16 novembre 2010

IL SIGNOR B.? UN “IDIOTA ETICO”


Ci voleva il candore di un’attrice anglosassone, di una donna anglosassone, per ottenere la più perfetta presentazione del signor B.: un Idiota. Come il fanciullo di fronte al Re Nudo, Julienne Moore si è posta di fronte alle parole del signor B., senza alcuna sovrastruttura o calcolo, e a domanda ha risposto: il Signor B non ha vestiti addosso, il Signor B. è un idiota.

Non vi sono complessità antropologico culturali, né architetture politiche, né spessori esistenziali o sociali, né contesti interpretativi cari a certi ambienti vaticani, per giustificare, sminuire, ridurre, il significato delle frasi di B. sull’omosessualità: semplicemente B. è quello che appare, B. è quello che dice, B. è quello che è.

E neppure queste architetture, queste complessità, questi spessori, possono ormai far velo alla nostra stessa vista, negandoci alla verità, visibile e quotidiana, dell’idiozia di B. Niente orpelli, niente scusanti, niente relativismi, niente di niente. Ma anche niente scuse per gli italiani, quelli che sostengono il signor B. ma anche quelli che lo sopportano, quelli che lo combattono debolmente, quelli che non ci credono, quelli che non vogliono vedere, quelli che pensano di andare all’estero, quelli che si illudono, fino a quelli che … ci marciano.

Eppure, sarebbe tutto così facile, così semplice, così limpido: un Idiota non può rappresentarci e tantomeno governarci. Invece il Signor B. ci governa e annega, ci fa annegare, nella sua personale idiozia, in uno stato semidelirante, in cui si aggrovigliano inestricabilmente, senza più alcun autocontrollo, senso di onnipotenza, narcisismo di bassa lega, sexual addiction, sindrome di accerchiamento, spinti e intrecciati a un punto tale da ottundergli la stessa comprensione del reale, ciò che è appunto tipico dell’idiota.

Sì, perché l’Idiozia di B. è un’idiozia particolare. Non è cognitiva, intellettiva, sensoriale, forme naturali verso cui abbiamo il massimo rispetto. No, qui siamo di fronte ad una particolare forma di idiozia: l’Idiozia Etica, ossia quella affezione che deriva dalla perdita radicale di punti di riferimento valoriali e che conduce a obnubilare perfino il senso del reale e del razionale. E’ una forma di sperdimento etico, di tale intensità da portare il soggetto colpito alla corruzione del senso più elementare della correttezza, se non almeno dell’opportunità, dei propri comportamenti personali e istituzionali. L’Idiota Etico, il Nostro Idiota Etico, è come posseduto da un sentimento di onnipotenza, da un superiority complex talmente travalicante e mostruoso da tradursi letteralmente in una riedizione, mille volte più pericolosa e angosciante, del famoso motto del Marchese del Grillo: “Io sò Io, e voi non siete un c…”, aldilà e sopra ogni considerazione razionale, sia essa politica, morale, di opportunità e di calcolo dei rischi e dei benefici.

D’altra parte chi, se non un autentico idiota etico, potrebbe mai pensare, dopo le Noemi e le Patrizie, dopo i Tarantini e i Bertolaso, di proseguire comunque i festini di Palazzo Grazioli, solo spostandoli nel Castello di Arcore, ma sempre ripetendo lo squallore di una sgangherata recita compulsiva: la divisa d’ordinanza per le ragazze, i ninnoli, le canzoncine, le barzellette spinte con risata obbligatoria, nella lasciva ossessione della immaginaria persistenza del proprio fascino personale, celebrato con bunga bunga finali, che solo il pensiero dovrebbe portare milioni di persone sotto Palazzo Chiglia a reclamarne la testa? Chi, se non un idiota etico, non ritiene di dover osservare quelle minime avvertenze, dovute, più che al ruolo, alla sua stessa salvaguardia personale, e si espone al contatto sessuale con persone di cui non sa nulla, salvo millantarne poi oniriche parentele con leader mediorientali?

Che una persona così malata sia anche, in quanto autocrate del sistema televisivo e pubblicitario italiano, Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, appare ormai, non alla sinistra, ma allo stesso establishment nazionale e internazionale, pericoloso e insostenibile. Talmente pericoloso, che ora persino i servi più fedeli, i corifei più coricati nell’adorazione del suo culto totemico, i prosseneti più complici, tacciono o lo tirano per la giacca, quasi a scuoterlo fisicamente dal delirio in cui precipita senza vergogna e senza limite. Per Veronica Lario, che lo “conosceva bene”, era già chiaro e lo diceva: è malato. Certo non poteva dire che era un idiota.

Ma che si trattasse di una forma esiziale di idiozia, di bètise, lo tocchiamo con chiarezza solo nell’ultimo tempo, il tempo dell’Autunno del Patriarca, quel tempo particolare in cui l’immagine del declino fisico del Corpo è connessa organicamente al declino simbolico, politico e istituzionale del Potente. Un poveruomo che procede ciecamente innanzi come se nulla fosse cambiato, quasi una Gloria Swanson in Viale del Tramonto, che ancora pensa di essere sul palcoscenico mentre l’ambulanza la porta via. Un Idiota, semplicemente. E idioti noi che ci stiamo sotto, per ignoranza, ignavia, interesse, debolezza.

 

Giuseppe Uccero

 



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