12 ottobre 2010

BOERI: FORSE CHE SÌ FORSE CHE NO


 

In base ad un attento esame del programma dei candidati sindaci di Milano vorrei metterne in luce gli aspetti più importanti e le eventuali differenze. Stefano Boeri dimostra un po’ d’improvvisazione nel progetto, che assomiglia quasi a un manifesto pubblicitario in cui compare come un mantra la parola “giovani”, ripetuta ossessivamente, per farli diventare gli unici interlocutori e destinatari del suo messaggio. “Una città per i giovani, “mettere i giovani in condizione di partecipare”, costruire spazi pubblici e una movida per i giovani”, “costruire loft per i giovani,” ” dare opportunità di lavoro nel campo dei servizi ai giovani”, ” dare la direzione delle istituzioni culturali ai giovani”ecc. L’intento principale presente nel messaggio sembra essere anche quello di “costruire” : costruire in spazi pubblici,nelle piazze e nelle strade del centro , costruire loft, servizi per arredi urbani, servizi per la cultura ecc ecc,ma è questo di cui ha bisogno la città? Sono questi i bisogni primari dei cittadini? Di tutti, e non solo dei “giovani”? E le periferie, il degrado urbano, i trasporti, l’inquinamento, la cementificazione che sta devastando interi quartieri con edifici di 20-30 piani senza una reale utenza, ma frutto di un PGT dissennato pensato a vantaggio di speculatori privati in odore di mafia?

Per non parlare degli edifici scolastici fatiscenti, delle periodiche e mai risolte esondazioni del Seveso, dei lavori di scavo di parcheggi del tutto inutili, che porteranno altre auto in città, con enormi disagi per i cittadini per anni costretti a convivere a tempo pieno in cantieri aperti a tempo indeterminato? Non sarebbe meglio pensare Milano nell’ottica del cittadino,(non solo giovane) , che ha bisogno di viverla in spazi verdi attrezzati in cui ricreare lo spirito,far giocare i bambini,trovare occasioni di socializzazione? Non sarebbe meglio non concepire edifici nuovi solo in altezza che disumanizzano i quartieri sfavorendo l’integrazione? (come dice bene don Rigoldi che conosce anche la realtà dei Rom). Non si potrebbe metter mano alla riqualificazione delle periferie, così squallide, connettendole al centro con trasporti adeguati e con affitti a equo canone, senza intasare Milano di nuovi mostri architettonici?

Già sulle periferie avrei voluto sentire i candidati soffermarsi con idee precise e di qualità in base ai tanti progetti di docenti del Politecnico che sulla “Grande Milano”hanno pubblicato e tenuto conferenze e dibattiti. Pisapia, per aiutare chi ha difficoltà a trovar casa a prezzi equi, parla di edilizia pubblica in affitto, e di riconversione in alloggi degli spazi commerciali vuoti. Sarebbe già una buona idea, per non parlare delle aree dismesse, concepite non come ulteriori zone per nuove speculazioni edilizie, ma in funzione dei cittadini, con luoghi di aggregazione per giovani e anziani. Mi sembra che su questo punto Pisapia si sia dimostrato molto sensibile e propositivo.

Si è soffermato anche sul controllo degli appalti e sulla trasparenza dei bilanci pubblici, su cui la Moratti e il suo gruppo sono stati molto carenti.

E l’Expo, si farà o non si farà? Tutti lo vogliono, mi pare, ma nessuno mi sembra avere le idee chiare. Anche Petrini ha detto come dovrebbe essere concepito, insieme alla realizzazione di un parco agricolo nell’area Sud, subito sostenuto da Boeri, che ne ha fatto oggetto di studio con un progetto di agricoltura sostenibile a servizio dei cittadini….anche se l’ultima notizia, viste le difficoltà economiche per l’acquisizione dei terreni, sia quella di utilizzare la zona dell’Ortomercato.

Comunque anche sulla scuola i candidati si stanno giocando la reputazione, perché è con la cultura e la formazione dei cittadini di domani che si potranno formare delle nuove classi dirigenti all’altezza di un mondo globale. Cosa ne pensi Onida sarà materia di un altro capitolo.

 

Laura Censi



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