto dall’evasione fiscale, perché la sinistra se ne infischia di far battaglie (oppure le fa malissimo) sulla legalità, che per inciso comincia dal pagamento delle imposte. Ma si sa l’essere umano è debole, e i tranvieri con tessera socialista eletti a capo delle ASL furono solo l’inizio del declino della sinistra. Che oggi è in crisi perché la gente vota per chi ruba meglio e non per chi vivacchia rubacchiando peggio, magari facendosi dare in affitto a pochi soldi o comprando sempre a poco appartamenti di proprietà di enti pubblici (vecchio vizietto dei politici di sinistra, prego controllare una risalente inchiesta dell’Espresso). Il traffico è soffocante, costoso e fonte di disagi profondi. Ma la sinistra discute… invece di far le proposte un po’ rivoluzionarie che servirebbero.

 

Scrive Letizia Arcangeli a Giuseppe Ucciero

Non mi sembra che l’autore nella sua polemica con Guido Martinotti abbia toccato il punto centrale del rapporto tra laici e cattolici, ovvero l’integralismo dei secondi, che pretendono che ciò che è giusto per loro sulle cosiddette questioni etiche (e che in genere è ciò che stabiliscono le alte gerarchie, e per esse il papa) sia legge per tutti, anche per i laici. E questo si può davvero ricondurre, mi pare, alla loro convinzione che ciò che dice il papa è legge per tutti. Mi sembra davvero strano che un aspetto di questa rilevanza sfugga a un laico agnostico.



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