31 agosto 2010

APPUNTI DA UN AGOSTO A MILANO


 

Milano in agosto offre notevoli spunti di riflessione, favoriti dalla maggiore disponibilità di tempo. Ne riporto qui di seguito alcune, provenienti da un abitante della zona 6 in giro per la città. Innanzitutto è vero che la città in agosto è stata quest’anno più viva che nel passato? Sì e no.

SI: perché c’erano più macchine ferme nelle strade, segno che più cittadini sono rimasti in città immaginando che non tutti quelli che l’hanno lasciata abbiano preso aereo o treno. Inoltre, per esperienza diretta, anche il cimitero maggiore era molto frequentato nella settimana prima di ferragosto. Altra nota positiva la consegna a domicilio del Corriere della Sera da parte di Oresette

che negli anni precedenti sospendeva il servizio per le gran parte del mese.

NO: perché le saracinesche erano sempre drammaticamente chiuse nelle due settimane centrali di agosto fatta eccezione per il centro, frequentato da molti stranieri, e per la zona di Corso Buenos Aires. Particolarmente assenti le edicole, chiuse in tale periodo senza alcuna attenzione ai turni e ivi incluse quelle dei metro di zona 6, e le tintorie. I “vituperati” supermercati consentono di assicurare la sopravvivenza dei cittadini – i piccoli negozi non lo fanno perché non possono-. Il problema dunque non è l’apertura nel giorno di ferragosto, che oltretutto quest’anno cadeva di domenica, ma la carenza di negozi nelle due settimane citate aldilà degli annunci che danno ogni anno un numero di negozi aperti sempre in crescita. Come sempre nella nostra città gli annunci mirabolanti si sprecano senza trovare reale rispondenza nei servizi ai cittadini.

Delle iniziative culturali e di spettacolo le pagine cittadine dei quotidiani- sempre sottili in questo periodo nonostante il maggiore contributo dato dall’attualità politica nazionale- hanno dato ampio conto; il neo qui è, oltre alla qualità non eccelsa dell’offerta, lo svolgimento degli eventi in gran parte all’aperto nella convinzione –del tutto falsa- che a Milano in estate si stia meglio all’aperto che al chiuso “condizionato”. Mai come quest’anno le zanzare hanno fatto pasti abbondanti-chi ne scrive è una vittima da sempre- e non solo gli spettacoli all’aperto, ma anche i ristoranti vicini ai Navigli hanno offerto a tali insetti occasioni straordinariamente ghiotte.

Le ragioni sono state spiegate dai giornali e risiederebbero negli ennesimi ostacoli burocratici alla lotta mai tempestivamente fatta. Perché non si aumenta in estate l’offerta di spettacoli “protetti”, al chiuso che oltretutto evitano i rischi del maltempo quest’anno particolarmente presente nella nostra città? A questo proposito va notato che, nonostante le temperature più che primaverili di quest’agosto, è nettamente aumentato il numero di cittadini in giro per la città in abiti più adatti alle località marine; oltre metà degli uomini portavano i pantaloncini corti, forse per illudersi di essere al mare o in campagna. Il crescente” sbracamento” dei cittadini milanesi in estate meriterebbe forse qualche riflessione sociologica.

Un cenno ai lavori stradali, come sempre numerosi ma più per la manutenzione della rete gas che per il rifacimento del manto stradale, che ne avrebbe molto bisogno; per fare un solo esempio il cantiere all’angolo tra Via D’Alviano e Via Soderini, aperto da metà aprile, è dato ancora a ferragosto come concluso al 6 agosto. Peccato che i lavori procedano a singhiozzo, con periodi di sospensione apparentemente immotivati e che tale data sia passata invano, senza correzioni sul cartello. Quando finiranno i lavori e qualcuno si degnerà di comunicarlo aggiornando la data sull’apposito cartello?

 

Roberto Taranto



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